1° Capitolo

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Era il 1995.

Gaia si era portata dietro la sorella maggiore di nome Angela, che a differenza di lei, il sudore e la fatica le facevano paura e così rimase casalinga, obesa e con un marito dalla cultura media e terrona; avevano avuto due figli, Luca e Diego, rispettivamente di quattrodici e nove anni.

Gaia era in gravidanza, ultimo mese, erano due gemelli eterozigoti, di cui non conosceva ancora il sesso: La neo mamma non volle saperlo, ma auspicava la sorpresa per quando sarebbe arrivato il momento.

Le due sorelle stavano rientrando da una passeggiata.

«Gaia è vero che il gemello che nasce per ultimo è quello che si è formato prima?» chiese Angela.

Ma Gaia da super informata rispose «Ma no, sono leggende metropolitane, io non ci ho mai creduto, infatti me l'ha confermato il ginecologo, è impossibile sapere chi si è formato prima».

Gaia era quel tipo di persone con il naso sempre tra i libri, saggi, giornali e scartoffie, un tipo materialista che credeva solo in quello che vedeva e toccava a differenza della sorella molto religiosa che arrivava a credere qualsiasi cosa anche la più stupida e irreale che imponesse la chiesa.

Nel primo pomeriggio sulla soglia di casa, prima di entrare, all'improvviso Gaia si sentì un liquido scendere lungo le gambe: Era arrivato il momento, la corsa all'ospedale fu immediata, mancava del tempo ma qualcosa era andato storto.

Nessun dottore riusciva a prestarle attenzione, era come se fosse stata invisibile.

Ebbe dolori fortissimi per tutta la notte, ma nessun camice bianco entrò da quella porta. Anche la mattina non si fece vivo nessuno, nemmeno il pomeriggio, e nemmeno la sera, sembrava che si fossero dimenticati di lei.

E come se fosse giunto un miracolo si accorsero di lei, rischiava di abortire e che necessitava di un parto cesareo.

Ma c'era un problema, questa vita nasceva con dei problemi.

«Signora, la sua situazione è un po' complicata, perché uno dei due gemelli vuole nascere prima dell'altro» dichiarò il medico, che situazione assurda.

Gaia, ansimante, stanca e sudata allargò gli occhi, incredula che una cosa del genere stesse accadendo proprio a lei.

«E' un fatto raro. Dall'ecografia, si nota la forza di uno che spinge mentre l'altro sta fermo. A meno che uno è più ribelle dell'altro e dimostri la voglia di nascere a differenza dell'altro che se ne sta buono» raccontò, ma era molto improbabile.

Le complicazioni non avevano fine, il gemello ribelle aveva attorno al collo il cordone ombelicate

«Dobbiamo intervenire subito, prima che con si strozzi a causa della sua voglia di uscire» spiegò il dottore.

Ma una gioia almeno Dio gliela concesse, non si sa come, il gemellino si liberò del cordone ombelicale intorno al collo.

«Questo è assurdo, pazzesco» commentò il medico australiano «Non ho mai assistito a tutti questi eventi illusori in tutta la mia vita» disse come se fosse contento per la sua carriera e poco dispiaciuto per la situazione.

Il dottore decise di non fare più il cesareo.

«Forza spinga» disse il ginecologo seduto di fronte alle gambe divariate di Gaia che urlava per l'estremo dolore.

La testa del primo gemellino uscì e così via anche il corpo.

Ma non piangeva.

«Perché non piange?» ansimava Gaia esausta non sentendo più lo stimolo di spingere «Perché non piange?» alzò la voce strozzata Gaia.

Mîkhā'ēlaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora