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Alle 12:10 ero davanti all'ingresso dell'università, aspettavo Leonardo seduta sulle scalinate.
Ormai aspettavo da una decina di minuti, così decisi di chiamare mia madre per chiederle di venire a prendermi.
Presi il cellulare e digitai il numero.
«Pronto? Mamma, stamattina la macchina non partiva e sono riuscita a farmi dare un passaggio, non so come tornare però.»
«Vediamo se riesco a farla partire, arrivo.»
Una figura maschile si piazzò vicino alla mia.
«Ehm, no, no, lascia perdere, ho trovato il passaggio.» Staccai.

Leonardo si sedette acanto a me, la mia figura era nulla in confronto alla sua, così possente.
«Scusa il ritardo.»
«Mh, stai tranquillo.»
«Andiamo?»
Mi girai verso di lui e gli sorrisi.
«Sì, certo, andiamo.»
Ci mettemmo in piedi contemporaneamente e iniziammo a camminare verso la sua auto.

«Abito qualche chilometro più avanti di dove mi hai trovato stamattina.»
«Quanti chilometri esattamente?»
«Due.»
Girò la testa di scatto. «Mi stai dicendo che ti sei fatta due chilometri a piedi, con gli stivaletti e la pioggia per arrivare in sede?»
«Sì, voglio dire, quando ho iniziato a camminare era solo un po' nuvoloso, non pioveva.»
«Sei pazza.» Accennai un sorriso e lui iniziò a ridere.

Dopo qualche minuto arrivammo nei pressi di casa mia, quando si fermò davanti al portone lo salutai e scesi dall'auto. «Aspetta!» Mi chiamò.
«Sì?» Scese dall'auto e mi porse un foglietto con un numero scritto sopra.
«Questo è il mio numero. Nel caso avessi bisogno di un passaggio,» sorrise, «o volessi uscire.»
«S-Sì, io, sì grazie, ci sentiamo.»
«Okay,» iniziò a stringersi il polso, «ehm, devo andare, ci vediamo Sam.»
«Ci vediamo.»

Mentre lui metteva in moto l'auto io entravo nel palazzo, entrai in ascensore e dopo pochi secondi mi trovai già dentro casa.
«Ciao mamma.»
«Ei, com'è andata?»
«Molto bene.» Sorrisi al pensiero di Leonardo.
Io e mia madre iniziammo a parlare dell'università, dei corsi e degli stage, ma i miei pensieri erano fissi sugli occhi del ragazzo che quella mattina mi aveva "salvata".

Dopo aver pranzato andai in camera mia e mi lasciai cadere sul letto, iniziai a dare un'occhiata agli appunti che avevo preso la mattina stessa e alle 17:00 presi il foglietto che mi aveva dato il ragazzo.
Decisi di mandargli un messaggio:
"Questo è il mio numero, sono Sam:)"
E così, iniziai ad attendere una risposta, fino alle 20:00, aspettai fino alle 20:00, ma nulla, così andai in cucina ad aiutare mia madre con la cena.
Iniziai a credere che mi avesse preso in giro, che mi avesse dato un numero falso appositamente, ne ero sicura, non mi avrebbe risposto.

Dopo cena io e mia madre ci piazzammo sul divano e accendemmo la tv, io col computer piazzato sulle gambe chattavo con Lorenzo, un amico d'infanzia, era un tipo strano, magro, magrissimo, con i capelli sempre in disordine e uno sguardo un po' da rincoglionito, amava leggere e soprattutto giocare ai videogame, era un tipo un po' strano come ho già detto, spesso si chiudeva in casa e rideva come uno squilibrato, ma gli volevo un bene dell'anima.
"Stamattina ho conosciuto un ragazzo"
"Mh, e come si chiama?;)"
"Leonardo"
"Come lo hai conosciuto?"
"Beh, come sai, la sfiga mi perseguita, non partiva l'auto e c'è lo sciopero dei mezzi... Ho deciso di farmela a piedi, e poi ha iniziato a piovere"
"AHAHAH"
"Non ridere, stronzo"
"Ok, ok, continua ahahah"
"Sei una zoccola, allora, ho fatto pit-stop e dopo un po' è arrivato lui e mi ha dato un passaggio"
"Mh, nient'altro?"
"Mi ha dato un passaggio anche al ritorno e mi ha dato il suo numero"
"Wooo hai fatto colpo Sam"
"Non direi, gli ho mandato un messaggio alle 17 e non ha risposto"
"Nah, tranquilla, ti risponderà"
"Seh, vabbè stacco, ci sentiamo domani"
"Ciao bella<3"
"Ciao <3"

Spensi il computer e mi accoccolai accanto a mia madre, stava per iniziare un film.
Quando alle 23:30 il film finì, ci coricammo, ma io non riuscivo a prendere sonno.
Alle 02:00 ancora nulla, Morfeo non osava neppure sfiorarmi, mentre guardavo il soffitto buio in silenzio lo schermo del cellulare si illuminò dal comodino.
Afferrai il telefono.
"Leonardo: Ei"
Non avevo voglia di rispondergli, avevo aspettato troppo per quel messaggio, non ero il tipo che faceva queste cose, non me la tiravo, non facevo la "preziosa", ma ero infastidita dal fatto che mi avesse risposto solo in quel momento.
Così decisi di non rispondergli, anche se a malincuore, in fondo volevo parlargli.

Dopo aver ricevuto il suo messaggio però mi sentii meglio, più rilassata e lentamente riuscii a prendere sonno.

At first sight. || Leonardo DecarliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora