Un cuore in mille pezzi

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[Each time you break my heart
I try to put my pride aside
Each time you break my heart
A little voice inside me cries
No matter what you do or say
I'm gonna love you
I'm gonna love you anyway
There's no compassion, all your warmth is gone
Tell me how, oh, how can I keep holding on
I see the look in your eyes
I know you're hurting inside
Let me try
To make you love me again
I'll say that I knew you when
You were mine]

[Angel]

<<Avanti, piccolo fiore. Non dirmi che sei già stanca. Non sei più abituata alle tue montagne?>>

<<Non sono affatto stanca!>> replico, punta sul vivo.

Per tutta risposta, mio nonno scoppia a ridere, e riprende a camminare davanti a me.

In effetti, sono un po' stanca.
Anzi, sono molto stanca, ma non lo ammetterei mai.
Ho chiesto io di venire nei boschi per recuperare l'orientamento perduto, ma avevo dimenticato quanto fosse difficile muoversi per i boschi innevati.
Il sentiero davanti a noi è ben tracciato, nonostante sia comunque un po' scivoloso a causa del ghiaccio, ma io fatico ancora ad orientarmi.
Sollevo lo sguardo.
Gli abeti, carichi di neve fresca, sembrano incombere su di me, mentre un pallido sole filtra tra i rami.

Sento un peso opprimente sul cuore, un senso di disperazione invadermi, e capisco che sono sul punto di scoppiare a piangere all'improvviso, senza nessun apparente motivo.
Sono giorni che mi sento così, dopo anni che non mi ci sentivo più.
Sento l'improvviso desiderio di sparire o di dissolvermi nell'aria.

Eppure, sono tornata a casa, sono tra i miei boschi, tra le mie montagne, dovrei essere felice, perché a volte invece, mi sento come risucchiare in un turbinio di disperazione, paura e dolore?

La risposta si affaccia alla mia mente come se fosse stata lì da sempre.

Sono sola.

Sono sola, di nuovo, dopo anni passati a non esserlo più.

Ho perso tutto quello che avevo, e certe volte, la paura e la disperazione mi tolgono quasi il respiro.

<<Angel, piccolo fiore, stai bene?>> la voce di mio nonno mi richiama all'attenzione. Sollevo di scatto la testa verso di lui, e stringo le labbra, rese screpolate dal freddo.

<<Sì. Tutto bene, nonno, ma ti prego, aspettami.>> lo imploro, mentre mi impongo di allontanare quei pensieri dalla mia mente.

Sono forte, la solitudine non mi ha mai spaventato. Non ho bisogno di nessuno, di nessuno.
Posso farcela benissimo da sola, come ho fatto per anni.
Devo solo...riabituarmi.
In fondo, la vita non è tutta una questione di abitudine?

Sento mio nonno ridere, piano, mentre lo raggiungo a fatica. Tende una mano verso di me ed io la afferro, sicura.

<<Non starai ridendo di me, spero.>> fingo di guardarlo di traverso e lui sogghigna nuovamente, scuotendo la testa.

<<Della mia nipotina? Mai. È solo che...a volte mi fermo a guardarti e penso alla splendida ragazza che sei diventata. Sei sempre il mio piccolo fiore, che si è costruito una bella torre per difendersi e proteggersi.
Ti guardo e vedo il tuo portamento fiero, altero, gli occhi fiammeggianti di orgoglio e sono sicuro che non ti farai mai mettere i piedi in testa da nessuno, per nessuna ragione, che metterai l'amore per te stessa prima di ogni cosa, prima di ogni altro amore.>>

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