<< A little bit older, a black leather jacket / A bad reputation, insatiable habits / He was onto me, one look and I couldn't breathe, yeah / I said, if he kissed me, I might let it happen >>
Entrata in casa chiesi ad Alexa di riprodurre I Can't Tell You Why degli Eagles e volai sotto la doccia, per poi dormire sul divano un'oretta prima di uscire nuovamente in cerca di Lou e Maeve all'Apotheke. Indossai un completo celeste con top, pantalone e giacca coordinati, un paio di Nike Air Force 1, qualche gioiello argentato e una delle mie borse preferite, la Prada Re-Edition bianca. Camminai circa 20 minuti per le strade illuminate e piene di gente già un po' brilla, fino ad arrivare davanti all'edificio illuminato da una grade scritta rossa a neon, sotto la quale li vidi: Louis indossava pantaloni neri a vita alta tenuti su da una cintura che gli cingeva la vita mettendo in risalto la sua magrezza, il tutto completato da una camicia bianca infilata dentro e sbottonata sul petto, mentre Maeve era avvolta da un vestito di seta verde salvia, ai piedi dei vertiginosi tacchi a spillo neri e in mano la sua preziosissima Lady Dior regalatale dai genitori per il diciottesimo.
<< Ma quanto siamo gnocchi stasera?! >> disse lei guardando prima se stessa e poi noi altri.
<< Troppo, la gente impazzirà, forse ci conviene tornare a casa >> risposi io, ridendo sotto i baffi.
<< Nemmeno per sogno, ho appena visto entrare un gran pezzo di manzo al quale devo assolutamente chiedere il numero >> ribattè Lou guardandoci con un'aria ammiccante.
<< Andiamo Eli, sarà divertente! >> disse Maeve, prendendomi per un braccio e trascinandomi dentro il locale.
L'interno era molto spazioso: sulla destra un immenso bar rifinito in marmo e illuminato da grandi lampadari circolari, al quale erano accalcate almeno 100 persone, al centro una pista da ballo su cui alcune coppie avevano già iniziato a ballare con fare (anche troppo) sensuale e sul fondo circa una cinquantina di tavoli addossati ad una parete ricoperta interamente di piante e fiori, su cui svettava una scritta rosa a neon che recitava "l'acqua è la prosa dei liquidi, l'alcol ne è poesia".
Maeve si rivolse a me e disse: << io e Lou prendiamo un tavolo prima che finiscano, puoi prendere da bere anche per noi? Per me un Daiquiri >>.
<< Per me un Vodka Martini, voglio berlo sognando che il tipo di prima mi salvi dalla monotonia di questi giorni come James Bond salva il mondo in ogni film >>.
Mi allontanai dirigendomi verso il bar, ridendo dell'uscita di Lou che come sempre col suo sarcasmo sarebbe riuscito a sdrammatizzare anche sulla più terribile delle situazioni. Arrivata al bancone mi sporsi per richiamare l'attenzione del barman più vicino, che prese il mio ordine e si allontanò per preparare i drink; sulla pista da ballo il dj fece partire Set Fire To The Rain di Adele, una tra le mie canzoni preferite, perciò chiusi gli occhi per assaporare ogni parola di quella meravigliosa sinfonia, finché non sentii un corpo avvicinarsi alla mia destra, facendo ombra al grande lampadario che illuminava quella parte di sala. La stanza si era riempita di un profumo molto forte ma allo stesso tempo non invadente, un'aroma delicata e sicuramente da uomo, che mi riempì le narici sovrastando il pungente odore di alcool che proveniva da dietro il bar. Fui costretta ad aprire gli occhi, un po' per curiosità e un po' per quello strano sentore che mi era rimasto nello stomaco dalla mattina: mi trovai di fianco un uomo alto circa dieci centimetri più di me, capelli chiari spazzolati all'indietro, barba folta ma curata, corpo muscoloso e occhi di un celeste che il mare dei Caraibi poteva solo invidiarlo. Riuscii a riprendermi dallo stato di trance in cui mi trovavo solo quando il cameriere mi disse che i cocktail erano pronti, e fu lì che realizzai: era lui. L'uomo appoggiato alla finestra davanti il mio appartamento, era lui quello che avevo visto, ne ero più che sicura. Prima che potesse accorgersene anche lui e dirmi qualcosa, presi i bicchieri e corsi al tavolo dove mi stavano aspettando Lou e Maeve, che non poterono fare a meno di notare il mio viso più pallido del solito:
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LOVERS BY THE WINDOW • Chris Evans fanfiction
FanfictionElizabeth si è laureata in architettura a New York e adesso lavora in uno studio insieme ai suoi due migliori amici; vive in uno di due condomini gemelli a Manhattan, e quando un giorno si accorge che l'appartamento di fronte al suo non è disabitato...