<< Go easy on me baby | I was still a child | Didn't get the chance to | Feel the world around me | I had no time to choose what I chose to do | So go easy on me >>
[Aaron's POV]
Aprii la porta del mio appartamento alle 17 esatte, esausto dal turno di quasi dodici ore ma emozionato all'idea di rivederla. Per aiutare il mio corpo a non cedere sotto al peso della stanchezza decisi innanzitutto di fare una bella doccia fredda, per poi cambiarmi in un comodo maglione grigio e un paio di jeans chiari. Dopo una buona mezz'ora passata sul divano a rilassarmi ero finalmente in grado di pensare lucidamente a cosa fare per cena: avevo deciso che avrei cucinato tutto io, mi ritenevo bravo abbastanza da non avvelenare nessuno ma non così tanto da creare piatti troppo elaborati, quindi optai per delle cotolette con patatine fritte e brownies al cioccolato.
Apparecchiai la tavola con i piatti più belli che avevo, bicchieri moderni di cristallo, posate dorate e qualche candela profumata che non avevo mai avuto l'opportunità di utilizzare; non volevo che Elizabeth pensasse che questa cena per me avesse un secondo fine, al contrario intendevo metterla totalmente a suo agio e spendere la serata a parlare e ridere con la persona a cui mi stavo lentamente avvicinando, e per la quale stavo probabilmente per perdere la testa. Ero stato fidanzato con diverse donne e con altrettante avevo avuto rapporti, diciamo, occasionali, ma con nessuna di loro erano emersi gli stessi sentimenti che questa ragazzina mi stava facendo sentire, primo tra tutti la calma, la serenità che spesso non è associata all'amore ma che ne è distintiva: le cosiddette 'farfalle nello stomaco' che tutti abbiamo provato almeno una volta nella vita guardando qualcuno non sono altro che sinonimo di agitazione, e l'amore non deve renderti nervoso, turbato o peggio spaventato, bensì sicuro e rilassato, ed è quando raggiungi questo stato che sai di essere davvero sulla buona strada.
Non potevo dire di essere già innamorato di lei, quello era un sentimento complesso che solo col tempo saremmo entrambi riusciti a conoscere e di cui non avremmo più fatto a meno, ed ero sicuro che lei si sentisse allo stesso modo, ma non avrei rinunciato per niente al mondo a quella ragazza nonostante le differenze, i problemi, le insicurezze e le paure, non solo sue ma anche mie.
Alle 20 circa il campanello suonò e io corsi ad aprire la porta col cuore in gola: qualche passo indietro rispetto alla soglia stava lei con in mano un pacchettino, indossava un lungo cappotto blu scuro, pantaloni bianchi, una maglia celeste che poi avrei scoperto essere aperta sulla schiena e una borsa bianca di Valentino, i capelli raccolti in una coda alta che le lasciava libero il bellissimo viso; mi sorrise timidamente e per un attimo smisi di respirare.
<< Ciao. >> mi disse, il viso che si colorava di rosso.
<< Ciao. >> le risposi, ancora imbambolato come un completo idiota.
La invitai ad entrare spostandomi di lato, e lei mi passò avanti ringraziandomi con un cenno della testa. Si tolse il cappotto e lo appoggiò insieme alla borsa sul divano, per poi pormi il piccolo sacchetto di carta che teneva in mano.
<< Ho pensato di ricambiare il gesto di questa mattina portandoti delle ciambelle, spero ti piacciano. Puoi scaldarle o mangiarle così, saranno buone anche domattina credo. >> riprese.
<< Non dovevi, ma ti ringrazio. >> le risposi; erano questi piccoli gesti apparentemente di poco conto che per me rendevano un rapporto speciale, e il fatto che lei ricambiasse mi rese enormemente felice.
<< Hai fame? >> chiesi sperando dicesse di si, perchè il mio stomaco stava iniziando a brontolare.
<< Decisamente. Hai preparato tutto da solo? >> disse un po' stupita.
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LOVERS BY THE WINDOW • Chris Evans fanfiction
FanfictionElizabeth si è laureata in architettura a New York e adesso lavora in uno studio insieme ai suoi due migliori amici; vive in uno di due condomini gemelli a Manhattan, e quando un giorno si accorge che l'appartamento di fronte al suo non è disabitato...