5° Capitolo

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Robert aveva un bel sorriso caldo e protettivo, un sorriso da padre, che a Elisa mancava.

La bambina percepiva una strana ma bella vibrazione dall'uomo, come delle ali d'angelo di protezione intorno a lei.

«Ragazzi sono il vostro insegnate di equitazione, mi chiamo Robert ed è un onore per me continuare ad insegnare in questa famiglia, e ho l'onore di allenare le prime donne Cavalli. V'insegnerò tutto quello che so, in ordini dati, tutto nella più sicurezza possibile per la vostra incolumità»

La prima lezione fu teorica, portò i bambini fori vicino al recinto.

Li guardò tutti e disse «Come siete belli tutti insieme» quasi commosso.

«Allora ragazzi, sono tremendamente felice di iniziare un nuovo viaggio con voi sui cavalli e su questo mondo magnifico, con Antonio l'ho già iniziato e lo sto portando avanti, ma iniziare un nuovo viaggio è sempre più emozionate» spiegò sfregandosi le mani eccitato.

Iniziò a spiegare che benefici dava lo sport, si interruppe un attimo e disse «Sedetevi sull'erba».

Diede loro dei fascicoli. I ragazzi lo guardarono straniti.

«Lì c'è tutto quello che faremo oggi».

I bambini lo guardarono confusi.

«Non mi guardate così, perché se volete diventare dei campioni bisogna seguire quattro regole: studio, allenamento, sudore e sacrifici» disse.

I giovani Cavalli consapevoli della strada che stavano per intraprendere, dura, piena di ostacoli, di duro lavoro, impegno, studio, sudore e sacrifici, che gli avrebbe avvolti e occupati quasi tutto il tempo, e per molto tempo, coscienti annuirono con la testa.

«Un'altra piccola premessa. Io v'insegnerò l'equitazione con la E maiuscola, ovvero, fuori dai canoni previsti, non convenzionale insomma. In giro, oggi è prevalsa l'esigenza di ottenere risultati in fretta, a qualsiasi costo e con il minimo lavoro possibile. Redini di ritorno, imboccature costrittive, uso esagerato di speroni e di frusta, uso degli aiuti insensato e incoerente, mani e gambe che tirano, spingono, colpiscono senza nessun senso logico, sono tutti tentativi di ottenere un cavallo che fa quello che gli dici, senza però perdere minimamente il tempo che ci vuole per capire come è fatto fisicamente, come si muove, qual è la sua psicologia e di conseguenza come si può agire, per ottenere un reale miglioramento sia fisico sia mentale, senza andare a danneggiare quelle che sono le sue caratteristiche fondamentali e naturali. Il risultato di questo modo di fare sono cavalli che hanno pochissimi anni di carriera sportiva, perché o si rompono fisicamente, o si rompono mentalmente, e vengono buttati via come scarpe vecchie. E io non posso permettere che accada questo, nella vostra famiglia e ai vostri animali. Per ciò, non importerà il tempo che il cavallo abbia bisogno per imparare. Il cavallo avrà bisogno di tre anni per imparare un comando? E gli avrà tutti e tre! Non lo sfrutteremo, non lo costringeremo a fare ciò che non vuole, non lo sfiniremo, e quando avrete il vostro primo cavallo, ognuno di voi, per lui deve diventare il migliore amico, e quando voi siederete sopra di lui, non vi accoglierà con fastidio, ma con felicità perché vi amerà, vi rispetterà, si fiderà, e saprà che non siete voi che gli direte cosa fare, che non siete il capo, ma che entrambi siete la squadra e che non potete fare a meno l'uno dell'altro» spiegò.

«Esistono due tipi di monte: quella inglese e quella americana. La mia specialità è quella inglese, ma conosco pure quella americana. Quella inglese è il tipo di monta che la vostra famiglia pratica, e se vuoi non vi sentite vicino a questo tipo di monta ma ad un altra me lo direte. Nella monta inglese i sono varie discipline: Dressage, salto ostacoli, completo che comprende dressage, salto e cross, ed endurance. Dovrei spiegarvi inseguito ognuno di queste in modo approfondito per permettervi di scegliere la vostra disciplina. Ma so che non siete ignoranti su queste cose, siete cresciuti con medaglie, coppie e gare in tv e registrate, so che qualcosa la sapete. Ma prima voglio sapere la monta che sceglierete».

«Io questa inglese indubbiamente, so già la disciplina il dressage, e voglio gareggiare» rispose Jade con fare vanitoso.

«Il salto è la mia disciplina preferita» disse Gabriele.

Robert annuì e poi guardò Elisa

«Elisa, non dici niente, quale preferisci?» chiese.

«A me piacciono tutte mister» rispose la piccola.

«Ma la tua preferita?» chiese Robert con un sorriso complice che si fa ai bambini per farsi confessare qualcosa.

«Quella dove i cavalli corrono veloce veloce» disse lei.

Robert si grattò il capo "Ovviamente" pensò «E poi?»

«Quello dove si correi nei boschi, sulla spiaggia»

«Endurance allora. Monta inglese anche per te» le sorrise.

...

Antonio mentre suonava il pianoforte si ritrovò la piccola Elisa che lo osserva e studiava i movimenti delle mani.

«Vuoi provare?» chiese lui, Elisa annuì felice.

«E vieni qui» le disse facendole spazio per sedersi sulle sue ginocchia.

Elisa dopo aver guardato i movimenti del fratello riprodusse esattamente la stessa melodia.

«Sempre più veloce nell'imparare eh» la guardò Antonio con un sorriso curioso.

Gaia entrò in casa, vestita elegante appoggiando la borsa e la valigetta sulla poltrona.

«Mamma guarda come sono brava» disse la piccola suonando una melodia del quinto anno di pianoforte.

Gaia seria rispose «Lo vedo tesoro, ma come è possibile?» si chiese appoggiando una mano sulla spalla di Antonio ricambiando il suo sguardo.

«E' una bambina speciale. Lo abbiamo sempre saputo» disse Antonio toccando il naso della sorellina con un dito.

«Posso imparare anche io?» chiese alla mamma.

Gaia paurosa per un eventuale pericolo nei confronti della bambina di questa sua dote titubò. Ma che male poteva farle imparare a suonare il pianoforte? Quindi curiosa allo tempo di scoprire fino a che punto Elisa poteva spingersi con le sue capacità, acconsentì.

Era felice dell'interesse della figlia del voler imparare tutto, ma cosa sarebbe accaduto quando l'avrebbero vista? Più il tempo passava più Gaia sentiva nelle orecchie il capannello che avrebbe annunciando l'arrivo degli ospiti indesiderati, e con loro i pettegolezzi, gli sguardi, il chiacchierio fastidioso, risatine e  critiche distruttive. 

Mîkhā'ēlaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora