THE REASONS

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Tried to change the ending
Peter losing Wendy, I
I knew you

DICEMBRE, 2010

C'è qualcuno che parla all'orecchio di Louis, e lo sta facendo in maniera rassicurante, tenendogli una spalla, ma per lui è come un ronzio che stira le pareti del suo cervello prima di uscirne, e non sta funzionando. Finché, qualche minuto dopo, in cui il suo respiro non si è ancora regolato come vorrebbe, non sente l'unica voce che potrebbe distinguere dire al tecnico del suono che lo sta praticamente tenendo in piedi: ''Ci penso io, la ringrazio'', ed è un tono basso, serio; poi, la mano sulla sua spalla si allontana, e così i suoi passi. Harry rimane lì in piedi e per un attimo non lo tocca, poi gli prende la testa con le mani e la spinge contro il suo petto, accarezzandogli le scapole, il mento che puntella i suoi capelli. ''Respira, amore'', chiede gentilmente, un pollice sul lato della tempia ''Respira con me. Va tutto bene. Non è successo niente.''

''Non lo posso fare'', mormora Louis, scuotendo la testa ''Non lo posso fare.''

''Certo che puoi'', e la voce di Harry sembra raccontare una verità oggettiva, un commento sicuro. Gli bacia la fronte. ''L'hai praticamente già fatto.''

''No. No, non posso. Sono tutti lì fuori'' mugola, come se non fosse ovvio. Sono i giudici, è ovvio che siano lì fuori. Il problema è che non sta ragionando, anche se prova a calmarsi, accarezzando la gamba di Harry, inspirando. Harry gli bacia nuovamente la fronte:

''E tu sei qui dentro. Con me, in ogni caso. Quindi tu adesso andrai lì fuori'' una mano gli prende il mento e glielo alza, un naso si adagia al suo ''E farai un'esibizione fantastica. Ehi'' sente una piccola risata ''Guardami, amore. Apri gli occhi.''

Louis obbedisce, trovandosi davanti un paio di occhi verdi che lo fissano tranquilli. Harry gli bacia il naso, stringendosi più a lui, tra le sue gambe, una mano sulla sua testa. ''Sarò l'ultima persona che vedrai prima di andare sul palco'' promette, la voce bassa ''E la prima quando tornerai dietro le quinte. Va bene? Non sei solo.''

''Non sono solo'', ripete, annuendo. Certo che non lo è. Harry è lì.

Rimangono in silenzio per un po', Harry lo tiene stretto, Louis lascia che le sue mani gli cullino la testa, solide, tranquille, come se non fosse uno dei giorni più importanti della loro vita, come se non dipenda tutto da loro, adesso. Harry non smette di lasciargli piccoli baci, dondolando, e Louis ha le mani sulla sua schiena, adesso, ne traccia le piccole avvallature. ''Hai provato a tenerti i polsi?'' chiede dolcemente al suo orecchio, e Louis annuisce, arricciando la sua maglietta. Harry esita: ''E non ha funzionato?'', e questa volta scuote la testa. Harry rimane silenzioso, a riflettere, per qualche altro minuto. Poi, lo scosta di nuovo per guardarlo:

''Proviamo una cosa'' propone gentilmente, alzando una mano per allontanarla dai suoi capelli. La poggia al centro esatto del suo petto, senza parlare, e lascia il palmo fermo e rilassato lì sopra, contro la maglietta di Louis, in attesa. Harry sembra ascoltare il battito furioso del suo cuore come se fosse una melodia tranquilla, e il peso della sua mano gli impedisce di respirare affannosamente, costringendolo a rallentare. E' un semplice esercizio di respirazione, ma è Harry a dettare il ritmo: una mano sul suo cuore e una sulla sua guancia, fa sì che Louis lo guardi e sospira dolcemente quando le loro fronti si toccano.

''Respira con me, amore. Piano. Non andare contro la mia mano'' ricorda, la voce bassa mentre gli occhi di Louis seguono ogni curva del suo viso. ''Shh. Va tutto bene. Sono qui. E' l'ultima sera, Lou, ed è praticamente già tutto deciso. Hai delle proposte di contratto che non stracceranno tra qualche ora. Va tutto bene. Ce l'hai fatta. Ce l'abbiamo fatta. Respira.''

Please, Fall In Love With Me ||L.S.||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora