T/N's pov
Restai lì per non so quanto, si gelava, appunto stavo tremando come una foglia al vento.
Ero patetica.
Cercavo disperatamente di togliermi almeno lo scotch dalla bocca, ma non ci riuscivo, ovviamente.
Scoppiai a piangere, cosa che peggioró le cose visto che già respiravo a fatica.
Floch arrivó non so quanto tempo dopo, grazie al cielo oggi era domenica e non dovevo andare a lavoro.
<<Hai imparato la lezione?>> chiese, ed io annuì non so quante volte mentre piangevo.
<<Bene>> sussurró sorridendo in modo sadico per poi togliermi lo scotch dalla bocca.
<<così potremo finalmente parlare di chi era quell'uomo>> disse slegandomi.
<<era solo il mio capo... Levi Ackerman>> dissi alzandomi con le gambe che mi tremavano, ma lui non mi credeva.
<<Sei fortunata che sono le due di notte, e che sono troppo stanco per picchiarti a sangue, puttana>> disse afferrandomi per un braccio.
<<Giuro che ti denunceró pezzo di merda!>> urlai dimenandomi.
<<Non hai il coraggio, ne hai avute di occasioni per farlo e non lo hai mai fatto>> disse continuando a sorridere.
E la cosa brutta che aveva ragione, non riuscivo ad immaginare cosa potermi fare una volta uscito.
<<e poi è la mia parola contro la tua e di quel tuo amichetto, e conosco uno dei più bravi avvocati d'America, ti conviene stare zitta>> disse una volta usciti dalla cantina.
<<E se osi di nuovo fare ritardo...>> disse.
<<Cosa fai? Mi uccidi?! Su allora, uccidimi! Non ce la faccio più! Ti prego uccidimi e basta>> urlai.
<<Ho ancora bisogno di te, tranquilla, non ti ucciderò>> disse per poi buttarmi per terra.
<<Ma sappi solo che per ora ti farò capire chi è che comanda!>> urlò dandomi un calcio nello stomaco di nuovo.
Non mangiavo da quasi un giorno, stavo morendo di fame, e il calcio non era l'ideale.
<<ti prego, smettila, ho un mal di stomaco tremendo>> sussurrai.
<<Ma stai zitta! Ti sto anche facendo un favore a non farti mangiare, non vedi quanto sei grassa?! Fai schifo!>> disse dandomi un altro calcio.
Io continuai a piangere, e io non potevo fare nulla.
Continuó così per non so quanto, so solo che quando ebbe finito non riuscivo ad alzarmi.
Mi faceva male dappertutto, non volevo neanche vedere i lividi, sarebbero stati troppi.
Mi aveva lasciato lì, sul pavimento gelido, mentre lui era in camera da letto, si era preso qualche alcolico e si era chiuso a chiave.
Notai che aveva lasciato il telefono qui, e subito mi venne un'idea.
Mi trascinai, per poi prenderlo, e lo accesi.
Non mi serviva nemmeno la password, si poteva fare la chiamata d'emergenza.
9...
Toccai a fatica il tasto, stavo per svenire, mentre sporcavo lo schermo con il sangue che mi stava uscendo dal naso.
1...
Scrissi, la vista mi si faceva sempre più sfocata.
Non ce la feci, e svenni semplicemente, con il telefono in mano, che si spense automaticamente.
Mi svegliai all'alba, forse verso le sei e mi scoppiava la testa, e mi fischiavano le orecchie.
Non avevo più il telefono in mano, Floch lo aveva preso.
Scoppiai a piangere, mentre avevo il viso impastato di lacrime, sangue e saliva.
Mi alzai, e mi sentivo come persa, perciò mi appoggiai al mobile più vicino.
<<Perché...?>> dissi per poi sputare sangue.
Mi accasciai di nuovo per terra, non riuscivo a camminare, neanche a reggermi in piedi a quanto pare.
Mi ricordai che in telefono avevo il telefono che serviva solamente per chiamate di lavoro, quindi gli unici contatti registrati erano quello di Levi, Hanji, un certo Eren, Erwin, e altre cinque o sei persone.
Chiamai Levi, schiarendomi la voce.
<<T/N! Come stai?>> chiese.
<<Male, sto molto male>> dissi sinceramente.
<<Perché? Che è successo?>> chiese subito preoccupandosi.
<<Ho solo bisogno di stare con qualcuno di cui mi fido, so che è molto presto, ma possiamo vederci tra un'ora nel parco vicino al cinema?>> chiesi asciugandomi le lacrime.
<<Certo>> disse e io sorrisi, per poi riattaccare.
Mi rimisi il telefono in tasca.
Andai in camera da letto, non era più chiusa a chiave.
<<Che c'è?>> chiese, era già sveglio.
<<devo andare a lavoro, mi preparo e basta>> sussurrai mentre tremavo.
<<Va bene>> affermó alzandosi.
Io restavo di spalle, mentre ero rivolta verso l'armadio, e restavo ferma.
<<sai che mi dispiace?>> chiese cingendomi la vita con le braccia.
Io non sapevo che dire, avevo paura.
<<Quando torni mi farò perdonare>> disse dandomi un bacio sul collo per poi allontanarsi.
Io presi i vestiti, e corsi in bagno, chiudendomi a chiave.
Misi la musica in doccia, a tutto volume, quasi mi facevano male le orecchie.
Feci scorrere l'acqua tiepida, e mi accasciai sul pavimento della doccia.
Mi misi le mani tra i capelli e poi urlai, a squarciagola, nello stesso punto in cui anche in cantante urlava, e poi tirai un respiro di sollievo.
Non ce la faccio più a vivere così, ma non c'è altra scelta.
Angolo atroce
Ma quanto fai schifo Floch? Tanto! Ecco quanto!
Chi firma per farlo arrestare?
Secondo me la gente così la sedia elettrica se la merita bella e buona, fine della storia.
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La mia unica speranza ❤︎Levi x Reader❤︎
FanfictionQuesta storia parla soprattutto di abuso, maschilismo e violenza di genere, cose che succedono comunque ogni giorno, quindi questa storia è in onore delle vittime di femminicidio, e delle donne che non riescono ad uscire da relazioni violente. Buona...