Da un giorno e l'altro si presentò a casa tutta la famiglia della mamma, tutti entusiasti e affascinati dalla loro bellezza, ma quando guardavano Elisa rimanevano perplessi e in contemplazione prima di dire qualcosa. La piccola se n'era accorta e non riusciva a spiegarselo.
«Mamma ma perché mi guardano così?» chiese lei.
Era più intelligente, acuta e spigliata dei bambini della sua età, sembrasse avesse un cervello di una bambina di qualche anno in più.
Gaia sospirò, se lo notava ora dai parenti, figuriamoci come avrebbe reagito dopo che le schiere di quella gente avrebbero fatto commenti peggiori.
«Non sanno cosa dire tesoro.. sei così bella che non hanno parole» camuffò la mamma.
Ma le rughe pensierose sul suo volto la tradirono, Elisa annuì ma non bevve la bugia.
...
«Mamma, che bello!» disse Elisa guardando un documentario sulle arti marziali.
«Ti piacciono?» sorrise la mamma venendo del caffè.
«Sì» disse rapita da quei movimenti.
C'era un solo campo sportivo a Monte sant'Angelo, ed li si potevano praticare alcuni degli sport più famosi, non tutti, ma le arti marziali c'erano.
Gaia scrisse Elisa a kung fu e trovò un ottimo allenatore gentile e paziente, si chiamava Rosario Di Paola, e conobbe i suoi compagni, quasi tutti maschietti.
«Tutti maschi?» chiese Elisa che voleva interagire anche con il suo genere.
«Credono sia uno sport per uomini, ma noi gli faremo vedere che si sbagliano» disse inginocchiandosi davanti a lei e sorridendole.
Per compensare la mancata presenza di bambina Elisa ogni tanto si fermava a guardare gli allenamenti di ginnastica artistica sempre nello stesso palazzetto, fu cosi che fece amicizia con Vanessa, una bambina di qualche anno più grande di lei.
Gaia rimase lì per una volta per osservare la lezione, e il maestro le spiegò le cose più importanti.
«Non ti sentire a disagio se loro sanno fare di più, vengono da un po' più tempo di te, ma non molto, ma vedrai che arriverai al loro livello, e se ce la farai, l'anno prossimo a Giugno c'è la gara provinciale» Elisa sorrise, per lei la velocita e la forza nell'imparare cose nuove non era difficile, infatti per gioco con la nuova amichetta, senza farsi vedere, ogni tanto saliva sugli attrezzi della ginnastica, dalla trave alle parallele
....
In un pomeriggio, venne fuori il suo talento con i cavalli che la portò ad una lunga avventura.
Elisa stava giocando con Sasha in giardino, il Golden retriver di famiglia, vide Gabriele e Jade che accarezzavano un dei due cavalli della mamma: dal manto palomino di una sconosciuta razza argentina, abbastanza avanti con l'età.
«Hai visto che bella! Quando sarò più grande vorrò cavalcare un cavallo di queste dimensioni e magari gareggiare» disse Gabriele.
«Vedrai che lo cavalcherai e magari diventerai anche un campione!» rispose Elisa sempre pronta ad incoraggiarlo.
Un lampo di tentazione attraversò la mente di Gabriele.
«Perché non sali su Beige?» le disse.
«No, ma sei pazzo, non ho mai montato un cavallo e poi è troppo alta per me» rispose giustamente Elisa.
«Dai vediamo se sei capace!» continuò a incitarla con quel lampo cattivello negli occhi.
Elisa, coraggiosa e curiosa guardò il cavallo annuendo «Ci provo».
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Mîkhā'ēla
Fantasía«Mîkhā'ēla? Chi è?» «Una creatura divina, già nata, o ancora da venire al mondo, questo dovrai scoprirlo tu piccola Elisa, e magari scoprirai che Mîkhā'ēla, è più vicina a te di quanto tu creda». Sarà il dialogo che renderà la vita della nostra pro...