<< Heart is beatin' loud and she doesn't want it to stop / Movin' too fast, moon is lightin' up her skin / She's fallin', doesn't even know it yet / Havin' no regrets is all that she really wants >>
[Elizabeth's POV]
La domenica mattina è il momento più strano della settimana. Mi sveglio riposata, ma cosciente che queste sono le ultime ore prima che sia nuovamente lunedì, giorno detestato da almeno metà della popolazione terrestre. Non era tanto il lavoro a preoccuparmi, adoravo tornare in ufficio e lavorare su ciò che mi aveva sempre appassionato, quanto la sveglia alle sei e mezzo; odiavo alzarmi presto, già alle elementari avevo difficoltà a togliere di dosso il piumone che mi avvolgeva come il bozzolo di una farfalla e uscire di casa.
Quella mattina aprii gli occhi alle 11 e rimasi avvolta nelle coperte ancora per un'altra mezz'ora finché non mi feci forza e decisi di fare una doccia fresca, per risvegliare i muscoli dal torpore della sonnolenza. Ancora avvolta nell'asciugamano entrai in cucina per fare colazione: accesa la macchina del caffè il profumo avvolgente del cappuccino mi destò definitivamente, quando la mente volò alla sera prima, al ricordo del vicino occhi celesti/barba/braccia muscolose e tutte le cose che lo rendevano una visione divina. Presi la mia tazza fumante e mi avvicinai alla grande vetrata del salotto, la stessa da cui lo avevo visto la prima volta, scostai le tende e lo vidi - era in piedi vicino ad uno dei telai in acciaio che sorreggevano la grande finestra, appoggiato con una spalla ad esso e con lo sguardo rivolto verso il basso mentre comunicava con qualcuno al telefono, forse uno dei suoi amici che avevo visto insieme a lui la sera prima. Indossava pantaloni della tuta grigi e una t-shirt bianca coperta da un maglioncino nero leggermente aperto in alto. Doveva sentirsi osservato, perché dopo qualche secondo alzò lo sguardo incontrando il mio, mi sorrise e mosse verso l'alto la mano per salutarmi. Mi aveva decisamente vista. Che faccio? Ricambio? E se non stava salutando me? E chi dovrebbe salutare, sta guardando dritto verso di te, riprenditi! pensai in una frazione di secondo. Ancora poco convinta sul da farsi, alzai a mia volta la mano muovendola leggermente in un gesto di saluto, sorrisi timidamente e mi allontanai dalla finestra per riprendere fiato. Perché mi comporto come una dodicenne che vede il ragazzo più grande che le piace fuori scuola? Mi ha soltanto salutata, che c'è di male? cercai di riacquistare un po' di buon senso, senza successo. Non era tanto per il saluto o il sorriso, erano gli occhi. Sembrava mi leggessero l'anima, che sapessero tutti i segreti più profondi e oscuri del mio essere, un attacco senza possibilità di difesa, e non potetti fare altro che accettarlo, inerme. Detti un'occhiata da dietro la tenda in cui mi ero nascosta per vedere se era ancora lì, ma con mio grande disappunto se n'era andato. Pensavi rimanesse tutta la giornata ad aspettare che ti togliessi da qui dietro? Avrà cose più importanti da fare - ragionò il mio cervello, senza ricevere risposta dalla speranza che vagava nel cuore.
Ripresi un minimo di conoscenza e decisi di uscire a fare alcune commissioni per la settimana, che con il lavoro non avrei avuto tempo di portare a termine. Misi il paio di jeans neri più comodi che avessi, una maglia termica nera rifinita da una grigia traforata, gli stivaletti e la borsa più pratica che avevo, una pochette di Yves Saint Laurent con la tracolla. Acconciai i lunghi capelli in una coda alta e misi solo un po' di mascara, tanto chi deve vedermi, pensai. Era un ragionamento tipo quello di quando chiedi a tua madre di comprarti un paio di mutande e torna a casa con 3 tipi diversi tra farfalline, orsacchiotti e cuoricini dicendoti "tanto nessuno deve vederle, l'importante è stare comoda". Chiamai un taxi e uscii ridendo, al ricordo di quelle mutande che ancora custodivo e che ogni tanto indossavo.
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LOVERS BY THE WINDOW • Chris Evans fanfiction
ФанфикElizabeth si è laureata in architettura a New York e adesso lavora in uno studio insieme ai suoi due migliori amici; vive in uno di due condomini gemelli a Manhattan, e quando un giorno si accorge che l'appartamento di fronte al suo non è disabitato...