cap 9

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Ste “ cos’è quel viso sconvolto?”

Ilaria “ domani sera vengono a farci visita i miei genitori. Non li vedo da un anno e tre mesi e io non ho un buon rapporto con loro. Dopo quello che è successo non ci siamo più parlati.

Ste “ in un anno avranno calmato i loro bollenti spiriti”.

Ilaria “ ci si spera o questa volta scoppia per davvero la terza guerra mondiale. Neanche mio fratello riuscirà a fermarci questa volta se non torneranno nei loro passi”.

[…]

Hachim “ Ilaria svegliati è ora di partire e tornare a casa”.

Ilaria “ ancora cinque minuti bro”.

Hachim” svegliati o chiamo Stephan. Vuoi che ti rovino subito la giornata?”.

Ilaria “ sono in piedi, vado a cambiarmi, due minuti e sono pronta”.

In due minuti esatti ero pronta, vestita e truccato, potevo comparire sui guiness dei primati per la mia velocità nel prepararmi.

Ste “ siete pronti? Faremo colazione più tardi in un autogrill, siamo in ritardo”.

Ilaria “ ma se non sono neanche le otto, dovrebbe essere considerato illegale svegliarsi prima delle nove la domenica mattina”.

Ste “ dormigliona”.

Ilaria “ che ci si può fare, c’est la vie”

Il viaggio durò qualche ora e finalmente verso mezzogiorno arrivammo a Milano. Il pullman ci lasciò al centro sportivo del Milan. In seguito stephan mi portò a casa. Appena aprì la portiera vidi i miei genitori parlare felicemente con mio fratello. Andai verso di loro e steph mi aveva seguito.

Ilaria “ ciao mamma, ciao papà”.

Mamma “ Ilaria, dov’eri neanche a Milano ti possiamo lasciare che stai via una notte con uno sconosciuto”.

Ilaria “ lo sconosciuto a nome, si chiama Stephan e comunque non ho combinato nessun guaio”.

Papà “ no, un altro matrimonio, non lo chiamerei un problema”.

Ilaria “ io questa volta non centro e lo sapete bene”.

Mamma “ dovevi per farti riconoscere a Los Angeles con tuoi stupidi sogni”.

Ilaria “ scusami tanto se volevo realizzare i miei sogni”.

Mamma “ non sarai mai una ballerina professionista mettitelo in testa”.

Ilaria “ siete rimasti come un anno fa degli ottusi che non approveranno mai i sogni della loro figlia”.

Papà “ come ti permetti ti ricordo che siamo i tuoi genitori e che ti possiamo portare via quando vogliamo”.

Ilaria “ per la genetica sarete i miei genitori, ma fratellone non gliel’hai detto, da quando sono andata a Los Angeles voi non avete più libertà di scelta sulla mia vita, il mio tutore è Ermes. Non avete nessun potere decisionale su di me”.

Papà “ che hai fatto?”

Ermes “ la cosa giusta, sono stufo che la prendete sempre con lei, non avete mai considerato un sogno stupido il mio di diventare un giocatore, perché diventare una ballerina è un sogno stupido? Non mi rispondete ormai sto dalla sua parte. Dovreste vedere come balla e poi capireste quanto sia importante per lei la danza”.

Entrai in casa e filai in camera mia, non erano cambiati , preferivano che io fossi triste invece che felice.

Ste “ vado io non preoccuparti Ermes”.

Salì in camera sua e la trovai sul suo letto a piangere.

Ste “ ehy non essere triste prima o poi capiranno che hanno sbagliato”.

Ilaria “ aspetto quel momento da dieci anni. Sono sempre stata la pecora nera, fino quando ero piccola. Ogni cosa che succedeva era colpa mia. Esistevo per loro solo per essere sgridata, c’era solo mio fratello e il mondo del calcio. Non mi dava fastidio che loro si dedicassero così tanto a lui perché mi lasciavano molte più libertà, ma allo stesso tempo detestavo il loro mondo perfetto perché io ero vista come la grande macchia che rovinava il loro mondo”.

Ste “ tu non sei la macchia nera ok, non è colpa tua , tu sei una ragazza stupenda che crede nei propri valori e che non si fa mettere in testa i piedi da nessuno “.

Ilaria “ ti sfido a convincerli di ciò. Due anni fa ero riuscita a trovare il mio punto fisso che mi avrebbe aiutato contro di loro. Avevo incontrato Magnusson e Lorenzo. Tutto andava bene, i miei genitori finalmente non mi consideravano come una macchia, ma poi sai la storia. Il culmine di tutto è stato quando sono partita per Los Angeles, se prima ti è sembrato che stessimo discutendo ti sbaglio a confronto un anno fa era solo una chiacchierata. Ci mancò poco che le guardie dell’aeroporto non chiamassero i carabinieri e ci buttassero dentro per aggressione”.

Ste “ dovrebbero essere  orgogliosi di te per la persona che sei e per quello che hai affrontato a volto alto. Non so quanti ne sarebbero usciti bene dopo quello che ti è successo”.

Ci fu un lungo silenzio, lui iniziò ad avvicinarmi a me, le nostre labbra ero così vicine, sentivo il suo respiro…

Ciao… lo so di essere stronza e di avervi lasciato in sospeso, ma un po’ di sospence serve sempre, detto questo mi vado a nascondere per non ricevere i vostri accidenti

everything has beginning from that accursed marriageDove le storie prendono vita. Scoprilo ora