20

880 49 26
                                    

Leonardo's pov.
«[...]Ma questo è un addio, credo... Mi dispiace.»

«Senti stronzo, sono Simone, questo è l'ultimo fottuto messaggio che ti mando, è quasi morta e io sono rimasto con lei ogni giorno, adesso alza il culo e falle vedere che sei dispiaciuto, io l'ho baciata, ma tu l'hai distrutta. Mi vergogno di te in questo momento, le dico che pensi a lei, le dico he sicuramente c'è un motivo se non le rispondi nemmeno dopo tutto quello che le è successo, ma sai una cosa? Non ci credo nemmeno io, fai l'uomo e muovi il culo.»

Aveva avuto un infarto, un altro, e io, io non c'ero, ma c'era Simone. Mi ha chiamato ogni giorno, ogni singolo giorno, e io per non aver comprato subito un telefono nuovo l'ho distrutta, non volevo ignorarla, se solo...
Se solo fossi una persona migliore, se solo non fossi così come sono, un bastardo con zero autostima, se solo non facessi schifo. Se fossi meglio di così...
Io le avrei tenuto la mano, io le avrei portato la colazione, l'avrei fatta sorridere. Ma io non c'ero e sicuramente non mi permetterà di esserci mai più.

Poggiai il telefono sul letto, i gomiti sulle ginocchia e la testa fra le mani, piansi come un idiota, i messaggi di Samantha mi balenavano in mente di continuo, la sentivo piangere, urlare, chiedermi perdono, dimmi di odiarmi.
Io la amavo, più di ogni cosa, ormai però era troppo tardi.

Presi il telefono e chiamai Paolo, dovevo sistemare le cose per l'incontro di quel giorno.
Dopo avergli detto di posticipare, averlo sentito bestemmiare al telefono e avermi detto di sì, andai in bagno e mi guardai allo specchio, l'occhio nero, i tagli sulla guancia, i lividi sulle braccia.
Dovevo coprire quanto più possibile e poi sarei andato da lei, in ginocchio a chiederle perdono.
Presi un maglione dall'armadio, un maglione nero, dei jeans scuri e degli stivali, neri anche quelli.
Presi il cellulare, misi la giacca e uscii di casa.
...
«Salve.»
La commessa si voltò e saltò in aria.
«S-salve.»
«Ho bisogno di quella cosa che usate voi donne per coprire l'occhio nero.»
«Correttore o fondotinta?»
Era terrorizzata, come se l'avessi minacciata.
«Secondo lei so qual'è la differenza? Mi dia solo qualcosa che copre bene.»
Andò dietro al bancone, si avvicinò ad uno scaffale pieno di roba uguale e prese un tester. Provò cinque prodotti sulla mia mano prima di capire qual era quello più simile al mio incarnato.
«Trovato!» Squittì, prese una confezione di quella cosa e finalmente dopo aver pagato un occhio della testa per quel coso uscii dal negozio.
...
Uscii quel fottuto "fondotinta alta coprenza" di un bastardo di nome Diego Dalla Palma dalla scatola.

Come fanno le ragazze a spendere tanto per del trucco?

Ne misi una punta sul dito e lo stesi sull'occhio nero, come mi aveva detto di fare la commessa, rimasi sbalordito, non si vedeva niente.
Baciai il tubetto e lo posai nello sportello del cruscotto.
Ero pronto, si vedeva solo il taglio ma non era così grande.

Scesi dall'auto, mi avvicinai al portone e suonai il citofono.
«Chi è?»
«Leonardo.»
Sentii sbuffare e poi mi fu aperto il portone.
Salii le scale fino a quando non vidi una porta aperta e una donna bionda che batteva il piede a terra.
«Sei Leonardo?»
«S-sì.»
«Non credo lei ti voglia vedere.»
«Lo so...» Abbassai lo sguardo, neanche io avrei voluto vedermi dopo quello che ho fatto. «Solo, la prego, ho bisogno di parlarle.»
«Non so se lei lo voglia, apprezzo che tu sia qui comunque... Va bene, entra, ma appena ti urlerà di andartene tu te ne andrai. Capito?»
«Sì.»
Mi squadrò dalla testa ai piedi ed entrai nell'appartamento, raggiunsi la camera di Sam senza difficoltà e bussai.

Samantha's pov.
«Non lasciarlo Rose!»
Era quella fottuta scena ogni fottuta volta a distruggermi, quella in cui il corpo inerme di Leonardo Di Caprio scivolava giù nei fondali.
C'era spazio per tutti e due su quel maledetto coso, ma nessuno riusciva a capirlo.

Sentii bussare e misi in pausa.
«Eh? Entra mamma, non c'è bisogno che bussi.»

La maniglia si abbassò e lo vidi, era lì di fronte a me, era lui, per davvero.
«Leonardo.»

At first sight. || Leonardo DecarliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora