cap 15

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Ermes “ quanto ci metti? Se non ti sbrighi arriviamo in ritardo al ballo”.

Ilaria” arrivo, metto le scarpe e sono da te”.

Ermes “ finalmente, ce l’hai fatta”.

Ilaria “ manca ancora mezz’ora. Noi ci mettiamo un quarto d’ora per arrivare, non dare di matto già adesso”.

Ermes “ ho paura di quello che può succedere tra te e Stephan”.

Ilaria “ anch’io, ma non posso vivere sempre con questa paura. Non pensiamoci e basta. Se succederà qualcosa lasceremo scorrere”.

Ermes “ mi dispiace di averti messo in tutti questi casini”.

Ilaria “ non è colpa tua, né mia, lo sappiamo bene che è tutta colpa di… . non pensiamoci troppo però, ora andiamo o faremo veramente tardi”.

Uscimmo di casa e salimmo in macchina. Il tragitto fu breve e silenzioso. Sapevamo entrambi che oggi sarebbe accaduto qualcosa di trano, ce lo sentivamo. Entrammo nel grande salone e l’aria era già tesa. Tutti erano agitati e spaventati. Mi diressi insieme a mio fratello verso la su squadra. Dodo mi abbracciò e non dava nessun segno di volermi lasciar andare. Voleva che restassi tra le sue braccia al sicuro da eventuali pericoli, ma sapeva benissimo che non ci sarebbe riuscito. Ero in gabbia, non potevo sfuggire dai miei sentimenti e scappare dal destino che era in serbo per me stasera. Lentamente Stephan si avvicinò a me e mi fece segno di avvicinarmi a lui.

Ste “ wow, hai preso alla lettera le mie parole”.

Ilaria “ grazie, anche tu sei molto elegante”.

Ste “ già. È tradizione… bhe dovremmo aprire le danze con un valzer. Cercherò di non farti fare brutta figura”.

Ilaria “ ho ballato con mio fratello tutti questi anni e non c’è riuscito, non credo che balli peggio di lui”.

Ermes “ ehy, mi offendo, ma guarda un po’ te questa, fatta disgraziata di una sorella. Io non mi sono mai lamentato  che tu sia una sola in tutti gli sport con una palla”.

Ilaria “ chiedo venia, fratellone. Scusami, ho esagerato”.

Ermes “ sarà meglio”.

Ilaria “ andiamo a ballare”.

Mi erano sempre piaciuti i lenti, ma ballarlo con lui era tutta un’altra cosa. Mi sentivo a casa tra le sue braccia e mi sentivo protetta. Finita la musica si avvicinò a me e le sue labbra si appoggiarono sulle mie. Erano così morbide. Leccò le mie labbra e aprì la bocca. Non si fece sfuggire l’attimo e introdusse la sua lingua. Il bacio da casto diventò passionale. Il bacio si interruppe a causa del suo cellulare che squillò.

Ste “ scusami, ma è mio fratello è urgente, devo andare”.

La serata finì così, io rimasi con mio fratello e lui se ne andò.

[…]

Mi svegliai di colpo e guardai la sveglia. Ero in ritardo per la scuola. Mi vestì velocemente e andai in cucina a far colazione. Mi cadde l’occhio sul giornale, dove c’era Stephan e una ragazza che si abbracciavano.

“ stra il giocatore del Milan più ambito tra le ragazze e la giovane Ester c’è un ritorno di fiamma”.

Non ci potevo credere, infilai il giornale nello zaino e corsi a scuola.

La mattinata passò lentamente e tutti vedevano che stavo male. Hachim non osava dire una parola, sapeva già tutto e si sentiva in colpa. Suonò l’ultima campanella e uscimmo dall’edificio scolastico. Lì appoggiato alla sua macchina c’era sempre lui. Mi avvicinai e gli buttai davanti agli occhi il giornale.

Ilaria “ era urgente, era tuo fratello. Peccato che non sia donna e non si chiama Ester o per caso ha cambiato sesso e nome?”

Ste “ posso spiegarti “.

Ilaria “ non c’è nulla da spiegare. Lei ti ha chiamato e tu da bravo cagnolino sei tornato da lei con il bastone da riporto”.

Ste “ è tutto un malinteso”.

Ilaria “ fammi il favore di starmi alla larga finchè  non capisci quello che provi e quando l’avrai capito fai un fischio. Io non voglio essere la seconda scelta o il giocattolino da usare quando lei non ti degna di attenzioni”.

Me ne andai da lì, faceva troppo male stargli vicino, il mio cuore ancora una volta si era distrutto.

Hachim “ scusami Ilaria, è tutta colpa mia, ti ho buttato io in questo guaio. Non dovevo sforzare le tue emozioni”.

Ilaria “ non è colpa tua, ma ora ho bisogno di stargli un po’ lontano. Tornerò per qualche giorno a Los Angeles. Devo sistemare delle cose e la lontananza mi permetterà di ritirare su le mie barriere. Forse era destino che tra noi non funzionasse. Siamo così diversi”.

Hachim “ non piangere, tutto si sistemerà, te lo prometto. Puoi sempre contare su di me”.

Ilaria “ ti voglio bene Hachim, vorrei essermi innamorata di te, ora non soffrirei, ma il mio cuore ha scelto la persona sbagliata di nuovo. Non gliene faccio una colpa, d'altronde l’amore non ti lascia scegliere la persona che non ti fa soffrire”.

Hachim “ ti voglio bene anch’io. Non è giusto che dopo tutto quello che hai passato, la vita non ti dia tregua. Ti meritavi un po’ di pace”.

Ilaria “ un giorno la troverò, ma per il momento mi devo fare forza e andare avanti. Ci vediamo fra una settimana o due”.

Hachim” ti prego torna”.

Ilaria “ non è un addio questo, io tornerò, stanne pur certo. Ormai la mia vita è qui, insieme a voi. Spero solo di non soffrire troppo”.

Hachim “ ti aiuterò io”.

Ilaria “ ora devo andare, ciao”.

Mi allontanai e andai a casa. Preparai le valige, mio fratello non mi fermò, lo sapeva che avevo bisogno di spazi e che l’unico modo per alleggerire la mia sofferenza, perché ormai avevo lasciato il mio cuore allo sbaraglio, chiunque poteva attaccarmi e farmi soffrire. Soltanto la lontananza avrebbe messo una pezza dove ora il mio cuore era per la seconda volta distrutto in mille pezzi. Credevo veramente che fra noi potesse veramente funzionare, ma d'altronde si sa, sono una povera illusa che crede ancora nelle favole, dopo essersi scottata già una volta. Salì sull’aereo piangendo…

Ciao, so che mi odiate per come ho fatto finire il capitolo, ma spero che almeno vi sia piaciuto. Un bacio Ilaria. http://www.polyvore.com/ballo/set?id=154810028

everything has beginning from that accursed marriageDove le storie prendono vita. Scoprilo ora