"Ciao Lavinia!

Il fatto che tu stia continuando a scrivermi regolarmente mi fa sentire molto fortunato. So quanto sembri idiota continuare a mandarsi lettere come se fossimo nell'ottocento, e chiamarti sarebbe importante per me, davvero. Purtroppo però il telefono della clinica può essere usato solo dai pazienti o per motivi di emergenza e il mio telefono è rotto. Non avevo ancora pensato di prenderne un altro perché le cure di mamma mi hanno tenuto molto impegnato, ma ti scriverò il numero appena ne avrò uno nuovo.

Buona Pasqua a te e alla tua famiglia, Lavinia. Spero tu sia felice anche senza di me, non sopporterei il pensiero che non fosse così.

Ci sentiamo presto,

Noah."

La profumata aria primaverile scompigliava dolcemente i capelli dorati di Lavinia, che se ne stava seduta su una seggiola del giardino di casa sua a leggere per l'ennesima volta quella lettera. Non riusciva a non soffrire al pensiero di Noah rinchiuso in casa sua con suo padre e a fingere che andasse tutto bene con lei, in più in un periodo di festa. Chiuse e riaprì gli occhi per abituarsi alla delicata luce del sole e accarezzò i morbidi fiori dell'ortensia. Mentre se ne stava là, sua madre la raggiunse e si sedette accanto a lei. Lavinia sapeva che era ancora preoccupata per lei dopo che le aveva raccontato ciò che aveva scoperto su Todd Jacobs.

E infatti, vedendo la figlia pensierosa, Ginevra decise di prendere per prima l'argomento.

- Sei proprio sicura che questo ragazzo sia stato rinchiuso da suo padre. –Era più una affermazione che una domanda. – Ma hai mai pensato al motivo per cui avrebbe dovuto farlo?

- E' quello che sto cercando di scoprire. Ma io sono più che sicura di quello che ti ho detto.

- Lavinia, tu sai cosa devi fare: devi denunciare tutto alla polizia. Ho aspettato come mi hai chiesto di fare, ma ora la cosa inizia a preoccuparmi molto.

- E cosa potrei denunciare? Non ho prove materiali, e poi Noah è nella sua casa, ed essendo ancora minorenne, è sotto il controllo di suo padre.

- Ma se ciò che dici sta veramente accadendo ci deve essere qualcosa di ancora più grave sotto.

- Lo so mamma, ma mi sembra di essere in un vicolo cieco.

La giovane donna circondò sua figlia tra le braccia e le accarezzò i capelli, cercò di ipotizzare possibilità diverse da quella detta da Lavinia, ma si rese conto che erano tutte troppo improbabili, quindi rimase in silenzio, preoccupata e nervosa perché non sapeva come aiutare sua figlia.

(...)

Stare solo con suo padre e la signora Gallager lo aveva fatto quasi impazzire.

Noah aveva sempre maggior bisogno di uscire, si sentiva morire a stare lì dentro. 

Stava seduto sulla poltrona del salotto intento a leggere un libro piuttosto interessante, quando suo padre entrò calmo e si sedette di fronte a lui. Il ragazzo non alzò gli occhi dalla pagina che stava leggendo fino a quando l'uomo disse:

- Tra meno di un mese ci trasferiamo, ho comprato una bella casa in Scozia. Da lì potrò  ancora gestire i miei affari, ma senza correre rischi.

Noah non si scompose e chiese:

- Per la scuola come farò?

- Ti ho iscritto in un prestigioso collegio di monache dove finalmente riceverai una disciplina ferrea. –Fece una pausa, soddisfatto. - E dove potrai parlare solo quanto ti è permesso di farlo.

- Sai che mi fai pena?- Noah fece uno sguardo simile a quello che si fa con i bambini piccoli.-Sei talmente tanto un fallito che dopo quello che hai fatto per qualche soldo in più, ora hai pure paura che tuo figlio ti possa rovinare la reputazione.

- Zitto! –Una grossa vena era apparsa sul collo di suo padre. - Dovresti ringraziarmi, perché è solo grazie a quello che faccio che tu hai tutto!

- Dimmi papà, cosa ho? Ho perso i miei amici e mia madre e delle ricchezze materiali, delle case e del denaro che tu aspiri a possedere sempre in maggiore quantità a me non importa nulla! Sai benissimo che è inutile che continui a dirmi queste cazzate per giustificare le tue azioni, io so benissimo ciò che sei in realtà: tu sei egoista e avido!

Noah aveva appena finito di urlare, quando Todd si alzò con uno scatto e tirò un forte schiaffo dritto sulla faccia di suo figlio.

Il ragazzo rimase immobile, sentì il sapore ferroso del sangue in bocca e si toccò il naso. Una lacrima salata solcò la sua guancia ma rimase impassibile.

- Mi fai schifo. –Fu l'unica cosa che riuscì a dirgli prima di andarsene in camera. –

Il cielo è pieno di stelleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora