Alzarsi quella mattina fu un vero trauma. La sveglia suonò alle sei e mezza  e a quell'ora la temperatura non era certo delle migliori. Lavinia aveva avuto un incubo quella notte: nel suo sogno era da sola in una stanza completamente vuota. Qualcuno l'aveva portata lì e se n'era andato, lasciandola chiusa in quel posto... in trappola, e lei era lì, consapevole che nessuno sarebbe venuto a salvarla. 

Non era mai stata tanto contenta di essersi svegliata.

Anche Michelle e Ruby si alzarono in condizioni pessime: Una aveva il mascara colato e i rossi capelli dell'altra erano tutti aggrovigliati in una specie di nido sulla sua testa. Lavinia invece aveva il volto stanco e aveva urgente bisogno di caffè. Le ragazze si misero le divise e andarono a fare colazione. Quando arrivarono nella sala dei pasti si sedettero in silenzio e iniziarono a mangiare. Gabriel le guardò sconcertato e attirò la loro attenzione:

- Buongiorno, eh?

- Ciao, Gab. –Risposero loro in coro -

- Che vi è successo? Non mi salutate e sembrate uscite da un film horror...

- Grazie mille per il complimento. –Disse Michelle alzando dai cereali gli occhi cerchiati di nero- Comunque scusaci se non ti abbiamo neanche salutato questa mattina.

Fu Ruby a spiegare al ragazzo il motivo di quel comportamento:

- Il motivo per cui siamo in queste condizioni è che ieri sera siamo state sveglie fino a tardi per studiare il piano A, e per capire come comportarci se  dovesse fallire.

Lavinia annuì e disse:

- Scusaci se lo abbiamo fatto senza di te, Gab, era iniziata come una serata tra ragazze, ma poi alla fine non è andata così. 

- Non preoccupatevi. -Le rassicurò lui- Ma ora spiegatemi tutto.

(...)

Noah era seduto a tavola di fronte a suo padre. La cameriera portò l'arrosto e le verdure, quindi i due iniziarono a mangiare in silenzio. Todd Jacobs prese per primo la parola,  come sempre d'altronde,  perchè Noah non gli parlava se non per necessità.

- Ascoltami, mi assenterò per due giorni a causa di una visita al museo. Rimarrai qui con la signora Gallager e Salvatore.

- Salvatore? – Era la prima volta che il ragazzo sentiva quel nome, perciò chiese- Tra i tanti uomini che hai pagato per tenermi d'occhio  non ho mai sentito questo nome. Che succede, gli altri babysitter non ti convincevano più?

- Salvatore è un mio caro amico, inoltre è italiano, quindi potreste preparare la pizza. So che ne vai matto.

- Ma che cosa carina, fare la pizza con l'uomo che mi tiene rinchiuso qui contro la mia volontà... veramente dolce. –Disse sarcasticamente Noah con tono pungente.-

- Sei tu a costringermi a fare tutto questo perché mi hai dimostrato che non mi posso fidare di te.

Padre e figlio avevano parlato migliaia di volte di quell'argomento, quindi il silenzio piombò nuovamente su di loro. Il ragazzo, però, voleva capire qualcosa in più di quella visita al museo di cui l'uomo gli aveva accennato. C'era qualcosa che non tornava: il mese di marzo solitamente era quello con minor numero di  visite.

- Chi verrà di tanto importante al museo da farti sospendere momentaneamente i tuoi "affari". –Noah aveva accuratamente sottolineato con disprezzo l'ultima parola-

- Per quello c'è tempo. Soddisferò la tua curiosità dicendoti che verrà una classe della tua scuola, anzi... della tua ex- scuola.

Todd aveva colpito in pieno il figlio su una sua debolezza: la sola idea di lasciare la Milestones era un tormento per Noah. Aveva molti, se non tutti i suoi ricordi felici in quel posto, e poi aveva i suoi amici, gli allenamenti di tiro con l'arco  e infine aveva lei... 

Noah non aveva mai smesso di pensare a Lavinia e a quanto fosse speciale, perchè oltre a essere bellissima e intelligente  gli ricordava molto sua madre. A volte sognava di vederle entrare nella sua camera e sorridergli, e quando si svegliava piangeva a lungo e senza vergonga. Le lacrime erano il canale di sfogo di ogni suo dolore, e ogni volta che sentiva dire che i ragazzi non dovrebbero piangere scoppiava a ridere e spiegava che erano tutte idiozie, perchè ogni essere umano ha bisogno di tirar fuori il dolore per non permettere di  farlo ingigantire nel silenzio. 

Nel suo cuore c'era ancora una sensazione che alimentava la sua speranza: la sensazione che qualcuno lo stesse cercando. Ma come avrebbe fatto quel qualcuno a liberarlo da quell'incubo?

Noah si destò dai suoi pensieri e guardò suo padre. Era troppo debole emotivamente per iniziare di nuovo ad arrabbiarsi, ma lo odiava, lo odiava profondamente.

- Hai tradito la mamma.

Lo sguardo di Todd si accese come un lampo e si alzò dalla sedia.

- Non ho mai amato un'altra donna in tutta la mia vita! –Tuonò-

- Questo non l'ho mai messo in dubbio, ma hai amato il denaro. Hai amato il denaro molto più di quanto tu abbia mai amato lei. Almeno dopo la sua morte.

Todd era senza parole. Questa volta era stato il figlio a toccare un suo nervo scoperto. 

Il cielo è pieno di stelleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora