<< Should I give up? | Or should I just keep chasing pavements? | Even if it leads nowhere | Or would it be a waste? | Even if I knew my place, should I leave it there? | Should I give up? | Or should I just keep chasing pavements? | Even if it leads nowhere. >>
[Aaron's POV]
Uscii dall'ospedale alle 16 con un sorriso stampato in faccia e la testa chissà dove. Sembrava fossi tornato a quel giorno alle elementari in cui la bambina che mi piaceva mi aveva regalato una margherita, soltanto che adesso ero alla soglia dei quarant'anni e nelle questioni sentimentali avrei dovuto avere giusto un po' più esperienza. "L'amore è l'occasione unica per maturare" scriveva Rilke, ma a quanto pare per me non aveva funzionato, o forse non avevo ancora trovato quello vero. Solitamente però ero più diretto nelle mie azioni, quando si trattava di prendere una decisione andavo sempre a colpo sicuro, anche in amore; questa volta ero stato tradito dall'insicurezza, non riuscivo a decidermi di chiederle di uscire perché avevo paura di essere troppo invadente, in fondo mi conosceva soltanto da ieri e avrebbe potuto spaventarsi.
Un chirurgo che ha paura, esilarante. Non avevo paura di operare al cervello un uomo completamente sveglio, ma di chiederle di uscire per un caffè insieme, si; se avessi saputo prima che quel caffè si sarebbe trasformato in una cena credo che non avrei mai trovato il coraggio di scriverle. Ma cosa ti prende?! Non hai quindici anni, comportati da uomo della tua età e digita quel messaggio aveva pensato la mia parte razionale, e non avrei potuto ringraziarla abbastanza.
Uscii dal taxi ormai arrivato a destinazione ed entrai in casa, deciso a riposare un po'- se mai ci fossi riuscito - prima di prepararmi alla serata. Avevo scelto un ristorante giapponese a Soho, un posto raffinato ma non eccessivamente elegante; preparai i vestiti da indossare più tardi e mi buttai sul letto cadendo contro ogni pronostico in un sonno ristoratore, dal quale uscii solo qualche ora più tardi ancora in tempo per farmi una doccia e cambiarmi. Stavo infilando la giacchetta di pelle appoggiata sul divano quando voltai lo sguardo verso la finestra e la vidi: i lunghi capelli lasciati sciolti a cui aveva dato una piega ondulata, trucco leggero che incorniciava i bellissimi occhi verdi, una camicetta blu notte che le fasciava il collo e la vita con un'apertura sul petto e jeans chiari. Era bellissima, anche più di quanto avessi pensato al primo incontro.
Cercai di riprendere possesso delle mie facoltà mentali, ma lei si girò e vedendomi pronto per uscire mi sorrise timidamente. Pensavo non potesse andare peggio, invece a quanto pare mi sbagliavo.
Sollevò la mano e la mosse in segno di saluto e io di rimando le feci cenno di scendere, poi uscii dall'appartamento e presi l'ascensore che mi condusse all'ingresso. La vidi arrivare dalla mia sinistra e il cuore iniziò a palpitare. Non è normale che una ragazzina mi faccia venire la tachicardia pensai, abituato com'ero a dare un nome scientifico ad ogni cosa, persino alle emozioni.
<< Buonasera Elizabeth. >> le dissi sorridendo, nel modo più formale possibile.
Si vedeva lontano un miglio quanto fosse agitata, stava cercando la risposta giusta nonostante non ce ne fosse una, difatti arrossì e si affrettò a tirare fuori una frase di senso compiuto:
<< Dove andiamo di bello? >>
<< Conosco il proprietario di un ristorante giapponese qualche isolato più in là, ti va? Altrimenti qualsiasi altro posto per me va bene. >> dissi.
<< È perfetto, adoro il sushi. >> ribatte lei.
Dopo circa venti minuti di viaggio passati a guardare fuori dal finestrino senza aprire bocca arrivammo davanti al locale che avevo scelto. Pagai il tassista e ci dirigemmo all'interno, dove ci accolse il mio conoscente e ci accompagnò al tavolo.
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LOVERS BY THE WINDOW • Chris Evans fanfiction
FanfictionElizabeth si è laureata in architettura a New York e adesso lavora in uno studio insieme ai suoi due migliori amici; vive in uno di due condomini gemelli a Manhattan, e quando un giorno si accorge che l'appartamento di fronte al suo non è disabitato...