THE GALA

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But I knew you

OTTOBRE, 2010

Louis non deve rovinare tutto. In momenti come questi, è incredibilmente facile. Eppure gli tremano le mani, che continua ad insaponare continuamente. Ormai è la terza volta che se le lava, ma non le guarda, no, guarda i suoi occhi nello specchio. Terrificati.

''Puoi farcela'' borbotta al riflesso opaco, annuendo una sola volta, con convinzione, prima di tornare a sciacquarsi. Mentre sospira pesantemente e pensa all'esibizione, sente la porta di una delle cabine dei bagni aprirsi, e vede appena qualcuno farsi avanti con la testa bassa e la mano nei capelli, tutto questo mentre Louis strappa della carta e si asciuga le mani, finalmente, tamponando i palmi morbidi. Non ci pensa più di tanto.

Se non fosse che quella persona gli va addosso.

''Ops'' sente, imbarazzato, quasi in panico, totalmente inaspettato, poi una mano sulla spalla mentre il ragazzo si regge a lui e lui si regge al lavandino, barcollando per un solo secondo prima di ritrovarsi sulle sue stesse gambe. Louis non è arrabbiato, è normale. Lì dentro sono tutti nervosi. Volta la testa di scatto, incontrando un paio di occhi verdi e umidi di pianto, enormi, ancora rossi, gonfi, che sbattono velocemente con immenso imbarazzo. Si discosta piano, e anche il ragazzo fa un passo indietro. Louis inclina la testa: ''Ciao.''

Avete presente il momento in cui vi accorgete che le nuvole si muovono nel cielo? E' incredibilmente raro, deve essere una giornata particolarmente bella, tersa, forte vento, nuvole straordinariamente bianche. A volte capita: a Louis è successo. E' un momento in cui sente di aver notato un dettaglio così infinitesimale del mondo da avere quasi lo stomaco pesante, ma in maniera positiva. I suoi polmoni si aprivano e respirava meglio, tremando sotto il peso di essere così dannatamente piccolo. E' come si sente adesso: sta fissando questo sconosciuto in maniera ridicola, e si sente come un puntino nel mezzo di un foglio bianco. I suoi occhi sono di un colore che non aveva mai visto, e ha i capelli arruffati, ricci, piccoli cavatappi color cioccolato contro le orecchie, sono torturati dalle sue dita. E' assolutamente senza fiato, ma deve darsi una svegliata, prima di fare una figuraccia. Sembra più piccolo, ma forse è solo il rossore sulle guance e sul naso, che si disperde quando si passa il dorso della mano sulla faccia. Un ricciolo gli scende sulla fronte e, quando sposta il braccio per aggiustarselo, Louis nota l'adesivo sulla maglietta. Si infila le mani ancora umide in tasca e balbetta l'unica cosa che gli viene in mente:

''Ansia da prestazione?''

Il ragazzo ride appena, passandosi appena i capelli dietro la testa. Deve essere un piccolo tic, pensa. E' adorabile. ''Oh, sì. Solo... Solo un po'. E' che sono uno dei più piccoli.''

''Credimi, non cambia niente. Ce l'abbiamo tutti'' conforta, alzando le spalle con una risata, e gli occhi verdi del ragazzo scattano al suo adesivo, notandolo probabilmente per la prima volta, prima di tornare su di lui. Alza una sola spalla e prova uno sbuffo divertito che esce più nervoso di quanto dovrebbe, e se ne accorgono entrambi.

''Non lo rende meno... Enorme.''

Louis si mordicchia il labbro: ''Vero.''

Il ragazzo soffia dal naso dolcemente, poi lo supera per lavarsi le mani. Tremano un po', ma sembra non volerlo dare a vedere. Louis si poggia al lavandino successivo, spostandosi con un movimento del fianco, e guarda appositamente da un'altra parte, incrociando le braccia.

''Sai, credo che tutti abbiano ansia da prestazione. Anche i grandi. Non averla significa essere troppo sicuri di sé.''

Il ragazzo lo guarda con la coda dell'occhio: ha un bel profilo, ancora da ragazzino, paffuto in maniera adorabile, ma appena definito. Piccoli accenni sul naso e sulla mascella. ''Tu lo sei?'', domanda all'improvviso, spiazzandolo. Louis si prende il suo tempo per pensarci.

Please, Fall In Love With Me ||L.S.||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora