Capitolo 12

9.7K 471 11
                                    

Quinto, nonché ultimo, giorno.

Ed ecco arrivato il giorno tanto odiato, il ritorno.
Mi sveglio ma in camera non c'è nessuno, ci sono solo le valigie quasi pronte per essere chiuse.
Mi alzo, esco nel corridoio ma non c'è nessuno, dove sono finiti tutti?
Mi vesto e finisco la mia di valigia, poi scendo giù, alcuni dei miei compagni sono a fare colazione, altri sono andati a fare un ultimo giro.
Non vedo Christian, così provo a chiamarlo ma non risponde, esco nel giardino dell'albergo, sto per sedermi in una panchina ma vedo lo vedo seduto accanto la fontana, mi avvicino e lo abbraccio da dietro, lui si gira e nel vedermi sorride, mi prende in braccio e mi bacia.
«Piccola»
«È tutt'ok?»
«Non proprio, ma ei, allora? pronta a tornare a casa?»
«No»
Metto il broncio.
«Pensa a quante cose potremmo fare a casa»
Ha un sorrisetto malizioso.
«Cosa avresti intenzione di fare?»
«Eh..tante cose»
Gli do un pugno al braccio e lui ride.
«Dai scherzavo»
«Maschi»
Alzo gli occhi al cielo e mi alzo, sto per camminare ma mi fermo e mi volto verso lui.
«Ma cosa era successo in quei giorni in cui non mi hai considerata? Di cosa volevi parlarmi?»
«Oh, in realtà stavo solo prendendo tempo per capire cosa volessi realmente»
«E poi l'hai capito?»
«Volevo te, ho sempre voluto te, ero solo troppo stupido per rendermene conto prima»
Gli prendo la mano e lo tiro verso me abbracciandolo, per poi andare in camera con lui che deve sistemare la valigia.
Mentre saliamo c'è Alessio appoggiato al muro, si gira a guardarmi e si mette le mani in tasca ma continuo a camminare come se non lo avessi visto.
«Sai potresti almeno salutare»
»Parli con me?»
Chiedo indicandomi.
Alessio si avvicina, Christian lo prende per la maglietta e lo sbatte al muro.
«Cazzo allora te le cerchi! Cosa vuoi dalla mia ragazza??»
«Lei»
«Come? Prova a ripeterlo»
«Lei. Voglio lei»
Mi metto in mezzo a loro due dividendoli.
«Smettetela!»
«Questo coglione del tuo ragazzo é un po' troppo geloso»
«Come mi hai chiamato!?»
«Basta!! Smettetela! Siete proprio sei bambini»
Detto ciò li lascio lì e torno in camera mia.
Christian gli lancia un ultimo sguardo per poi correre da me ed abbracciarmi.
«Scusami, ma tengo troppo a te, non tollero proprio che Alessio ti si avvicini»
«Lo so, ma non puoi abbassarti ai suoi livelli, devi lasciarlo perdere»
«Non è così semplice, non posso permettermi di perderti »
«E non succederà»
Lo rassicuro baciandolo e mi rivolge un sorriso con quei suoi occhioni verdi.

* * * *
Nel pomeriggio arrivano due ragazzi spagnoli che devono prendere il nostro posto nella stanza.
Mentre sto prendendo le ultime cose, arriva uno di loro, beh che dire, fisico scolpito, abbronzato , occhi verdi e ciuffo ribelle, ha una maglietta bianca che evidenzia i lineamenti dei suoi muscoli, i pantaloni che ricadono perfettamente sui suoi fianchi.
Ok, fa caldo qui dentro.
«Emh..ciao»
«Hola chica, io sono Miguel»
«Piacere, Lara, scusa finisco di prendere le mie cose e vado»
«El placer es todo mío Lara»
Deglutisco.
Mi si avvicina e prende la mia mano baciandola, nel frattempo arriva Christian, aveva un sorriso che si é trasformato completamente.
«Chris.. lui é Miguel»
«Miguel? Sarebbe?»
«Nessuno, cioè deve prendere la mia stanza ora che me ne vado»
«Mmh , é arrivato un po' troppo presto allora»
«Es un problema?»
«No no assolutamente, Christian ed io ce ne stiamo andando»
Purtroppo.
Christian viene chiamato da Matteo quindi si allontana dalla stanza, io prendo la borsa e vado per uscire.
«Hace calor aquí »
«Eh?»
Mi volto verso Miguel, spalanco gli occhi quando vedo che si sfila la maglietta.
No, no, perché lo sta facendo?
«¿Es un problema?»
Perché ripete sempre problema?
«No, non é un problema perché me ne sto andando»
Entra Flavia per prendere anche la sua di borsa.
«Lara! Oh cavolo e lui chi é?»
Chiede indicandolo, lui le si avvicina e le prende la mano come ha fatto con me e gliela bacia.
«Placer Miguel»
«Flavia»
«Ok, ok, ci siamo presentati tutti, adesso però dobbiamo andare»
«Magari io rimango qualche altro giorno»
«Ma cosa fai? Andiamo»
Non potete capire com'è dispiaciuta Flavia, la trascino via da quella stanza e scendiamo nell'hall con gli altri, una volta sistemate le valige sull'autobus ci dirigiamo verso l'aereoporto.

Il mio migliore "amico"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora