La mattina dopo mi svegliai presto solo per un motivo: farla pagare ad Alex.
Non me la ero presa per via della nostra rottura, ma me la ero presa per via delle sue menzogne.
Mi mentì per mesi, e questo non mi andò giù facilmente.
Quella mattina andai a comprare dei vestiti, che mi avrebbero aiutato poi per il mio piano. Comprai dei jeans neri scuri, una maglia altrettanto nera, ed un cappotto di ecopelle, anch'esso nero. Ci vollero mesi per attuare completamente il mio piano, vista la necessità di una pistola solo che non disponevo di un porto d'armi, quindi dovetti cercare qualcuno disposto a vendere una pistola ad un diciottenne con spiriti vendicativi e omicidi. Tuttavia non trovai nessuno, e mi dovetti affidare all'illegalità su internet: il dark web.
Dopo giorni di ricerca di un sito "affidabile", presi una decisione, e comprai un revolver calibro 32, con rispettivi proiettili.Mesi dopo, iniziai ad attuare il mio piano per farla pagare ad Alex, scrivendo una lettera per una falsa riunione con Ettore ed Anna, che mi aiutarono pur sapendo il mio intento. Mi presi coraggio, e la sera portai la mia arma. L'incontro era programmato in una vecchia casa abbandonata, e la spiegazione era semplicissima: nessuno doveva sentirci. Nella lettera, Anna e Lyon motivarono il luogo dell'incontro spiegando che alcuni fan, molto invadenti, ci stavano stalkerando. Il tutto era poco credibile, e mi sarei aspettato di non vederlo, ma nonostante i miei dubbi, venne, e appena vide che li stavo puntando la pistola, trasalì.
Mi guardava con aria terrorizzata, mentre la mia mano reggeva la pistola puntata verso di lui. La sua faccia era come quella di un cane che veniva bastonato, ma ciò non mi fermò.
Con calma, mi diressi verso di lui, sempre con la pistola pronta a parare ad ogni minimo sgarro, e con violenza, gli tirai un calcio sullo stinco, per farlo inginocchiare. Provò a parlare, ma appena aprì la bocca per far uscire le sue parole, lo presi per i capelli e gli puntai la pistola alla testa.
Iniziò a piangere, pregandomi di non sparare, implorandomi di risparmiare la sua inutile vita.
Il mio intento non era ucciderlo, o almeno, non subito e senza dolore. Gli tirai un calcio in faccia, e lui svenne. Trascinandolo per i corridoi del vecchio edificio, pensai al fatto che in ogni caso, non avrei potuto ucciderlo. Mi vennero in mente le parole che mi disse Lyon la sera prima: "Se lo uccidi, non provocherai dolore solo alla sua famiglia, ma anche a 3 milioni di ragazzi e ragazze che ci guardano ogni giorno. Inoltre, uccidendolo, verrai probabilmente arrestato, perché io non starò zitto..."
Le sue parole furono chiare, e ripensandoci, il mio buonsenso e la mia gentilezza ebbero la meglio, o quasi...
Buttai Alex su una sedia di legno, legandolo con delle catene. Lo svegliai con un secchio d'acqua, e quando fu sveglio, iniziai il mio discorso:
G (Giorgio): "Sai, ho passato bene il tempo in cui eri con me. Ero felice di averti ritrovato, ed ero felice del tuo "amore" verso di me, tuttavia hai rovinato tutto. Ciò che hai fatto è imperdonabile, e te la farò pagare per ogni singola volta che tu mi hai mentito, facendomi credere di essere amato, tuttavia, potrai contare sul fatto che non ti ucciderò, anche se per un momento era il mio intento iniziale..."
Mi guardava con terrore, e le lucide lacrime gli contornavano il viso. Lo guardai con odio, e lui capì in quel momento che non ne sarebbe uscito facilmente. Si mise a guardarmi negli occhi, ed iniziò a parlare:
A (Alex): Io non ti ho mai amato, io sono etero cazzo. Non capisco come tu abbia pensato che io ti amassi veramente..."
In quel momento, vedendo Alex sorridere, fui travolto dall'odio, quindi armai il cane della pistola e premetti il grilletto. Alex urlò, e dimenandosi riuscì ad allentare la presa delle catene al suo corpo, e quindi si liberò. Caricai di nuovo la pistola, e gli sparai alla gamba, per impedirgli di scappare. Continuava a gridare, così misi la pistola nel fodero e mi avvicinai per tamponarli la ferita, ma lui, in un battito di ciglia, riuscì a bloccarmi. Sentii la pistola essere tolta dal fodero, e sudai freddo. Sentii la fredda canna della pistola sul mio capo, per poi sentire Alex prendere il telefono e digitare un numero.
Alex: "Pronto, salve mi trovo in via XXXXX, potreste venire qui?...... Eh, perché un pazzo ha appena cercato di uccidermi, sono ferito alla spalla e al piede..... Si ora sono riuscito a metterlo a terra, ma non so per quanto riuscirò a tenerlo.... Ok grazie, arrivederci"
Sentii il respiro di Alex farsi più affannato, e allentò la presa su di me. Mi alzai e scappai, verso una direzione anche a me sconosciuta. In lontananza vidi una casa abbandonata, e decisi che sarebbe stata il mio rifugio provvisorio. Sentii le sirene della polizia arrivare in lontananza, così iniziai a correre più intensamente, finché non si allontanarono.***
Poliziotto: "Quindi mi sta dicendo che lei è stato invitato qui da questo ragazzo per via di una riunione insieme ad altri due individui...?"
Alex: " Proprio così"
P: " Capisco... Vabbè, ora la porteremo in ospedale per curarla, intanto può dirci nome e cognome del ragazzo che l'ha rapito?"
Alex: "Certo, si chiama Giorgio de Angelis (// cognome a caso che ho messo perché non so il cognome vero di Giorgio //)"
P: "Ok. Vuole sporgere denuncia?"
Mi appostai su una finestra, e vidi Alex che veniva portato via da un'ambulanza, la quale viaggiò a sirene spiazzate. La vidi passare davanti al mio nascondiglio, e ciò mi fece a quello che avevo appena fatto. Fino a quel momento, non avevo ragionato in modo lucido, ma neanche un minimo. Mi resi conto che quello che avevo fatto non andava bene, a iniziai a piangere.***
Erano passati 2 giorni da quando avevo "rapito" Alex, e il rumore delle sirene non smetteva mai, e ciò mi fece pensare che le ricerche sul mio conto non erano ancora finite. Avevo buttato ogni apparecchio elettronico capace di farmi scoprire, ed uscivo da quella casa solo la notte, per andare a prendere del cibo da mia madre, il quale veniva calato sempre da mia madre. Mantenni i rapporti solo con mia madre, visto che lei era l'unica disposta ad aiutarmi nella mia situazione. Anche se avevo fatto del male ad una persona, a mia madre non importava. Lei mi voleva bene, sempre e comunque, senza distinzioni nei miei confronti. Ciò mi faceva sentire bene, visto che in quel periodo, in cui mi sentivo abbandonato dal mondo, c'era qualcuno che mi voleva VERAMENTE bene.
La quinta notte (da quando mi ero nascosto), andando da mia madre, incontrai Ettore. Mi guardava con fare dispiaciuto, e mi disse che la polizia era vicina al trovarmi. Mi si gelò il sangue, e per qualche minuto, rimasi lì, perplesso, a guardare il vuoto.
L: "Se hai bisogno di una mano, chiama Anna: lei è ancora disposta ad aiutarti, nonostante tu abbia sparato ad un nostro amico"
Alzai lo sguardo verso di lui, con le lacrime agli occhi. Per la prima volta nella mia vita, non stavo guardando LyonWGF, ma stavo guardando Ettore Canu, una meravigliosa ed altruista persona. Scoppiai in lacrime, e lo abbracciai. Lui non ricambiò subito l'abbraccio, ma quando capì la situazione, mi strinse forte tra le sue braccia.
Lo guardai andare via, con ancora le lacrime agli occhi, e successivamente mi diressi dalla parte opposta per andare a prendere il cibo da mia madre.***
Mi svegliai nella mia stanza, in casa di mia madre. Era la prima volta dopo 5 giorni che non dormivo in un letto comodo, e ciò influì sulla mia salute mentale. Mi alzai da quel letto a malincuore, pensando che avrei potuto dormire ancora un po', tuttavia, la polizia (che mi stava ancora cercando da giorni) me lo impediva.
Sceso dal letto mi misi le mie pantofole, e andai in bagno. Iniziai la mia routine mattutina, poi, tutto d'un tratto, sentii un rumore provenire dal piano di sotto. Con cautela aprii la porta, ma mi ritrovai subito davanti Alex, con la mia pistola in mano...
Alex: "Ci si rivede, eh?" disse lui, un po' imbarazzato
Giorgio: "Cosa vuoi da me, non ti è bastato denunciarmi?"
Alex: "Ho ritirato la denuncia verso di te, e sono venuto a ridarti questa...". Mi porse la mia pistola, e io lo guardai negli occhi.
Giorgio: "Perché..."
Alex: "Non mi sembrava giusto tenermi qualcosa che non mi appartiene, così ti ho cercato solo per ridarti la pistola, e anche per... Ehm... per chiederti scusa per quello che ho fatto..."
Sgranai gli occhi, e indietreggiai terrorizzato. Mi accasciai a terra, e le lacrime iniziarono a scendere da sole, senza preavviso.
Giorgio: "T-tu..."
Alex: "No, non ce l'ho con te, perché ho capito che hai fatto quello che hai fatto solo perché io ti avevo fatto del male, ma non ti preoccupare, ora è tutto finito...". Mi prese il mento, e mi diede un lieve bacio sulla guancia. Lo guardai di nuovo negli occhi, e vidi quell'Alex che mi piaceva da anche troppo, e di nuovo, caddi nel suo inganno. In cuor mio, non mi ero mai dimenticato di lui, del come lui mi abbia comunque fatto sentire felice, per un brevissimo periodo. Quello che aveva fatto non riuscivo a perdonarglielo, ma oramai, eravamo pari, no?
Mi alzai, presi la mia roba, e andai via. Salutai mia madre, e lasciai Alex lì, basito.
Mi misi in cammino verso la mia casetta, quella che condividevo ancora con Alex.
Ad un certo punto del viaggio, quest'ultimo mi venne incontro, facendomi sobbalzare. Il suo sguardo sorridente mi scaturiva ogni volta un piccolo sobbalzo d'emozione. Sono sicuro che starete pensando: " Questo qui si è dimenticato cosa ha fatto quella troietta", ed effettivamente avete ragione. Ero un po' stanco per ricordare le cose che mi avevano fatto stare male, quindi preferivo non pensarci. Tuttavia, il fatto che fossi ancora innamorato di Alex mi scaturiva una certa malinconia, poiché ero sicuro che non sarei mai riuscito a fidanzarmi con lui per davvero, senza menzogne o merdate simili.
Lo guardai negli occhi, e feci per aprire bocca, ma lui mi abbracciò, senza preavviso e senza motivazione, tuttavia, ricambiai lo stesso, e lui mi disse sussurrando: "Perdonami".
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What do you think I have? [REVISIONATA]
FanficEbbene sì, li shippo. Per chi si stess chiedendo di cosa parla sta storia, non ve lo dico perché non seguite Lyon evidentemente. Se lo seguite, sapete cos'è la failcraft, sapete che cos'è la famiglia di Minecraft e sapete cos'è e chi è LYON in gene...