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<< Coraggio lasciare tutto indietro e andare | Partire per ricominciare | Che non c'è niente di più vero di un miraggio | E per quanta strada ancora c'è da fare | Amerai il finale >>


[Elizabeth's POV]

<< Te ne sei andata? Mi prendi in giro?! >> urlò Louis facendo voltare tutti i colleghi verso di noi.

<< Abbassa la voce! Non importa che lo sappiano anche dal piano di sopra. >> risposi guardandolo male.

Era l'ora di pranzo e stavo raccontando gli avvenimenti della sera prima a lui e Maeve sia perchè mi avevano costretta, ma anche perchè sentivo il bisogno di parlarne con qualcuno.

<< Io.. non me la sono sentita. Forse è ancora troppo presto dato che ci conosciamo da neanche un mese, oppure il problema sono io, non lo so. Penso sempre che dargli troppa fiducia potrebbe farmi finire come l'altra volta. >> continuai, mentre mi tartassavo le dita delle mani.

<< Eli ascolta: non conosco quest'uomo di persona, ma da come lo descrivi non mi sembra una persona capace di farti del male e sembrate molto presi l'uno dall'altra. Dovete parlare, credo che risolverebbe almeno la metà dei vostri problemi. >> asserì Maeve seria.

<< Maeve ha ragione. O parli con lui o con un bravo psichiatra, decidi tu. >> riprese Lou.

<< Louis! >> disse lei rimproverandolo, nonostante avessi capito che il suo tono era ironico, o almeno così credevo.

<< Che c'è? È evidente che è rimasta traumatizzata da ciò che è successo tre anni fa, quindi o lo affronta o non sarà mai in grado di uscirne, almeno non da fidanzata. >> concluse lui, una gamba accavallata sull'altra e la schiena appoggiata alla sedia.

Maeve stava per riprenderlo nuovamente ma io la interruppi:

<< Ha ragione. Non posso farcela da sola, quindi forse parlare con qualcuno mi farebbe bene. Oltre a voi, si intende. >> dissi facendogli l'occhiolino.

<< Anche perchè quando farete sesso voglio essere il primo a saperlo. >> affermò il ragazzo.

<< LOUIS! >> esclamai io, con una tonalità di voce decisamente troppo alta.

<< Stavolta lo appoggio. >> fece lei, e i due si diedero il cinque con fare ammiccante.

La pausa era ormai quasi finita quando vidi arrivare verso il nostro tavolo Bill, l'assistente del nostro capo. Era un uomo sulla cinquantina alto circa un metro e settantacinque, capelli brizzolati e occhi scuri, sposato da almeno 10 anni e con due adorabili bambine che ogni tanto portava in ufficio quando sua moglie era a lavoro e nessuno poteva badare a loro.

<< Elizabeth, dovresti venire con me. Il signor Moore vuole parlarti. >> disse rivolto a me una volta arrivato al nostro tavolo.

Con la coda dell'occhio vidi Maeve sgranare gli occhi e Louis fare una faccia preoccupata.

<< È successo qualcosa? >> chiesi rivolta verso l'uomo.

<< Non ne ho idea, mi ha soltanto chiesto di venire a chiamarti. >> rispose gentilmente.

Mi alzai e presi lo zainetto di Chanel che avevo a fianco, per poi seguirlo in direzione dell'ufficio; prendemmo l'ascensore fino al dodicesimo piano e arrivati davanti alla grande porta vetrata Bill mi precedette per annunciare che ero arrivata.

LOVERS BY THE WINDOW • Chris Evans fanfictionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora