Collide

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[Vedrai, neppure te ne accorgerai
Starai ferma lì, e succederà
Ti innamorerai a Marzo
e sboccerai come un fiore a primavera]

[Angel]

Un pallido sole filtra dalle serrande socchiuse della finestra e osservo il modo in cui i raggi accarezzano quasi con timidezza il soffitto.
Il silenzio è spezzato, di tanto in tanto, solo dal canto in lontananza di qualche gallo.

Amo quell'illusione del tempo che pare quasi congelarsi che appartiene all'alba e alla notte.
Sono gli unici momenti in cui mi pare che ogni cosa possa durare per sempre, sono gli unici momenti in cui credo che la pace possa esistere, che non serva molto per farla scendere sul proprio cuore.

Il respiro leggero di Joan al mio fianco fa accrescere ancora di più quella sensazione di pace dentro di me.
Ho dormito pochissimo questa notte, persa in mille pensieri, e più mi addentravo in essi, più mi ci ritrovavo avviluppata, come una mosca nella tela del ragno.

Averlo così vicino mi riempiva il cuore a tal punto da sentirlo scoppiare.
Non riuscivo a credere che stavamo condividendo lo stesso letto, eppure, mi sembrava così naturale, così giusto.
Avevo passato la maggior parte del tempo ad osservarlo, i capelli arruffati, il viso disteso e che lo faceva sembrare anche più piccolo della sua età, ogni suo gesto o movimento mi facevano inspiegabilmente sorridere.
E mentre lo guardavo, non avevo potuto fare a meno di pensare che avevo guardato dormire solo un altro prima di lui.

Dio, mi sentivo così strana.

Quando aveva chiuso gli occhi ed era scivolato nel mondo dei sogni, non ero sgattaiolata via, per rintanarmi nel mio angolino ai bordi del letto.
Ero rimasta lì, vicino a lui, ed era stato bellissimo.

Mi passo una mano sulla fronte, scostando la frangetta, mentre un sospiro lascia le mie labbra.
Mi allungo verso il comodino per recuperare il cellulare, e lancio uno sguardo a Joan perché non voglio che si svegli.
Manca un quarto d'ora alle otto e io non ho più voglia di ascoltare questo silenzio.
Afferro il telecomando e accendo il televisore, mantenendo il volume dell'audio molto basso per evitare che Joan si svegli.

Inizio a fare zapping, alla ricerca di qualcosa di interessante, ma a quest'ora, in televisione, c'è ben poco.
Poi, all'improvviso, tra un canale e l'altro, appare ai miei occhi un immagine che mi attira all'istante.
Alzo di poco il volume, e lancio diversi sguardi a Joan, ma sembra perso in un sonno profondo, per cui, non dovrei disturbarlo.

La sigla di Lady Oscar si diffonde per la stanza, ed io non posso fare a meno di sorridere.
Ho sempre amato Lady Oscar, ci sono praticamente cresciuta.

<<Lady Oscar, Lady Oscar
Nell'azzurro dei tuoi occhi c'è l'arcobaleno.
Lady Oscar, Lady Oscar
Chi lo sa se un giorno poi tu l'attraverserai,
Dovrai riuscire sai, a non cambiare, non cambiare mai.>>

Canticchio, agitando le mani, e mi sembra di essere tornata bambina, perché in fondo, io sono ancora una bambina e non ho nessuna intenzione di crescere.
Mi tiro su a sedere, afferrando le coperte e sistemandoli meglio intorno al corpo.
È il primo di marzo, ma siamo ancora in pieno inverno, ergo, tremo ancora come una foglia al vento.
Alzo un altro po' il volume e noto che si tratta del terzo episodio, per fortuna ho scoperto che lo trasmettono ora che è agli inizi.

Mentre continuo a tenere lo sguardo fisso sul televisore, sento Joan muoversi al mio fianco, e dopo qualche secondo un suo braccio mi circonda i fianchi.
Spalanco gli occhi e mi volto a guardarlo.
Sembra ancora addormentato, mentre mi stringe a sé e non posso negare, almeno a me stessa, il brivido che mi attraversa la schiena nel sentirlo così vicino, in un modo così intimo.
Scuoto la testa e cerco di concentrarmi sull'episodio di Lady Oscar, ma ora mi risulta praticamente impossibile.
Non riesco a smettere di pensare al fatto che Joan sta dormendo con un braccio intorno ai miei fianchi.

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