[My heart is full and my door's always open, you come anytime you want, yeah
I don't mind spending every day
Out on your corner in the pouring rain
Look for the girl with the broken smile
Ask her if she wants to stay a while
I know where you hide, alone in your car
Know all of the things that make you who you are
I know that goodbye means nothing at all
Comes back and begs me to catch her every time she falls, yeah][Marc]
[Maggio 2014]<<Marc, tu pensi mai alla morte?>>
<<Angel, hai bevuto per caso?>> le chiedo, voltandomi di scatto a guardarla, sorpreso da quella domanda.
<<No, perché?>> mi domanda lei di rimando, confusa. È seduta sul mio letto, un libro posato sulle gambe, mentre io sono seduto per terra ai piedi del letto con il joystick tra le mani.
<<Ti sembrano domande normali queste?>>
<<Uhm...sì.>> risponde lei, come se fosse una cosa ovvia, sbattendo le palpebre.
<<Angel! Certo che non ci penso alla morte! Perché dovrei farlo? Avanti, sono un pilota, mi rifiuto di pensarci. So che accadrà prima o poi ma evito di pensarci!>> replico, lasciando perdere il joystick e andandomi a sedere accanto a lei. <<Perché...tu ci pensi?!>> lei solleva le spalle, inarcando un sopracciglio.
<<Beh, ogni tanto. Cioè, più che altro sono arrivata alla conclusione che non ho paura della morte in sé. Spesso può essere una liberazione. Ho paura del come. Capisci cosa intendo? Ho paura del modo in cui morirò. Ho paura del dolore, dell'agonia che potrebbe precederla. Di questo ho paura.>>
La osservo, non sapendo cosa dire. Non riesco a credere che stiamo davvero affrontando questo discorso.
A volte mi chiedo come diavolo facciamo io e lei ad essere amici. Siamo così diversi, e lei è così diversa da tutti i miei amici. Io sono un festaiolo, ogni occasione è buona per fare casino, per bere una birra e passare del tempo in compagnia. Lei invece è l'esatto contrario. Solitaria, introversa, fredda, sempre così riflessiva e che ama passare il proprio tempo con la testa immersa tra le pagine di un libro. Però l'ho vista, come si lascia andare quando si sente a suo agio e parte la musica giusta. Il fatto è che non so spiegare come mai andiamo così d'accordo e ci incastriamo così bene nonostante le nostre differenze. Forse, perché amo tutte quelle cose che la rendono diversa da me. Mi piace il fatto che mostri il suo lato più dolce e fragile solo con me o Alex, mi fa sentire un privilegiato. Mi piace il suo rifuggire la confusione, il suo amore per l'antico Egitto, il modo in cui il suo viso si illumina quando parla di qualcosa che ama, che le fa bruciare il cuore. Mi piacciono i suoi silenzi e i suoi sorrisi, amo i suoi occhi e quel velo di nostalgia che li caratterizza. È come se vedesse sempre oltre ciò che sta guardando. Amo quel suo essere così altera e orgogliosa, come se fosse fatta di ghiaccio, ma allo stesso tempo fragile e priva di malizia.<<Ti ho lasciato senza parole, Marquez? Strano, sei sempre così loquace.>> la sento dire, sogghignando. Scuoto la testa, e mi risveglio dai miei pensieri. La guardo male.
<<Non dovresti pensare a queste cose, Angel.>>
<<Ma fanno parte della vita, Marquez. Non sto neppure a pensarci, non ho elaborato questo pensiero dopo giorni o settimane di riflessione. Fa semplicemente parte di me, del mio modo di essere. Come il fatto che se morissi vorrei donare gli organi e non vorrei finire sotto terra. Voglio disperdermi tra le onde del mare, nell'aria, arrivando fino alle nuvole.>> spiega, con naturalezza, chiudendo gli occhi e accennando un sorriso. Continuo a fissarla, sconvolto. <<L'ho già detto anche a mia madre. Perché tengo al fatto che le persone a cui voglio bene sappino quali siano i miei desideri.>>
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A Fior di Labbra
Fanfiction(Seguito di A fior di pelle, se volete capire qualcosa di quello che accadrà in questa seconda parte, vi consiglio di leggere il primo racconto). Può una bugia rovinare ogni cosa? Può distruggere l'amore più ardente, più forte, più inarrestabile? Or...