Capitolo 20

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Finalmente è arrivato il giorno tanto atteso dalla classe, è sabato!
Dunque questa sera ci sarà la festa di Matteo, di solito organizza feste per passare dei sabati diversi, invita sempre tutti, non ha problemi, ha una casa, o per meglio dire una villa bellissima, molto grande, un enorme giardino con una fontana e tanti fiori e alberi.
Come ogni festa, c'è bisogno di un abito e delle scarpe, appena finita la scuola mi precipito immediatamente al centro città, in giro per i negozi con Flavia, alla ricerca del vestito perfetto.
Ne abbiamo già girati tre, non c'è nulla che ci piaccia, ma arrivate al quarto negozio vedo già in vetrina un abito meraviglioso.
«Flavia io voglio provare quello!»
Le dico indicandolo.
«Wow, vuoi far svenire Christian?»
«Direi di si»
Entriamo, chiedo alla commessa di poter provare quell'abito e lei me lo prende, vado in camerino e lo indosso, dopodiché esco e mi guardo allo specchio, vedo Flavia e la commessa che si voltano a guardarmi.
«Oddio Lara..sei bellissima»
É un abito colore carne quasi tendente al beige, attentamente rifinito sul corpetto, con delle bretelle molto sottili, lungo fin sopra al ginocchio.
Per le scarpe scelgo dei tacchi anch'essi beige, non molto alti,  comodi per ballare.
Decido assolutamente di prenderlo, anche Flavia trova il suo abito, é nero semplice ma con del macramè ricamato di sopra, corto davanti e un po' più lungo di dietro, con il corpetto retto, per quando riguarda le scarpe anche lei le ha scelte dello stesso colore dell'abito.
Torniamo a casa, sono già le 19:00, la festa inizia alle 21:30, Flavia é rimasta da me, così ci prepareremo e andremo insieme alla festa.
Per fortuna Christian si é ripreso e verrà alla festa, non vedo l'ora di incontrarlo.
Vado a fare una doccia, dopo essermi asciugata passo la piastra ai capelli e mi vesto, fa lo stesso Flavia e poi ci trucchiamo, un trucco leggero.
Ci scattiamo una bella foto e saliamo in auto, ci accompagna mia cugina Chiara, anche lei invitata alla festa.
Arrivate salutiamo Matteo e altri amici, Flavia rimane a parlare con lui, così la lascio lì, intravedo in giardino Alessio.
Come fa ad essere così affascinante in ogni situazione!?
Ebbene sì, l'ho detto, ma è la verità, c'è poco da fare.
È in vestito, con una camicia nera, molto elegante insomma.
Mi ha vista, quindi mi avvicino a salutarlo, Christian non è ancora arrivato, credo.
«Ei»
«Lara! wow sei una meraviglia»
«Ti ringrazio, sai se Christian è arrivato?»
«Si, era andato di là a bere qualcosa.. Ah eccolo»
Mi volto e Christian si blocca a guardarmi, io abbasso gli occhi e poi sorrido.
«Lara, caspita piccola..sei semplicemente stupenda»
«Anche tu stai bene con questa camicia»
Mi avvicino a lui e gli sistemo il colletto, poi gli sussurro all'orecchio:
«Sai che ho un debole per le camicie?»
Lui scuote la testa.
«Adesso lo sai»
Gli faccio l'occhiolino e lui mi bacia, Alessio si allontana abbastanza infastidito.
Passiamo la serata a ridere e ballare, tra un bicchiere di sangria e un altro di vodka, ci stiamo divertendo molto, sono già le 23:30.
Mi allontano un attimo per andare in bagno a rinfrescarmi il viso, non ricordo più dove sia in realtà, mi gira la testa, forse ho bevuto troppo.
La devo smettere di pensare che posso reggere l'alcool, perché a quando pare non è così.
«Cerchi qualcosa?»
«Oh Alessio, si il bagno, mi ricordi dov'è?»
Lui alza un sopracciglio e mi porge la mano.
«Si, vuoi che ti accompagno?»
«Basta che me lo indichi, grazie»
Camminiamo per un lungo corridoio con tante porte, poi finalmente lo troviamo.
«Eccolo»
Lui fa per entrare con me, ma io gli metto una mano sul petto e lo fermo.
«Che stai facendo?»
«Potresti sentirti male, voglio solo tenerti compagnia»
«No grazie, sto bene, puoi andare adesso»
«Fai la difficile»
Mi trascina dentro e mi sbatte al muro  tenendomi forte.
«Alessio lasciami!»
Mi tappa la bocca con l'altra mano e io inizio ad avere davvero paura.
«Tu dovresti essere la mia ragazza! Perché è ti è così difficile da capire?»
«Non lo sono e mai lo sarò! Adesso lasciami in pace!»
Gli do una ginocchiata nelle parti basse e così riesco ad allontanarlo.
Ma l'ho sottovalutato, è più forte di quanto ricordassi, ritorna su di me e scende una mano sui miei fianchi e mi stringe a lui, poi cerca di baciarmi e io mi divincolo.
Ad un tratto entrano nel bagno Flavia e Christian, presumo mi stessero cercando e abbiano sentito le urla.
«Che cazzo stai facendo!? lasciala immediatamente!»
Christian sposta con forza Alessio da me e gli dà un pugno allo stomaco, si piega dolorante, lo prende per la camicia e lo sbatte alla porta.
«Alessio cazzo! t'ho avvertito, non avresti dovuto sfiorarla, mi stava bene che siete seduti insieme nel banco, che parlate, ma poi basta! Ti sei preso fin troppa libertà, non avvicinarti mai più a lei, non le parlare, non la guardare! O la prossima volta non so cosa ti faccio»
Alessio mi lancia un ultima occhiata per poi rivolgersi a Christian.
«Ci rivedremo e non andrà così bene per te»
Detto ciò esce fuori dal bagno e se ne va.
Io sono a terra in lacrime, Flavia mi é stata accanto abbracciandomi, ora mi si avvicina Christian e mi prende in braccio, sono senza forze, sento che parla con Flavia.
«La porto a casa mia, tu avverti sua madre e dille che dorme da te»
«Lo farò, per favore trattala bene»
«Non oserei mai farle del male, io la amo»
Dopodiché usciamo dalla villa e Christian mi porta a casa sua.

* * * *
Saranno passate due ore, non ho la cognizione del tempo in questo momento, mi guardo intorno, sono nel letto di Christian, lui é accanto a me e mi accarezza i capelli, sono con una sua maglietta che mi arriva fin sopra il ginocchio.
«Ei, ti senti meglio?»
«Umh insomma.. la testa..Ma cosa é successo? E perché sono qui?»
«Non ricordi niente?»
«Eravamo alla festa, stavo parlando con Alessio, poi sei arrivato tu e adesso siamo qui e sono solo con una tua maglietta addosso..»
«Tranquilla, ti ho solo tolto quel vestito per metterti a letto, non é successo niente, anzi è finita bene»
»Alessio..Si, ora ricordo, scusami é tutta colpa mia, non dovevo bere troppo, e non dovevo chiedere a lui dov'era il bagno»
Mi porto la mani su gli occhi, sono piuttosto scossa.
«Ei, ei, non é colpa tua, é lui il bastardo che stavo approfittando della situazione, se solo ci penso mi sale una rabbia»
Mi rannicchio a lui che a sua volta mi stringe a se e lascia un bacio sulla fronte, restiamo così a coccolarci fin quando non ci addormentiamo.

Il mio migliore "amico"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora