Lydia’s pov
Prendo un grandissimo respiro.
Sono davvero sicura della mia scelta?
Oh, ma certo che ne sono sicura! Questa è la soluzione migliore per tutti. E comunque ora non puoi più tirarti indietro e cambiare idea.
«Allora, il gatto ti ha mangiato la lingua?» beffeggia lui divertito dalla mia esitazione nel parlare.
«Oh ti prego, chiudi quel becco cadaverico che ti ritrovi» roteo gli occhi.
L’ho già detto che non lo sopporto? Beh, lo ridico: lo odio con tutta me stessa. Se non fosse già morto lo ucciderei seduta stante!
A costo di finire in galera.
Prendo un altro sospiro.
«Allora? Non ho tutto il tempo» si indispettisce.
«Muto. Hai tutta l’eternità davanti» roteo gli occhi.
«Ho deciso che mi unirò a te. Ma giuro che, se non mantieni la promessa, ti faccio tornare in vita per poi ucciderti dolorosamente» lo minaccio sia a voce che con lo sguardo.
«Speravo di sentirtelo dire. Beh, ovviamente senza la seconda parte. Comunque ci vediamo domani sera a questo indirizzo: dove ti presenterò ufficialmente come cantante» sorride beffardo.
«Spero solo non lo scoprano» sussurro.
«Tranquilla, non ci sarà alcun problema riguardo a questo» e ghignando si smateriallizza non so dove. Spero solo più lontano da qui.
Andata. Ormai ho decretato la mia sorte, lo faccio solo per loro. Non posso accettare che spariscano nel nulla.
Spero solamente che non lo vengano a sapere.
Giuro che se non mantiene il patto, quel fantasma egocentrico dovrà pregare di non incontrarmi mai più.
Reggie’s pov
«Tranquilli ragazzi, Willie ha detto che ci pensa lui» spiega il mio amico batterista, mentre ci avviciniamo all’entrata del locale. Aspettando il suo grande amore.
«Funzionerà, vero?»
«Deve funzionare» mi risponde freddo Luke. È così, nei miei confronti, da ieri. Da quando gli ho confessato di essere innamorato di sua sorella.
Una scossa ci pervade tutto il corpo.
Cavolo, che dolore allucinante! Non mi ci abituerò mai.
«Hey, state bene?» domanda preoccupato, Willie, materializzandosi dietro di noi.
«Si, ci è già capitato altre volte» prova ad essere leggermente sarcastico Alex.
Che silenzio imbarazzante.
Luke mi fissa. Probabilmente starà cercando qualche metodo per farmi sparire del tutto, e come biasimarlo.
Lo guardo, cercando di avere un qualsiasi contatto con lui. Voglio risolvere. Lui in risposta guarda Willie.
«Com’è andata?»
«Quando il gruppo spalla si sveglierà, il loro bus si troverà a duecento miglia da Las Vegas. E non riuscirà a tornare in tempo» annuncia, per poi battere il cinque al cantante.
«Vuol dire che là sopra c’è un promoter che sta dando di matto in questo momento» esclama entusiasto lui.
«Nah, siamo a Hollywood: sarà molto professionale, ve lo assicuro» ridacchia lui.
Alex gli si avvicina, e io e Luke ci spostiamo per lasciargli la loro privacy.
«Scusa» sussurro a testa bassa.
«Per cosa?» domanda leggermente confuso.
«Lo sai» lo guardo negli occhi.
«Non è colpa tua. Non è colpa di nessuno»
«E allora perché sei incazzato con me?»
«Non sono incazzato con te, non più. È stata dura accettare i tuoi sentimenti per mia sorella, davvero ardua. Ma non posso essere arrabbiato con te per una cosa che non hai scelto tu. Nessuno sceglie di chi innamorarsi, nemmeno Cupido può» mi spiega lui.
«Io, davvero Luke, giuro che farò di tutto per opprimere ciò che provo per lei. La eviterò, se questo può riportarmi la tua amicizia» dico seriamente.
Mi manca il mio migliore amico, colui con il quale ho condiviso tutto. È la mia famiglia, insieme ad Alex ovviamente, e non voglio rovinare nulla.
«Tu non… non devi giurarmi nulla. Non… Io… io sono contento»
«Cosa?»
«Ci ho riflettuto e… ad essere sinceri: vi vedo davvero bene insieme. In fin dei conti non la vedrei con nessun altro, se non te» confessa sorridendomi.
«Questo vuol dire che siamo amici? Amici come prima?» scuote la testa in segno di negazione.
«No. -riepinde secco, facendomi abbassare lo sguardo- Ora siamo cognati» ride lui.
Non perdo tempo e lo abbraccio fortissimo. Sono così felice che si sia risolto tutto.
«Ora andiamo» mi indica Alex, il quale ha appena salutato il suo “amico”, ed ora è triste.
«Alex, tutto bene?» domando dolcemente.
«Si, si sto bene»
«Grazie a Willie, ai Panic! at the Disco serve un gruppo spalla» rallegra l’atmosfera il castano.
«E li sopra, devono sapere che siamo disponibili» detto ciò, ci smaterializziamo, per poi comparire nell’ufficio del promoter.
«No, no, no. Basta, basta dare la colpa al bus -sbatte il telefono contro la scrivania- okay» continua la telefonata.
«Willie aveva ragione: quest’uomo è un professionista» lo prendo in giro.
«Bene ragazzi, facciamo una magia. Alex, un balletto?» chiede ovvio. In risposta il batterista fa una piroetta, finendo dietro alla segretaria e facendole cadere un portapenne pieno.
«Ma che?» sbuffa, quest’ultima, sbuffando e accucciandosi per raccogliere le penne e il suo contenitore.
«E, vai!» annuncio, mettendo un nostro video sul suo computer.
«Si, ecco!» conclude Alex, scrivendo sul block-notes il numero di Julie.
«Veloci si gira!» ci annuncia il castano.
“I belive that we’re just one dream, away from who we’re meant to be. That we’re standing on the edge…”
«Tasha! Chiama CJ e digli che mi serve un gruppo per aprire fra tre ore» le incarica il promoter, staccandosi dalla chiamata.
«Si, ma prima vieni qui a vedere»
«Come?» si avvicina a lei.
«Il video è partito sul mio portatile. Ha avuto mezzo milione di visualizzazioni in due giorni»
«Ma chi sono?» domanda sbalordito.
«Una band di ologrammi. Si chiamano Julie and the Phantoms» spiega.
«Dillo agli amici» commento.
«E, e in che città si trovano?»
«Proprio qui, a Los Angeles»
«Chiamali!»
«Si!» urliamo in coro.
«Certo, non so come…» osserva, girandosi un po’ per la scrivania. Per poi inquietarsi, una volta notata la scritta sul block-notes fatta da Alex.
«Tu scrivi molto meglio di me» osserva Luke.
«Sicuramente. Si» constata il biondo.
Julie’s pov
«Sicura di stare bene? Sei strana» constato osservando la mia migliore amica, seduta di fronte a me.
«Certo, tutto bene. Perché mai il contrario?» ribatte bevendo un sorso di coca-cola.
«Te l’ho detto: da quando sei arrivata hai un’aria, azzardo a dire, triste e tormentata» le spiego.
«Davvero Julie, non so di cosa tu stia parlando» taglia secca.
Sono sicura che stia mentendo, e anche spudoratamente.
«Non insisto più. Sappi che se hai bisogno, io sono sempre qui»
«Grazie, lo stesso vale per te»
Continuo a guardarla, vorrei davvero tanto che si aprisse con me.
D’un tratto i ragazzi compaiono nello studio.
Dire che sono super in ansia è davvero poco.
«Oh santo Cielo! Perché ci avete messo tanto? Willie ci è riuscito? Il promoter ha visto il video? Gli siamo piaciuti? Stasera suoniamo? Perché nessuno dice niente?!» domando a raffica, presa dall’ansia.
«Whoa, fai troppe domande. Luke, a te l’onore» mi ferma Reggie.
In tutto questo, Lydia non si è mossa di un millimetro.
«Siediti. È fatta, va tutto alla grande» mi spiega pacato il castano.
«Si, dovrebbero chiamarti proprio… adesso!» annuncia Alex, indicando il mio cellulare.
Non succede nulla. Ci guardiamo tutti e quattro. Lydia rimane in disparte a osservarci freddamente.
«Ok, ritentiamo. Proprio… adesso!» riprova.
Dopo nemmeno due secondi squilla.
Numero sconosciuto.
Saltiamo di gioia.
«Pronto… si, sono io… si, certamente! Grazie mille! -attacco la chiamata- Suoneremo all’Orpheum ragazzi!» annuncio saltellando.
Senza proferire parola, la mia migliore amica si alza e, con fare quasi invisibile, esce dallo studio.
«Lydia, non sei cont» ma la domanda del corvino viene lasciata in sospeso dall’uscita definitiva della ragazza.
«Che… Che cos’ha?» domanda confuso e preoccupato lui.
«Non lo so, è da oggi che è così» spiego.
«Le vado a parlare» annuncia fermo.
«Io non credo» la mia frase rimane a metà, interrotta dall’uscita di scena del chitarrista.
«Lascialo fare» mi dice Luke, accompagnato da Alex che annuisce in accordo.
Lydia, che ti succede?
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Oltre la realtà || Reggie Peters
Fanfiction☆☆☆☆☆ Questa storia è basata sulla serie Netflix Julie and the Phantoms. Parla di Lydia e della sua storica cotta per un certo ragazzo corvino... ☆☆☆☆☆ - 𝓘 𝓫𝓮𝓵𝓲𝓿𝓮. 𝓘 𝓫𝓮𝓵𝓲𝓿𝓮 𝓽𝓱𝓪𝓽 𝔀𝓮'𝓻𝓮 𝓳𝓾𝓼𝓽 𝓪 𝓭𝓻𝓮𝓪𝓶, 𝓪𝔀𝓪𝔂 𝓯𝓻𝓸𝓶...