«Ciao piccola.»
Leonardo mi baciò delicatamente le labbra ed io rabbrividii come ogni volta al contatto con le sue labbra morbide.
«Ciao...» Scesi dall'auto e mi incamminai verso l'ingresso dell'università.Da quel giorno i nostri rapporti erano cambiati, eravamo costantemente in contatto, Leo mi accompagnava quasi ogni mattina in sede e poi tornava a prendermi, la sera uscivamo e alcuni pomeriggi stavamo insieme.
Eravamo diventati una coppia dopo dei preliminari?
Ma certo che no.
Stupida, stupida, stupida me.Appena varcato l'ingresso Simone mi spuntò davanti e mi prese a braccetto iniziando a camminare.
«Allora, non ti emozionare troppo ok?»
«Buongiorno...» Brontolai, anche se in realtà volevo sapere dove Simone mi stesse portando così di fretta.
«Seh, 'giorno... Lo so che muori dalla voglia di sapere dove ti sto portando!»
«Okay, okay... Ora: potresti, per piacere ovviamente, dirmi dove...»
«Non lo saprai fino a quando non ci arriveremo!»
Sembrava così entusiasta di ciò che stava per farmi vedere, così sfoggiai uno dei miei migliori sorrisi e lui iniziò a camminare più rapidamente.
Dopo un po' Simone si fermò davanti ad una porta bianca, identica alle altre.«Madame...»
Poggiai la mano sulla maniglia ed aprii la porta, contemporaneamente Simone mi mise le mani sugli occhi non permettendomi di vedere e insieme entrammo nella stanza, il ragazzo moro richiuse la porta dietro di noi e poi tolse la mano che mi impediva di vedere.Rimasi senza fiato, letteralmente.
Eravamo in una serra.
La stanza non era molto grande, era piena di orchidee di ogni colore, felci alte e verdi e altre piante di cui non sapevo il nome che rendevano l'atmosfera magica, elettrica.«Da-da quando abbiamo una serra?»
Simone accennò una risata. «In realtà e di Biologia, è la serra delle orchidee, credo, c'è solo 'sta roba qua dentro.»
«Ohw, è molto bello. Davvero, è splendido Simone.»E poi mi ritrovai Simone tanto vicino alle mie labbra che sembrava quasi ci stessimo scambiando il respiro.
Come se privassimo l'uno l'ossigeno all'altra e viceversa.Ci fissammo per alcuni secondi, ed io tentennai di fronte ai suoi occhi così caldi; non una parola, non un movimento, solo i nostri sguardi ed i nostri respiri che si mescolavano in uno.
Non avevo mai pensato a Simone in quel modo... Beh, in realtà da quando avevo conosciuto Leo non avevo più pensato a nessuno in quel modo, se non a Leo, molto semplicemente.
Non so esattamente cosa accadde, quale strano ingranaggio iniziò a muoversi dentro me quando le sue labbra, più piccole e carnose di quelle di Leonardo, si fiondarono sulle mie.
Ricambiai il bacio, che fu lungo e passionale, come uno di quei baci che vedi nei film.Il bacio segreto che i due protagonisti devono tenere nascosto al resto del mondo per evitare di essere giudicati.
Mentre sentivo le nostre lingue sfiorarsi in quel bacio sbagliato, mi balenò in mente il sorriso di Leonardo di quel mattino: il colore delle sue labbra, i suoi capelli soffici e i suoi occhi profondi.
Mi staccai dalle sue labbra e lui mi guardò come un cucciolo ferito.
«C-che hai?»
«Non posso Simone.»
«Perché? Ho sbagliato qualcosa?»
«Tu... Non hai sbagliato niente, sono io che ho sbagliato. Frequento un ragazzo Simone. Non posso fargli questo torto, non lo merita. Provo qualcosa di forte nei suoi confronti...»
«Sì.»
«Mi dispiace, sono un verme... scusami, non avrei dovuto ricambiare il bacio sin dall'inizio, non avrei dovuto darti false speranze.»
«E allora perché l'hai fatto?! Cazzo! Ho sbagliato. Cazzo! Non avrei dovuto io... Mi avevi detto che, insomma, che uscivi con uno, ma non credevo...»Mi bruciavano gli occhi e mi faceva male il cuore al sol pensiero di aver tradito Leo anche solo con un bacio.
Le lacrime si fecero spazio sul mio viso, iniziarono a scendere lente sulla pelle e sorrisi a Simone. «Perdonami, non... devo andare.»Corsi in bagno a sistemare quello che era rimasto del mio viso con quello che avevo in borsa e poi raggiunsi l'aula e distrutta mi accasciai su un sedile diverso dal solito, accanto a Simone.
Alle 10:10 mi guardai attorno e non vidi Simo da nessuna parte, i posti dove di solito ci sedevamo io e il ragazzo moro erano vuoti, inutili senza Simone che faceva le sue battute squallide e io che ridevo come una cretina.
L'affetto che avevo iniziato a provare nei suoi confronti era un qualcosa di incredibile.
Era come un amico di vecchia data, un confidente. Ed in quel momento mi sembrava di averlo perso per sempre.Leonardo's pov.
Il cellulare squillò. «Pronto Simone, come va?»
«Una merda Le',» sentii Simone reprimere un rutto e mi venne da ridere, era al Pub, ci avrei scommesso tutto, «una cazzo di merda Leonardo. Ho bisogno de parla', puoi venire? sto al Pub.» Come sospettavo.
«Sì Simone, arrivo.»In una manciata di minuti arrivai accanto al Pub che era vicino all'università di Samantha... Avrei potuto andarla a trovare a ora di pranzo, perché no?
Entrai nel locale e trovai Simone con la testa accasciata sul tavolo, corsi verso di lui e mi fece cenno con le mani di avvicinarmi. La ragazza del bancone mi guardò come per dire: vedi 'n po' che ha quel poraccio.
Gli misi una mano sulla spalla e lui sollevò la testa.
«Che hai?»
«Mi ha rifiutato... Ha un ragazzo.»
«Dai, è stata fedele, perlomeno non ti ha illus-»
«E invece sì, ci siamo baciati... poi si è staccata come se fosse finita la magia. Mi ha detto che era un errore, che lui non si meritava di essere tradito e che lei provava cose importanti e roba simile...»
«Simo, è stata sincera. Quanti due di picche abbiamo preso nella nostra vota fino ad ora? Supererai anche questa, tranquillo.»
«Sì, lo so... ma io provo qualcosa per Samantha, Leonardo capiscimi.»«S-Samantha?»
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At first sight. || Leonardo Decarli
Hayran KurguEh già, un'ennesima stupidissima fan fiction su Leonardo Decarli. "Non ero fortunata, affatto, eppure quel giorno lo incontrai."