capitolo 12

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Durante l'ora di ginnastica la maestra aveva organizzato una partita di pallavolo.

Jade e Cristina in squadra insieme ed Elisa loro avversaria.

«Allora perdiamo» commentò Jade.

«Perché dovremmo perdere?» buttando dietro suoi capelli dorati dietro le spalle.

«Perché mia sorella non è tanto normale» spiegò «Ha una forza, come dire, non normale»

«Contro di me non vince nessuno» disse Cristina legandosi i capelli con certa convinzione «Perderai» minimò con le labbra a Elisa dietro la rete in prima fila.

La piccola non si fece intimidire, e alla prima alzata di una compagna spiccò un salto torreggiante, più alto del normale, poteva guardare tutto dal alto e oltre la rete, si sentiva potente, finalmente poteva esprimere se stessa senza restrizioni. La maestra la guardò stupita, mentre Elisa schiacciò la palla contro Cristina: la palla le arrivò con una forza ingente pari o superiore a quella di un adulto. La bulla accusò il corpo cadendo a terra.

«Maestra, l'ha fatto a posta» piagnucolò la bambolina facendo fatica a rialzarsi

«Dai Cristina cose che capitano» le disse la maestra.

«No l'ha fatto a posta. L'ha detto tua sorella che non sei normale» le disse invadendo inviperita il campo avversario oltre la rete.

Elisa lanciò uno sguardo fulminate alla sorella che ignorò sommessamente.

«Ripetilo di nuovo» ringhiò Elisa mostrando i denti come un animale.

«Sai su, smettetela» intervenne la maestra

«Sei brutta e non sei normale» le urlò contro la bulletta.

Elisa la smise dalla spalle, magari si potesse pensare una semplice litigata di bambine fatte di piccoli spintoni, ma la spinta di Elisa fu come quella di un adulto: Cristina rotolò per terra per diversi metri.

«Elisa!» gridò la maestra soccorrendo Cristina in lacrime.

«Allora?» disse Gaia alla figlia dopo che si infilarono in macchina, la scuola la aveva mandata a chiamare «Lo sai che mi hanno detto? Che dovrai farti vedere da un educatore. Ci rediamo conto che figura mi fai fare? E la cosa grave è che mi hanno detto che non è a prima volta che ti comporti così!» quasi urlò.

«Mi diceva cose cattive!» ribattè Elisa

«Certe persone sono cattive! Fattene una ragione! E l'unico per vincere una battaglia con loro e non combatterla» le disse

«Io voglio combatterla! Voglio zittirla!» disse come un abbaio.

Gaia sopirò, ormai Elisa era fuori controllo, e finchè lei non avrebbe saputo controllarsi doveva restare lontana dagli altri, prima per il suo bene e poi per quello degli altri.

«Studierai a casa» le disse Gaia secca, Elisa non fiatò non le dispiaceva come soluzione.

«Gliela farò pagare comunque, anche se non ci vediamo a scuola» borbottò

«Elisa! Basta!» la sgridò ancora «Sei in punizione!» le urlò ma madre.

«No!» gridò lei cercando di aprire lo sportello sbloccato, dice un pugno alla carrozzeria interna creando un fosso.

Gaia rimaste di stucco e prima di parola guardando il fosso nello sportello, lo osservò attentamente anche dopo il ritorno a casa.

Cercò di ripetere il gesto, come un esperimento colpì forte la carrozzeria senza recando alcun danno, colpì più volte con tutta la forza, a ogni colpo si arrabbiava sempre di più fino a farsi male lei e cadere a terra piangendo con le mani sul viso.

«Gaia» le disse Robert accasandosi a lei «Cosa è successo?» prendendole la mano ferita.

«Robert, mia figlia è una.. una.. non lo so» piangeva a dirotto come una bambina «Guarda che ha fatto alla macchina» gli indicò lo sportello

Robert si sollevò e passò le dita nell'incavo della ammaccatura "Cavolo" pensò.

«Capita che alcuni telai sono più deboli in alcuni punti» cercò di giustificare il fosso aiutando Gaia ad alzarsi.

«No Robert, il me lo sento. Lei è diversa, non è normale, lei è..»

«Speciale» concluse Robert sorridendole, un sorriso carico di speranza che lamò Gaia.

«I bambini come lei fanno così a volte, non disperare» le disse.

Gaia si ammansì e asciugandosi le lacrime annuì.

"Questa storia non mi piace" pensò Robert.

Intanto delle forze avverse aveva individuato una posizione generale. Non esatta di Elisa ed erano decisi a trovarla e a farle del male.

Mîkhā'ēlaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora