Capitolo 18

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Non ci volle molto prima che Angelus raggiungesse nuovamente Wrenwall:
Erano passati solo un paio di giorni da quell'evento drammatico alla Capitale.
Ormai, la notizia del regicidio doveva essere diventata di dominio pubblico.
Mai, tuttavia, lui non si fermò, camminando lungo il sentiero boschivo oscurato dagli alberi.
Aveva scoperto che il Re fosse un gran chiacchierone, visto che aveva cominciato lungo il cammino a fare domande su domande riguardo al passato del giovane e le sue vere origini.
La sua presenza rese il viaggio meno opprimente o solitario.


"Sì, non ti biasimo per i tuoi sentimenti, giovane Samael... è raro trovare ufficiali così onesti, sinceri e leali. Una vera protettrice, quella ragazza, mi è sempre stata simpatica!" disse bonariamente il vecchio re, riferendosi a Shyvana.
Poi, tuttavia, si incupì.
"Devo delle scuse anche a lei... il massimo che io e mio figlio siamo riusciti a fare per lei farla stazionare a Wrenwall... ma la gente la teme e la guarda ancora con sospetto."
"Beh, lei ha una mente di ferro. Ha sopportato senza nemmeno aspettarsi un mio ritorno..." rispose lui, continuando a camminare.
Nella sua realtà contrapposta, poteva vedere la grande figura spiritica del Re con la sua imperiosa armatura camminargli accanto, seguito dalla schiera di anime mormoranti alle sue spalle, a cui aveva preferito chiudere le orecchie perché non sentisse le martellanti richieste di uccidere ogni singola volta.
Solo una di quelle anime continuava a parlargli:
Quella di una bellissima e giovane fanciulla, probabilmente strappata alla vita troppo presto... la stessa che puntualmente lo riportava sulla retta via quando stava per cadere vittima degli influssi malefici dell'Insanira.
Però ciò non accadeva di frequente, e la vedeva perlopiù come una foschia azzurrina.
"Quella giovane dietro di noi... sembra molto sofferente." lo avvertì il Re; "Sono forse sempre io la causa?"
"No, tecnicamente appare e scompare nei momenti del bisogno." rispose Samael senza nemmeno girarsi o rallentare il passo; "Non mi ha ancora detto come si chiama..."
Jarvan provò allora a parlarci, ma lei si dissolse in una nebbiolina tenue ed azzurra, quasi come se fosse un animaletto timido che scappa vedendo un intruso nella propria foresta.
"E' timida..." sospirò Angelus, notando già da distanza la torreggiante roccaforte sulle montagne ad Est sul confine demaciano; "Spero le faccia piacere una gita nei suoi territori più orientali, Sire."
"Beh, non mi capita spesso di passare per quei lidi... se non per prendere parte a eventi ufficiali o campagne militari, di rado mi assento da palazzo." ci pensò su il vecchio.
"Certo, sarà strano comunicare con due persone al contempo." mormorò il giovane; "Ma, bando alle ciance, abbiamo un drago da rendere contento... almeno credo..."
Mentre diceva queste parole, si rese conto di quanto poco mancasse per la fortezza.
Gli bastò alzare lo sguardo per vederla in tutta la sua imponenza.
"Aaah, Wrenwall... Quanti anni sono passati da quando combattei qui...? Ero forte, a quei tempi, sai?"
"Fu qui che combattei per la prima volta per difendere Demacia." rispose Angelus tranquillamente; "Un ragazzetto appena ventenne che con la sua amica salva la vita ad un Principe ferito e sconfigge un drago... storiella interessante per una favola."
Jarvan III rise bonariamente.
"Ricordo bene come andarono le cose. Lo devo al vostro nobile animo e al vostro coraggio se mio figlio cammina ancora fra voi!"
"Mi sono sempre domandato questo, Sire... avreste mai pensato di trovare la pace con Noxus?" domandò allora lui, curiosamente.
Dopo qualche secondo di silenzio, Jarvan rispose con voce solenne:
"Samael... un tempo, questa tua proposta sarebbe stata ritenuta assurda... ma è anche vero che i tempi in cui dovevamo preoccuparci della tirannia spietata di Darkwill sono finiti... e questo stratega noxiano che sta portando avanti una campagna in cui i più deboli non vengono sacrificati agli orrori della guerra fa ben sperare che a Noxus le cose siano cambiate..."
"Certo, se quanto detto da Katarina non faccia sprofondare le sue aspettative.
Fui io alla carica di stratega nella campagna prima del duello con vostro figlio, Maestà, e decisi che la migliore soluzione di conquista fosse assoggettare senza uccidere nemmeno una persona, permettendo a tutti di propria volontà di entrare sotto il vessillo di Noxus." rispose infine Angelus; "La mia missione era quella di far sì che si trovasse un metodo per far elargire un trattato di pace con Demacia in modo da assimilare tutto senza spargimenti di sangue... il mio piano è fallito quando ho scoperto che Shyvana non era prigioniera, ma un Capitano a guardia di confine."
Il re sospirò pesantemente.
"Dimmi, Samael... ci credi se ti dico che non è mai stata mia intenzione permettere che il duello venisse truccato in quella maniera?
Se Noxus si fosse davvero presentata con trattative per la pace, mai avrei sbattuto loro in faccia i miei cancelli. Ma con la guerra vengono messe in campo non solo vite... ci finiscono anche molteplici interessi."
"Purtroppo, quello è solitamente il primo punto che le fa cominciare..." rispose lui.
"Anche quell'uomo di prima... Leif Heimdall... parlava sempre di come bisogna innanzitutto cancellare questo genere di mentalità prima di poter raggiungere la pace, anche a costo di dover giocare sporco eliminando gli elementi 'problematici'..."
"Alla fine, il mio pensiero non si allontana dal suo... ma sono sempre stato uno che adorava sporcarsi le mani." ribatté Angelus con un sospiro.
"Allora, lascia che te lo chieda... perché non sei andato con lui, a questo punto?"
"Perché io e lui siamo due persone opposte... lui è un opportunista. Io ho sempre deciso di andare controcorrente, se necessario..." rispose lui.
"Comprendo il tuo pensiero... alla fine, ognuno deve sapere cosa fare nel momento più opportuno." disse il Re con un sorriso pacato.
Angelus non disse altro, evitando di entrare dentro alla cittadina e passando nella radura che circondava il villaggio:
Avrebbe sfruttato la sua agilità ed i suoi poteri per entrare e fare una sorpresa a Shyvana.
Ci mise veramente poco ad arrivare sotto la finestra della sua amata e decise di salire, facendosi trovare seduto in attesa.
Ci volle un po' perché finalmente la donna draconica rientrasse in camera sua, chiudendo delicatamente la porta alle sue spalle e risistemandosi le treccine con un sospiro enorme.
Scese silenziosamente dalla finestra, appoggiando la schiena al muro vicino al suo letto ed incrociando le braccia.
Aspettò il momento in cui Shyvana si guardasse allo specchio per controllarsi e allora si mise nel riflesso alle sue spalle in modo che lo vedesse.
Lei brontolò qualcosa e si girò verso lo specchio per risistemarsi sia i capelli che i vestiti...
Poi si bloccò di colpo, guardando confusa quella superficie riflettente.
"Ma...?"
"Come stai?" le domandò tranquillamente lui, poggiandosi una mano su un fianco.
Shyvana emise uno sbuffo di fumo dalla bocca per la sorpresa, e si girò di scatto.
"Ma... SAMAEL!"
Gli saltò festosamente addosso quando si rese conto che fosse davvero lui.
Lui ridacchiò, girando attorno con lei tra le braccia.
"Percepisco una forte temperatura... ti stai trasformando o sei felice di vedermi?"
"Idiota! Ero preoccupatissima per te!" sbottò lei, stringendolo forte; "Sono arrivate notizie terribili dalla capitale! E' vero che i maghi sono insorti ed hanno assassinato Sua Maestà?!"
Il giovane girò gli occhi un secondo dove la figura dell'anima di Re Jarvan si ergeva per fissare sorridente la scena.
"Il Re, purtroppo, è morto... hanno detto che sono stati gli insorti?" domandò dubbioso Angelus, ancora reggendola fra le braccia.
"Beh, sì!" esclamò lei; "Si sono ribellati durante l'esecuzione di quel prigioniero, Sylas di Dregbourne, hanno assaltato il palazzo, ferito tante persone fra cui il comandante dell'Avanguardia e ucciso il Re a sangue freddo! Questa è la notizia che è arrivata qui..."
Si staccò da lui e si mise seduta sul letto e riposò la fronte sulle mani intrecciate fra loro.
"... Dunque non erano esagerazioni... che disastro...!"
Samael guardò nuovamente il Sovrano defunto e scosse il capo.
"Ci sono... altri ordini? Voglio dire, direttive dalla Capitale, in merito?"
"Ci hanno detto soltanto di tenere d'occhio qualunque viandante sospetto, e che potrebbero intensificare le ronde e le pattuglie qua da noi."
I pugni della donna ebbero un fremito.
"Samael... tu pensi che Sua Altezza Jarvan adesso tenterà di eliminare qualunque forma di magia da Demacia? E non mi riferisco solo ai maghi..."
"No... non potrebbe. Almeno, non credo, no..." mugugnò, pensandoci su; "Ho sentito da alcuni soldati mentre passavo inosservato che volessero dare ancora più attenzione sulla cattura di ogni persona che possedesse anche solo un goccio di magia... non importa se cittadino regolare, o altro."
Scosse il capo più volte, cercando di sorridere.
"Non... non può tradire i suoi amici... non è quel genere di persona, suvvia."
"Però... è anche molto impulsivo... e si tratta pur sempre di suo padre... che lui ha sempre adorato! Non posso pensare che resti indifferente al suo assassinio, a discapito di chi abbia come amico..."
Shyvana abbassò lo sguardo con preoccupazione.
"E poi, quell'intensificare le pattuglie di ricognizione qui a Wrenwall... forse non si fida più... forse vede anche me come un pericolo...?"
"Ehi, ehi..."
Angelus si accucciò in ginocchio davanti a lei, mettendole due mani sul viso delicatamente.
"Non succederà niente, okay...? Qualsiasi cosa accada, comunque, noi ci guarderemo le spalle assieme. E non sei sola, no? Hai tutta la Guardia del Drago, Spearglow, i maghi al boschetto..."
"Però... se dovessero fare rappresaglie contro di voi a causa mia... non potrei sopportarlo! Non lo permetterei! E tu lo sai!" sbottò lei, cercando di apparire forte ma apparendo anche spaesata da tutti quegli eventi.
"Forse... è giusto che tu sappia qualcosa..." mormorò il ragazzo, portando le mani al capo di lei; "Guardami negli occhi e sopporta qualche secondo... solo, non ti spaventare."
Prima che lei potesse rendersi conto di cosa stesse facendo, si sentì gli occhi e la testa pervadere da un freddo glaciale, mentre nella realtà le si illuminarono di verde.
Provò a gridare, ma ogni suono le morì in gola...
E in un attimo, pensò di sentire una voce:
"Che stai facendo, Samael?!"
"Sire... ha il diritto di sapere la verità... ma se non faccio così, nessuno ci crederà!"
"Sire... aspetta, di cosa stai...?!" biascicò lei, completamente tesa, e impallidendo ancora di più quando vide apparire il fantasma del suo re, Jarvan III.
"Che sta succedendo, Samael?! Sto impazzendo completamente?! Ti prego, non dirmi che c'entri qualcosa in questa storia!"
"Può vedermi?" domandò il Re Jarvan davanti a lei, mentre la ragazza fu sul punto quasi di arretrare sul letto, spaventata.
"Non avere paura, Shyvana... lui è con me. Il Sovrano e la sua anima sono assieme a me, adesso."
"Samael... tu... non dirmi che..."
Stringendo i pugni e gli occhi, Shyvana gridò:
"NON VOGLIO CREDERCI! SEI IMPAZZITO?!"
"Non si sdrucci, Capitano Shyvana. Non è lui il colpevole, la parola mia è sicurezza." rispose per lui Jarvan; "Non sono stati gli insorti ad assassinarmi, e nemmeno Samael Angelus... ma un assassino che ha preso di soppiatto entrambi, uccidendomi."
"Non è stato lui...?! Ma allora... che cosa ci fa qui con lui?! Non capisco!" esclamò la donna draconica, letteralmente con le mani nei capelli, perché niente per lei aveva più senso.
"Devi promettermi di ascoltare... e di non fermarmi fino a quando non finirò."
Angelus si mise rapidamente a dimostrare il motivo per cui si trovasse alla Capitale in quel momento:
Voleva approfittare della ribellione per punire il Re e farsi rivelare la verità di molti anni fa, quando venne quasi imprigionato come criminale usurpatore, oltre che quanto fosse successo al duello...
Ma alla fine, quando Jarvan gli disse del suo piano per cancellare i Cercatori di Magia e le persecuzioni dei maghi una volta per tutte, volle risparmiarlo ed aiutarlo a dissipare la rivolta...
Senonché Katarina avesse preso i due alla sprovvista, uccidendo il Re.
Angelus prese l'anima di Jarvan come forma di rimedio e sparì prima che gli insorti potessero trovarlo nelle stanze del Re assieme al cadavere del suo proprietario.
"E' la verità, ragazza mia. Costui non ha colpa in quanto accaduto." confermò Jarvan III; "La colpa di tutto questo risiede unicamente in me, che non ho agito prima che le cose peggiorassero a tal punto... e non c'è nemmeno bisogno che tu ti affranga per la mia morte, non dopo le sofferenze che ti ho causato..."
"Ma... ma, Maestà..."
"Shyvana... ascolta. Non ci sono molti che conoscono esattamente la posizione delle stanze del Re... e gli unici autorizzati a Demacia e con queste informazioni sai di che gruppo sono." cercò di spiegare Angelus.
Shyvana impallidì al prospetto, per poi mutare lentamente il viso in un'espressione di rabbia.
"Maledetti traditori... come osano calpestare così la loro stessa corona?! Li strazierò fra le mie fauci!"
"No... ora come ora, bisogna aspettare." rispose Angelus, cercando di calmarla e reggendola con le mani sulle spalle; "Aspettare... e mantenere un basso profilo..."
"E permettere che quei dannati traditori di avere carta bianca mentre calpestano la dignità dei loro stessi cittadini, continuando a diffondere odio e discriminazione?! Beh, io no!"
"Okay... forse non sai, ma la Capitale probabilmente è la zona più sotto osservazione e piena di soldati di tutto il Regno, adesso... se andiamo ora, nulla impedirà loro di additarci come membri dei maghi ribelli di Sylas."
"Sfortunatamente ha ragione lui, signorina. Marciare alla Capitale è soltanto una condanna a morte sicura, per il momento... non ci resta che aspettare e sperare nel buon senso di mio figlio." disse il Re per calmarla.
"E non posso fare questo trucco con tutti." rispose Samael; "Temo di non riuscire esattamente a controllarmi su normali esseri umani."
"La pazienza non è il mio forte... ma ci farò sopra una ragione." commentò Shyvana con tono nervoso.
"Bene... termino l'effetto sulla tua mente. Alla lunga, potresti impazzire..." mormorò Angelus, richiamando la sua presenza nella mente di Shyvana delicatamente.
La foschia nella mente si dissipò di colpo, e lei sussultò, per poi sentirsi cedere le gambe, quasi senza più fiato, come se avesse avuto un sogno sgradevole.
Angelus si piegò per sostenerla e lasciare che si mettesse in piedi lentamente.
"Scusami... ma non mi avresti creduto molto senza questo metodo..."
"Credo..." ansimò lei. "... Credo che per oggi abbiamo avuto abbastanza sorprese. È un po' tanto da ingoiare, tutto questo. Ma almeno è un sollievo sapere che NON hai fatto pazzie, questa volta..."
"Non sono andato dal Re con buoni intenti, all'inizio... ma una volta compreso tutto, ho tentato di aiutarlo..." mormorò lui; "Ho tentato..."
"Promemoria per me... prendere un guinzaglio, bello resistente, del tipo che usiamo per tenere buoni i draghi di sotto... e usarlo su di TE.
Abbi un po' di riguardo anche per la MIA salute mentale, dannazione!"
"Stavo solo cercando di fare qualcosa per cambiare questa situazione." commentò lui in risposta, irritato.
"E dovevi cercare di commettere un regicidio per farlo?! Il Re non è come gli altri nobili!" sbottò lei, mettendo in mostra i denti aguzzi; "Con lui e il Principe c'è dialogo... e poi, credevo fossi venuto qui per una risoluzione pacifica alla guerra con Noxus!"
"La guerra con Noxus è finita! O almeno così pensavo, ma dopo quanto ho visto con quella dannata Du Coteau non ne sono nemmeno più convinto io!
Ma il pensiero che fossi vittima di tutto ciò era straziante da sopportare!" esclamò lui, andandole a naso; "Ho provato a cercare risposte fino all'ultimo! Volevo credere a Jarvan, ma sembra che sia stato quasi usato da quei fetenti del Consiglio o da... o da Heimdall!"
"Io non ci credo che il Principe Jarvan si sia fatto manovrare dagli altri del Consiglio!" urlò lei, rilasciando del fumo dal naso.
"Allora perché questo intensificarsi di catture di persone innocenti?! È ovvio che sia arrabbiato e stia dando la colpa ai maghi... a questo punto, mi sorprende che non stiano cercando me come capro espiatorio."
"Allora cosa pensi di fare? Di andare da solo quando sarà il momento!? È pura follia!"
"Non penso di fare nulla. Penso solo di restare qui ed assicurarmi che tu non resti coinvolta in questa follia." rispose lui.
"Bene!" esclamò Shyvana, andando verso la porta per uscire dalla camera.
"Bene..." mormorò lui, alzando le spalle; "Altrimenti, se vuoi, posso anche andarmene e non farmi vedere per un po', o sparire!"
"Fa come ti pare! Tanto tu non dai mai retta a nessuno, e te infischi di quanto gli altri siano in pena per te!" sbottò lei...
Prima di uscire, sbattendo la porta.
Angelus fece un enorme sospiro e si mise una mano sul volto, emettendo uno strano verso d'irritazione.
"Mi dica, Maestà... riuscirà il genere maschile mai a comprendere il cuore delle donne? No, vero?"
"Figliolo," lo apostrofò Jarvan; "Io sono un re con molti anni di vita alle spalle, e anche per me il cuore di una donna resta una delle cose più misteriose e imprevedibili del mondo... anche se in questo caso, la sua reazione ha una motivazione piuttosto chiara."
"Sì, lo so..." mugugnò lui passivamente, annuendo.
Si girò quasi per andare nuovamente verso la finestra ed uscire, quando quella sensazione di malessere lo colpì come un minotauro in carica.
Si sentiva brutalmente in colpa, e forse non avrebbe dovuto alzare la voce in quel modo...
Forse, sarebbe dovuto andare da lei e scusarsi, anche per averla fatta preoccupare in quel modo?
Quasi istintivamente, aprì la porta per andare a cercarla e rappacificarsi con lei.
Il sorriso gli si tramutò in sorpresa quando, dall'altro lato, si trovò faccia a faccia con due uomini con la maschera divisa a metà e gli abiti sul blu:
Cercatori di Magia, e l'avevano appena visto.
Erano in due, un uomo sulla quarantina e una donna con poco meno di trent'anni, entrambi con i capelli castani, e lo fissavano con palese sospetto.
"Ehm... cercavate qualcuno?" domandò, cercando di mantenere il contegno...
E notando come l'anima del Re si fosse fatta indietro con un'espressione comica e basita sul volto.
Sarebbe stato divertente, in situazioni diverse.
"Siamo alla ricerca di gente sospetta... come te, per esempio." rispose l'uomo con un occhio attento alle caratteristiche di Samael.
"Dichiara il perché sei qui." aggiunse la Donna con voce severa.
"Sono... un forestiero. Ho cercato rifugio nel Castello per riposare per la notte. Stavo tornando dal mio... pellegrinaggio ad High Silvermere." cercò di spiegare Angelus, inventandosi la prima cosa che gli veniva in mente di sensato.
"Quindi sei un forestiero..." brontolò l'uomo; "Abbiamo l'ordine di controllare e detenere tutti gli stranieri dall'aria sospetta. Niente di personale... se quello che dici è vero."
"Perfetto... controllate pure..."


Sire... se toccano la frusta, potrebbero subire un attacco improvviso di magia e Wrenwall diventerebbe un campo di battaglia... non avevo previsto che arrivassero così lontano in poco tempo...
"Non puoi disattivare il potere di quella frusta, in qualche modo...?" domandò il vecchio sovrano che, nonostante la situazione potenzialmente critica, mantenne la compostezza.
Non ho un controllo completo fino a quel punto... la frusta incanala tutte le anime di quei simpaticoni guerrafondai... proveranno a succhiare loro la vita.


Un'idea venne allora in mente al ragazzo:
Se si fosse fatto catturare e poi sarebbe fuggito una volta abbastanza lontano?
"Potrebbe essere un'idea... l'importante è che non si scateni un putiferio nella città... ma c'è qualcos'altro da tenere in considerazione. Quella signorina..."
Si interruppe quando vide la donna dei Cercatori setacciarsi l'uniforme in cerca di qualcosa.
"Che state facendo?" domandò dubbioso Angelus; "Devo essere ammanettato?"
"È una precauzione... niente di personale." commentò la cercatrice, mostrando un paio di manette in Petricite.
"Posso camminare. Ditemi dove devo andare." cercò di temporeggiare Angelus, guardando con la coda dell'occhio la finestrona alle sue spalle...
Ma cos'era successo a Shyvana? Perché non c'erano membri della Guardia del Drago per il corridoio? Che stava succedendo?
Sentì il cercatore maschio che lo spingeva in avanti.
"Ehi, non starai mica sperando di fare il furbo, spero..."
"Io? Per qual motivo? Ma buonuomo, mi spiega come mai non ci sono soldati della Guardia in giro? Mi sento confuso..." commentò con aria falsamente tranquilla Samael.
"Sono sospettati di varie accuse, tra cui aver tenuto creature magiche nei sotterranei senza il permesso reale." rispose la cercatrice con fare tagliente, come se avessero fretta.
"E non solo questo... il Capitano stesso della Guardia del Drago è un essere magico... e il Principe, all'alba dell'assassinio di Sua Maestà Reale Jarvan III, ha decretato una politica di tolleranza zero verso qualunque forma di magia. Immagino che anche un forestiero come te ne sia al corrente, degli ultimi sviluppi, o sbaglio?"
"Come? Non ne avevo idea... io stavo viaggiando per tornare a casa, non ho fatto caso a ciò." rispose lui, camminando leggermente in avanti senza che la cercatrice potesse ammanettarlo; "Poverina, quella donna. Non penso sia nemmeno persona da mettere in catene."
"Mi dispiace che tu sia rimasto invischiato in questa storia... ma se non hai niente a che vedere con i traditori della Guardia, non hai poteri magici e sei innocente, non vedo perché tu debba pagare. Permettici di fare i controlli di routine, e se è tutto a posto, ti lasciamo andare appena finito." disse con voce pacata la cercatrice, camminandogli vicino per impedire che facesse mosse false.
"Temo di non poterlo fare, signora." rispose tuttavia lui; "Non posso attendere molto. Devo mettermi in cammino."
"Attento, giovanotto." disse severamente l'uomo della coppia; "Non so che leggi ci siano dalle tue parti, ma noi rappresentiamo Demacia stessa. Andare contro di noi è andare contro la legge, ed è punibile con l'incarcerazione."


Sanguisughe odiose, calpestate i vostri stessi simili... quanto vorrei uccidervi con piacere...


"La legge? Comprendo, in questo caso... prego, portatemi pure dal resto dei membri della Guardia che avete fermato dai loro doveri."
"E perché vorresti essere portato da loro?" gli domandò il Cercatore; "Forse hai qualcosa da spartire con quei traditori?"
"Pensavo che per voi fosse più semplice controllare tutti assieme i sospetti." ci pensò su lui; "O mi state dicendo che sono già in custodia di una legione?"
"Non è un'informazione che ti riguarda. E adesso cammina!" fece l'uomo, spingendolo bruscamente in avanti.
"Ehi, ehi! Piano, buonuomo. Non godo di ottima salute." mormorò Angelus.
"Morald... in effetti, non ha una bella cera..." sussurrò la cercatrice al compagno; "Guardalo com'è pallido..."
"Oh... le mie scuse. La prego però di continuare a collaborare fino a quando è necessario-"
"Volentieri, signori... solo, perdonatemi se avrò bisogno di una piccola carica di salute."
Ebbero solo un istante per vederlo, un sorrisetto sadico che si formò sulle sue labbra...
"Attento, Morald!"
"Grazie della vostra assistenza... ora sparite, seccature."


Dall'esterno della roccaforte, un grido di agonia dei due Cercatori di Magia si fece eco, tanto da mettere in allarme tutti i soldati presenti.
"C... Cosa è stato?!" saltò su una muscolosa soldatessa con i capelli tirati all'indietro.
"Non lo so! Dobbiamo controllare!" esclamò un altro soldato con voce tesa.
Alcuni membri della Guardia del Drago, ammanettati ed in attesa di essere portati via in un carro prigione, videro i soldati demaciani entrare rapidamente nella fortezza...
Solo perché delle luci oscure cominciassero a risplendere dalle aperture delle finestre, seguite dai rumori di un combattimento.
"Vedere quel giovane in azione è estremamente interessante, ma allo stesso mi fa venire i brividi." commentò Anden con una breve risata sommessa.
"E' terrificante quanto il Capitano quando si arrabbia, una cosa è certa!" commentò alle sue spalle un soldato della Guardia intorno ai trent'anni con una barbetta incolta.
Yessenia, non troppo distante, cercò di convincere un Endar svenuto e bollato a rialzarsi, approfittando del casino che Angelus stava generando dentro al Castello.
Alla vista della donna draconica portata via violentemente ed in catene, il ragazzo non si era arreso ed aveva deciso di combattere contro i Cercatori, solo per essere facilmente messo alle strette e steso.
Svegliato dalla compagna, lo spadaccino si rialzò di colpo, gridando il nome del suo Capitano, e che dovessero sbrigarsi a salvarla prima che fosse troppo tardi.
"Calmati, Endar..." lo riprese Jerik, poggiato di schiena sulla panca su cui stava; "Qualcuno deve sbrigarsi a tirar fuori noi... altrimenti il Comandante non riusciremo mai a salvarlo."
"MERDA!" gridò con frustrazione Endar; "Se solo avessi la mia spada, potrei facilmente fondere tutto e crearmi una bella strada bruciaticcia!"
"Non preoccupatevi, compagni. I rinforzi arriveranno. O dal Castello, o da altrove." rispose il Professor Mayne, saltellando sul posto...
Prima che videro un soldato volare fuori da una finestra, atterrando brutalmente di testa.
"Forza, Samael, picchia più forte!"
"Samael...?!"
Nel sentire quel nome, Endar fece una smorfia di disappunto e schioccò la lingua, distogliendo lo sguardo.
Nel frattempo, alcuni dei prigioneri poterono sentire il rumore di soldati cadere per terra nelle loro vicinanze, ma riuscirono a capire da quale direzione, vista la loro visuale ostruita dalle sbarre.
"Che è stato? Chi è che ci sta aiutando?" domandò Yessenia, girando la testa altrove per seguire il suono di quel combattimento.
I rumori si fecero sempre più vicini...
Finché non viderò sbucare dall'altro lato delle sbarre un Donnone dai capelli rossi accesi e di carnagione scura, con sopra un armatura spessa; brandiva un gladio e un grande scudo.
"Come andiamo?"
I vari membri della Guardia del Drago dentro alla carrozza rimasero basiti di quell'apparizione improvvisa...
Prima che Jerik, tossendo a bocca chiusa, chiese:
"Buongiorno, signorina... potrebbe gentilmente aprire la gabbia?"
"Buongiorno a lei... certo, mi dia due secondi." rispose lei, andando verso la serratura per romperla come se fosse fatta di carta.
"Siete liberi, andate."
"Haha! Ve l'avevo detto che sarebbero arrivati i rinforzi! Voi non mi credevate." ridacchiò Anden, saltando giù dal carro rapidamente assieme agli altri...
Giusto il tempo che il donnone spezzasse le manette di Petricite di ognuno con la pura forza delle mani.
"Liberi come l'aria... lasciate che mi presenti, sono Xymella Spearglow! Ex-Capitano degli Scudi e ora Madre delle Cicatrici!" commentò la donna tutta pimpante.
"Il Capitano Spearglow!" esclamò Yessenia; "Incredibile! Ho sentito storie leggendarie su di lei!"
"Davvero?" mormorò Endar.
"Starei a scambiare leggende su di me passate e presenti, ma non abbiamo tempo! Sapete dove sono le vostre armi?"
"Nel Castello!" indicò uno dei soldati in rosso.
In quel momento, la fortezza era un tripudio di sanguinosi scontri unilaterali fra Angelus ed i cavalieri demaciani, che caddero uno dopo l'altro ai fendenti della sua nuova spada.
Xymella fece un cenno di conferma, facendo un fischio come per chiamare qualcuno:
Uscirono da dietro gli alberi, come per incanto, centinaia di uomini e donne divisi in unità specifiche; chi aveva un vestiario da sciamano, chi a cavallo di Lupi giganti e Druvask, e per ultimi chi aveva un'armatura leggera con una spada e uno scudo simili a quelli di Xymella.
In prima linea, sbucò lo stesso Steffen con uno sguardo molto truce.
"State al nostro fianco... andiamo a prendere le vostre armi e salvare Shyvana Devono passare anche sul mio cadavere se sperano di far soffrire una mia amica!" urlò la rossa.
I soldati della Guardia del Drago si sentirono ringalluzziti dalle parole della rossa, e alzarono il pugno con energia e un: "SÌ!" all'unisono.
"Accidenti, Ana ha come amica una Madre del Freljord..." mormorò Yessenia con un gran sorriso...
Prima che Jerik, recuperando la spada a terra di un soldato morto, ordinò l'avanzata verso alla loro vecchia roccaforte di Wrenwall.


Le grida di guerra si udirono fin da dentro al Castello, mentre i soldati demaciani rimasti dentro stessero cercando di sorprendere Angelus contando sulla forza numerica.
Peccato che a lui non sembrasse importare mentre deviava i colpi e fendeva l'aria col sangue dei valorosi uomini che tentarono di fermarlo.
Sbucava come uno spettro in giro, trasportandosi rapidamente e compiendo serie di colpi talmente rapidi che pure l'ombra sua sembró colpire assieme al Cavaliere Nero.
"Per il Re, lurido traditore!" gridò un soldato...
Ma bastò che lui compiesse un fendente per disarmarlo, prendendolo con una mano sul viso.
"Sciocco... IO sono il tuo Re! Non puoi opporti!"
Il soldato gridó mentre la Nebbia Oscura entrava nel suo corpo...
E la sua testa esplose davanti a tutti.
Pian piano i soldati rimasti ebbero un fremito di timore, ma continuarono ad attaccare, facendo la fine di mosche schiacciate dalla potenza di Samael.
"N-no è impossibile! Sei un mostro!" esclamò uno di loro, in preda al terrore.
"Il vero mostro è quello che ha permesso questo esito..." rispose lui; "Ed ora... perirai."
"ASPETTA!!! NOOOO!!! ARGHHHH!!!" fu l'urlo straziante di quel soldato, prima di venire ucciso in maniera rapida e brutale da una serie di fendenti.
"Esatto! Prendi! E prendi questo!" esclamò Angelus continuando a straziare il cadavere del soldato fino a quando il sangue non gli schizzó sul volto.
Gli altri soldati superstiti indietreggiarono in preda ai brividi quando videro sul loro assalitore un ghigno di pura e sadica follia.
"Quanto a voi... ditemi esattamente dove si trova... DOV'E' LEI?!" esclamò ringhiando, avvicinandosi poi tranquillamente.
"D... non so di chi stai parlando!" gridò uno dei soldati, puntando una traballante spada contro Angelus.
Se la ritrovò spezzata dopo che Angelus la colpì con un singolo fendente.
"Dove si trova il Capitano Shyvana?!"
Il soldato strinse gli occhi, tremando come una foglia.
"Non lo so! È stata portata via prima che ci stazionassero qui, con la massima urgenza!!" piagnucolò.
"DOVE?!" gli gridò praticamente in faccia, la voce che era un misto fra l'ira e l'eco di un fantasma.
"Non so dove siano esattamente, lo giuro! So solo che andavano verso la Grande Città!" gridò il soldato, sempre più in preda al panico.
Angelus lo mollò dalla sua presa, come se avesse perso interesse del tutto nei suoi assalitori e mormorò:
"La Capitale..."
Il soldato da lui messo alle strette scivolò via sul sedere prima di alzarsi in maniera traballante e scappar via gridando.
Non fece molta strada che venne fermato dalle spade e dalle asce dei Guerrieri dell'Artiglio e dalla Guardia del Drago nuovamente armata.
"Abbiate pietà! Possiedo famiglia!" esclamò lui in preda al terrore.
Una delle donne del clan di Xymella lo prese dal bavero.
"Allora perché avete fatto del male alla NOSTRA famiglia?! Lurido verme!"
"Okay, calma. Non siamo qui per fare un massacro." rispose Jerik, facendosi avanti ed abbassando la lama della guerriera mentre Yessenia ed Endar controllavano il corridoio avanti per controllare se ci fossero altri soldati.
Trovarono solo cadaveri, alcuni senza testa ed altri con arti mozzati...
E più avanti, in mezzo a loro, la figura di Angelus che camminava col volto incappucciato e circondato dalla Nebbia Oscura.
"Samael... siamo venuti a darti una mano." lo chiamò Xymella con fare pacato.
"Spearglow..." mormorò sorpreso lui, reggendosi poi la testa un secondo per contenere tutta quella forza che aveva appena rilasciato; "Non c'è tempo... l'hanno portata via... alla Capitale."
"Allora è per questo che non siamo riusciti a trovarla..." sussurrò Yessenia ai compagni.
Endar si fece avanti:
"Che ci stiamo a fare, qui?! Andiamo, allora!"
Xymella fece un cenno di conferma e disse a Yessenia di suonare il corno che aveva al fianco; avrebbe dato la carica giusta a tutti per marciare.
Mentre si muovevano rapidamente per raggiungere le loro cavalcature, Angelus sentì qualcosa di strano...
Come se le anime dentro di lui fossero ancora più inquiete... la fanciulla timida e misteriosa sembrava particolarmente turbata.
"Milady... sembrate tesa... qualcosa vi da fastidio?" domandò il Re.
"Così non va... la sua rabbia e questo potere..." mormorò lei.
Qualcosa di profondo covava nel cuore di Angelus, e lei poteva percepirlo...
Qualcosa che lei temeva più di ogni altra cosa, tanto da darle un orrenda sensazione di deja-vu:
Il desiderio non di salvare soltanto Shyvana, ma farla pagare a chiunque avesse ordito il piano che l'aveva coinvolta.
Avrebbe probabilmente gettato il caos sulla Capitale, se ne avesse avuto la possibilità.


Ci volle una cavalcata che durò più di una giornata, a marcia sostenuta, ma il piccolo esercito arrivò di fronte alle mura esterne della Capitale al calar del Sole del giorno successivo.
Alla loro vista, alcune vedette diedero l'allarme.
"Chiamate i rinforzi! Truppe nemiche in avvicinamento!"
"Oh... mi sa che ci hanno visti!" commentò Yessenia con uno schiocco di lingua. "Beh, è inutile essere silenziosi, a questo punto..."
"Allora sfondiamo! Il cancello, e il loro culo!" esclamò Endar.
"FERMI!" urlò Xymella, bloccando l'avanzata, in attesa di vedere cosa avrebbero messo alla difesa del cancello:
Doveva pensare alla strategia giusta per evitare perdite inutili.
"Non abbiamo tempo da perdere ad osservare il nemico!" le rinfacciò lo spadaccino dagli ispidi capelli; "Se non ci sbrighiamo, gli dei solo sanno cosa faranno al Capitano!"
"Guarda te stesso." commentò la rossa, mentre spostava la faccia di Endar per fargli vedere un piccolo battaglione armati di scudi che si faceva avanti oltre il cancello.
"Lo squadrone degli Scudi in prima linea... dove si trova l'Indomita Avanguardia?" domandò Yessenia, guardandosi attorno; "Il loro fiore all'occhiello non c'è?"
"Non ne avranno bisogno, se pensano di usare il Colosso di Petricite." mormorò Samael...
Prima di scendere letteralmente da cavallo per avanzare a piedi.
"Sono pronta a contrastare anche Galio, se è necessario! Il suo essere di Petricite non gli sarà di aiuto contro la trappola che gli ho preparato!" esclamò la Spearglow, facendo un cenno agli Ursidi e ai corazzati chiamati da lei "Cavalieri bicorni" di farsi avanti.
"E va bene... ho affrontato draghi colossali, che vuoi che sia un'armata di soldatini con lo scudo?!" disse con un sogghigno Endar, standosene a spada sguainata e iniziando a concentrare in essa il fuoco, almeno finché Yessenia non lo fermò.
"Pronto? Quelli hanno la Petricite, ci si puliscono il sedere con la tua fiamma..."
"Non vi preoccupate... abbiamo un metodo per contrastare la vecchia unità della mia amata." commentò Steffen con un sorriso sicuro di sé.
"Forza, allora. Fateli avanzare." li esortò Angelus, estraendo anche lui la spada.
Gli scudi si fecero avanti rimanendo fermi in attesa degli ordini da parte di un uomo sulla quarantina parecchio robusto.
"Scudi! Fategli vedere che siamo i migliori!"
Xymella dal canto suo sorrise.
"Quella formazione è inutile... Ursidi! Caricate il vostro potere e colpite la terra! Cavalieri Bicorni! Quando sono destabilizzati avanzate per colpirli! Difendete gli altri!"
"Sì, Madre Xymella!"
Combinando le loro azioni, in un attimo, l'intera difesa degli Scudi venne destabilizzata e respinta dritta all'interno delle mura cittadine.
"Marciamo con la giusta cautela! Non lasciate che il cancello si chiuda!" urlò Xymella, facendo muovere velocemente tutto il suo piccolo esercito con la foga di un Generale.
Gli Ursidi ed i Bicorni si mossero praticamente a comando in avanti, prendendo d'assalto il portone.
I demaciani provarono allora a controbattere chiamando a raccolta sui bastioni i loro migliori arcieri.
"Alzate tutti i vostri scudi e non fermatevi!" esclamò Jerik.
"A loro ci penso io..."
Samael scomparve rapidamente in una foschia nebbiosa...
Solo per ricomparire alle spalle di uno degli arcieri e impalarlo con una lama alla gola.
"Il varco è sempre più aperto. Va bene, uomini! Avanziamo! Per la Guardia del Drago e per il nostro capitano, Shyvana!" gridò Jerik, sollevando il morale della sua squadra, che si fece rapida strada fra il passaggio che i guerrieri dell'Artiglio gli stavano aprendo con la loro carica, insieme ad Angelus e il suo neutralizzare gli arcieri.
"Difendete le mura e la città con ogni uomo disponibile! Per la gloria del Re!" gridò un capitano dell'esercito non troppo distante, incitando quasi gli stessi cittadini ad armarsi.
Angelus guardò dalla cima del bastione di mura verso l'interno della città...
E notò un particolare:
Mancava la statua del Colosso dalla Piazza.
Si chiese allora se non fosse già partito per attaccarli, ma un bestione di Petricite così grosso sarebbe stato chiaramente visibile se avesse preso a volare in cielo.
Allora, dove poteva essere?
"E non solo... l'Avanguardia non c'è... e ci sono troppi pochi soldati a difesa... che sta combinando, la Crownguard?" si domandò, irritato, per poi balzare giù dritto su due soldati.
I due cercarono di contrastarlo, ma non riuscirono a fare granché, a parte soccombere sotto i suoi colpi dopo nemmeno un minuto.
"Poco male... se prendono sottogamba la mia forza, sarà la loro fine."
Vide lo svolgersi della battaglia all'ingresso e si disse mentalmente che ci sarebbe voluto un po' di tempo prima di sfondare la linea.
La sua attenzione si focalizzò nell'unico posto in cui avrebbe potuto trovare Shyvana:
La Fortezza dei Cercatori.
"Samael..."
La voce che sentì nella testa era quella dell'anima della fanciulla.
"Samael... stai attento... a lui..."
"Chi?" domandò Angelus...
Per poi notare un particolare:
Il cielo si stava lentamente oscurando da Sud-Est, esattamente da dove erano arrivati. Una grossa macchia di nuvole che avrebbero quasi augurato un nubifragio.
"Devo sbrigarmi..." mormorò, eseguendo uno scatto fulmineo in avanti dopo aver rinfoderato la spada.
"N-No..."
La voce della fanciulla era terrorizzata come mai prima d'ora.
"Non deve accadere... non può farlo... arriva...! Sta arrivando...!"
Jarvan III stesso cercò di calmarla, come fece con le altre anime, tutte ormai in subbuglio, per qualche ragione.
"Manteniamo la calma, madamigella! A chi si riferisce...?"
Ma lei era ormai nel pallone, continuando a ripetere che stava arrivando "lui", in preda al panico.
"State buone, lì dentro!" digrignò i denti Angelus, reggendosi il capo di colpo e piegandosi un secondo, rischiando di cadere in ginocchio.
"Samael, non permetterglielo! Ti scongiuro... per me... no, per il mondo... fermalo!" fu poi la cosa più forte che sentì nella testa.
"FERMARE CHI?!" esclamò a gran voce, tanto da rimbombare con un eco quasi spettrale, i suoi occhi che assunsero un colore verde acceso per un attimo.
Si calmò, pensando alla sua priorità e dirigendosi dai Cercatori di Magia, rintanati probabilmente nella loro Fortezza come i codardi che erano.
Difatti, una volta giunto di fronte ad essa, poteva notare diversi cercatori all'entrata come se fossero in stato di allerta.
Erano intenti a chiudere il cancello della Fortezza, ma non glielo volle permettere.
Se lo videro arrivare addosso come un fulmine, tanto che lui non attese che loro aprissero bocca:
Con la pura forza fisica, spintonò contro il muro uno di loro, un uomo con la pelata e di colore, probabilmente schiacciandolo come un insetto vista la chiazza di sangue che si generò.
L'altro cercatore, un biondo con i capelli raccolti in un piccola coda provò a fare qualcosa, ma venne ucciso anche lui in maniera violenta.
"Fuori dalle scatole. Tradite le stesse persone che sono simili a voi... siete la vergogna dei maghi."
Si mise poi a setacciare le loro tasche per prendere le chiavi delle varie porte della fortezza.
"Sono qui, Shyvana... aspetta ancora un attimo."
Spalancò la porta centrale dell'ingresso, sorprendendo altri tre Cercatori intenti a discutere...
E per l'odio, partì alla carica, eliminandone due rapidamente, per poi stringere il collo dell'ultimo di loro con l'Insanira.
"Dove si trova?! Dov'è Shyvana?!"
Il Cercatore non capì all'istante, ma sentendo la presa sul collo aumentare rispose che era giù, nella zona delle celle.
"Ma... è sorvegliata dai Maestri Cercatori... c'è anche il Consigliere Eldred tra loro! Non ce la farai da solo..."
"Staremo a vedere."
Dopodiché, Angelus strinse violentemente la presa della frusta, rompendogli di netto l'osso del collo senza nemmeno pensarci due volte e rubandogli l'anima per aggiungerla alle sue schiere.
"Servitevi di lui, stupidi servi... divertitevi a torturarlo per un po'."
Il Cercatore assorbito rimase confuso dalla sua situazione, ma dopo aver compreso il tutto si mise a urlare per il puro terrore, chiedendo aiuto.
Nemmeno il tempo di farlo che tutte le anime eccetto quelle del Re e della giovane donna gli si lanciarono addosso, consumandolo.
"Ragazzo... non farti consumare da questa cieca rabbia... potrebbe essere una trappola per imprigionarti." commentò il Re con fare severo.
"No... questa rabbia non è solo sua...!" trasalì la giovane; "E' l'influsso di quella persona... già ha iniziato a influenzare queste terre...! Fa che non sia troppo tardi...!"
Angelus quasi non li ascoltò mentre avanzava lungo gli sfarzosi corridoi di quella fortezza...
Prima di trovare la porta delle prigioni grazie alle chiavi in suo possesso.
Lì, l'ambiente cambiò radicalmente:
I corridoi appariscenti si sostituirono a segrete anguste e malconce, piene di gabbie e prigioni ad ogni lato del muro.
Scendendo le scale, Angelus vide che queste ultime non erano piene... bensì stracolme di persone vestite solo più con stracci, nella maggior parte dei casi, e dai segni di lividi sul viso e sul corpo di alcuni era chiaro che fossero stati maltrattati e rinchiusi come animali.
Alcune di loro non si reggevano nemmeno più in piedi mentre, con le mani sulle sbarre, chiedevano disperatamente di uscire o dell'acqua pulita.
L'odore di sporco e feci insudiciava l'aria, come se l'ammassamento avesse costretto gli abitanti a trovare un angolo per i bisogni in ogni cella.
"Per gli dei..." mormorò lui, notando già subito alcuni soldati in armatura argentata piazzarsi davanti al suo passaggio.
"Che ci fai qui?! Nessuno può entrare nelle segrete dei maghi senza permesso! Come sei entrato?!"
Samael non disse nulla:
Si limitò ad estrarre la spada dal fodero sotto i loro occhi, e lo fece lentamente, mentre li minacciava con le sue sclere ricolme solo d'odio.
Anche quello scontro fu breve e violento, con le guardie morte e fatte a pezzi.
I prigioneri erano visibilmente terrorizzati, ma allo stesso tempo si chiesero se quella figura tenebrosa potesse salvarli.
Lui si avvicinò, e questi si allontanarono dalle sbarre...
Solo per notare l'uomo alzare la spada e distruggere la serratura di tutte le celle, una dopo l'altra.
I prigioneri ebbero un attimo di esitazione, per spalancare poi la porta e andarsene via, spediti come saette, aiutando chi non riusciva a stare in piedi e ringraziando Samael con le lacrime agli occhi.
"Dove si trova?" domandò allora ad alcuni di loro; "La donna drago... dove la tengono?"
"Io... non so come ringraziarla, forestiero! La prego, liberi anche tutti gli altri..." lo avvicinò un signore abbastanza avanti con gli anni con la barba lunga e gli occhi lucidi.
"Sto cercando la mia amica, buonuomo. Dovrebbe essere da poco qui... la prego, mi dica dov'è..." provò allora a chiedere a lui.
"Intendi una giovane donna con la pelle viola? L'ho vista passare trascinata in catene per quella porta di legno robusta... fai presto, giovane... i Maestri Cercatori e il loro Capo portano là sotto solo per torturare. Potrebbe non resistere ancora per molto." rispose l'uomo, indicando il punto in questione.
Sentite quelle parole, Angelus gli diede in mano le chiavi rubate ai Cercatori.
"Conduca gli altri fuori e liberi i restanti... e fuggite. Se andate alla porta Est, vedrete dei guerrieri in rosso e altri con la pelliccia. Dite loro che gli manda Samael Angelus. Capiranno."
L'uomo fece un cenno con la testa, prima di ricongiungersi agli altri.
Rimasto solo, Samael non poté non accorgersi di come l'aria si stesse facendo via via più stagnante e gelata, in un modo che gli ricordava pesantemente un posto da lui visitato.
"E' una sensazione..."
Angelus arrivò con un sospiro alla porta e la aprì lentamente...
Solo per spalancarla quando sentì un grido di agonia di una voce che ben conosceva eccheggiare nello stesso momento in cui lo fece.
Dal suo aprire l'enorme portone, lo spalancò con entrambe le mani, correndo giù per una gigantesca tromba di scale in un luogo molto in profondità.
Poteva sentire in ogni singolo passo la voce di Shyvana gridare dal dolore, accompagnata dalle voci dei Maestri Cercatori che continuavano a sfoderare su di lei delle magie per contenerla.
"E così hai osato opporti al nostro accordo, stupida ragazza?! Avevi solo una cosa da fare... ed anche se era semplice, hai fallito miseramente." la schernì duramente una voce che Angelus conobbe fin da subito:
Eldred Crownguard, marito di quella serpe infida dell'Alto Maresciallo di Demacia e capo dei Cercatori.
"Hai tradito la fiducia del Regno... hai permesso ad un essere infido e pericoloso di alloggiare a Wrenwall, nei nostri territori... e gli hai permesso di uccidere dei bravi Cercatori mentre prelevavano la feccia di maghi che infestava la tua cittadina.
La tua testardaggine ed il tuo poco ascoltare il padrone che ti tiene al guinzaglio non va bene."
Samael arrivò quasi al fondo della scalinata...
E lì, si pietrificò per cosa vide:
Shyvana... la sua Shyvana era stata incatenata in mezzo ad una segreta gigantesca, i piedi che non toccavano nemmeno il terreno e le braccia alzate e doloranti. Era stata spogliata della sua armatura rossa, senza nulla che la coprisse...
Ed il suo corpo pieno di scaglie era stracolmo di segni di fustigazione e magie varie. Ai suoi piedi, una piccola pozza formata dal suo stesso sangue e altro che sarebbe stato meglio non descrivere.
Quattro cercatori completamente coperti da una maschera argentata la accerchiavano, ed un quinto, Eldred, si trovava a pochi passi da lei, intento a reggerle il viso sanguinante con una mano.
"Eccoti qui, adesso. Nel luogo in cui saresti dovuta stare a marcire sei anni fa, almeno, quando hai permesso a quel demonio di cavarsela. Lo stesso mostro che ora dilaga la sua pestilenza salvando i maghi per tutto il Regno... come pensi di rimediare a questo tuo fallimento? Ricordatelo bene... non eri libera. Io ti controllavo, e potevo fare di te quello che volevo e quando volevo! Pensavi davvero che il Principe Jarvan, tontolone di corte, ti avrebbe protetta? Non farmi ridere!"
Un poderoso schiaffo colpì la giovane draconica sulla guancia, facendole sputare quel residuo di sangue che aveva in bocca.
"Ora te lo chiedo di nuovo... dov'è il tuo amico?"
Shyvana rimase zitta, non voleva rispondere... credeva in quel piccolo bagliore di speranza che gli era rimasto in Samael.
Eldred, impazientito, le diede un altro paio di schiaffi poderosi.
"RISPONDI, LURIDA BESTIA! DOVE... SI TROVA... IL TUO... AMICO?!"
Un'altra voce prese forma nella testa della donna drago. Una domanda:


"Perché ti ostini a proteggerlo? Pensi che tornerà da te? Dopo il modo in cui vi siete lasciati?
Ammettilo... sei sola.
Sola e abbandonata... senza più quell'amore che dava luce alla tua vita..."


"No... no... Samael..." mormorò, stringendo i denti e lasciando cadere due lacrime dal volto; "Perché...?"
"Non ti ho chiesto la storia della tua vita sentimentale, stupido drago! Dove si trova Samael Angelus-?!"
"Sono qua, Eldred... e qua scaverò cinque tombe prima che il Sole cali."
"Samael...!" mormorò lei, alzando debolmente la testa, gli occhi che mostravano un barlume di vita ancora integro, malgrado le ferite.
"Maledetto! Come sei riuscito ad entrare?!" digrignò i denti il Capo dei Cercatori di Magia, i quattro maghi attorno alla draconica che si misero al suo fianco per protezione, mentre Samael Angelus scendeva lentamente le scale, già pronto in una mano con la spada, e l'Insanira nell'altra.
"E' finita, Eldred Crownguard... ho scoperto tutto. Avete ucciso il Re a sangue freddo e volevate continuare questo ciclo di odio perpetuo per mantenere il vostro status sociale... siete gli esseri più patetici che abbia mai visto in vita mia."
Il sorriso si mutò in ira subito dopo.
"Tuttavia... mi è parso di sentire che tu abbia tenuto in catene invisibili la mia Shyvana per troppo tempo. Mi sembrava che fosse troppo sconvolta per andarsene o ribellarsi davvero... non era solo più la fiducia verso il Principe. Era il terrore di essere perseguitata e di finire per essere la causa di ulteriore sofferenza."
La voce nella testa di Shyvana tornò a parlarle:
"E' troppo tardi... ora lui sa. Sa la tua vera situazione. Sa quanto in realtà tu fossi patetica.
Il vostro è un rapporto di menzogne, non può definirsi vero amore!"


Smettila...! Lui è tornato da me, e...!


"E' tornato solo perché non sapeva. Ora chissà quanto ti troverà inutile e debole. Sarai solo un povero passerotto smarrito che lui deve proteggere dal mondo. E' questa la vita che vuoi?
E' questa?!"


Non è così! Ti sbagli! A lui non importa niente di queste cose! Non è come lo dipingi!


"Non ti sei mai davvero fidata di lui... come potrebbe amarti davvero? Ama solo la facciata di donna forte che le hai mostrato! E tu lo sai!
Lui non ti ama davvero... tu non ami lui! Il vostro amore è solo un'illusione!"


Silenzio! Che cosa ne sai tu dell'amore?! E poi si può sapere chi sei?!


"Io so tutto dell'amore... e di quanto fa male quando il tuo cuore viene infranto dalla crudeltà del fato. Ecco perché farò di tutto per cancellare questa paura e questa sofferenza dal tuo cuore!
Non dovrai più temere, non dovrai più mentire... e presto scoprirai cos'è quel vero amore che il tuo cuore desidera davvero!"


No! Ti sbagli... ti sbagli! Io lo proteggerò! Io non sono debole.. non lo sono... ho resistito tutto questo tempo, ho combattuto... ho sperato che lui tornasse ogni giorno...


"Ed eccolo qui... nuovamente a proteggere te. E non tu a proteggere lui...
Questa situazione è cominciata poi perché LUI ha cominciato a ribellarsi a questo Regno che vi ha rifiutati.
Perché allora non cumuli questo odio... e non bruci tutto? Così resterete entrambi assieme, e mi servirete..."


Nel frattempo che Shyvana aveva questo contrasto di ideali, Samael e i cinque cercatori cominciarono a studiarsi per chi avrebbe attaccato per primo in quello che sarebbe stato uno scontro mortale a tutti gli effetti.
"Mi sento gentile, Cercatori... se vi inginocchiate e chiedete perdono, vi offrirò una morte rapida." rispose infine Angelus.
"Hai fegato a fare richieste, intruso..." sogghignò il cercatore che prima stava interrogando Shyvana; "Ma sta bene! Ci hai solo risparmiato il tempo di venirti a cercare. Molto gentile da parte tua. Perché non ti accomodi accanto alla tua amichetta mostruosa?"
"Ho un'idea migliore..."
Con uno spostamento rapido, Angelus arrivò a naso con il Maestro Cercatore, che parò solo all'ultimo un fendente, vedendosi la lama del cavaliere nero ad un centimetro dalla gola.
"Vi ammazzo tutti e sei e me la porto via, bruciando questa fortezza maledetta!"
"Pensi di esserne in grado... tu, da solo?" domandò il Maestro Cercatore con un sorriso arrogante di chi non si lasciava intimorire dalla sua bravata.
"Mettetemi alla prova... vi faccio vedere cos'è lo scontro contro un VERO mago oscuro..." sorrise Samael...
Prima che rilasciasse l'oscurità della Nebbia dentro alla stanza.
"Vi state trattenendo, anime? E' ora di uccidere!"
"No, Samael!" lo chiamò disperatamente l'anima della donna in lui.
Anche la voce interiore di Shyvana reagì a quel fenomeno.
"La senti anche tu, questa forza? E' la forza della rabbia e dell'odio che ha dentro e che agogna la rovina assoluta.
La stessa che puoi avere anche tu, se solo lo desiderassi... non lo desideri?
Non desideri la forza di distruggere tutto quello che tu e lui non riuscite a sopportare?
Non vuoi la felicità?!
Smettila di fingere... smettila di trattenerti!
AVANTI!"


Io... io... AAAAAAAAAAAAAAAAARGH!


In mezzo allo scontro fra Angelus e gli incantesimi di luce dei Maestri Cercatori, intenti nel colpirlo mentre lui attaccava usando sia la frusta maledetta che la spada, Shyvana si sentì circondare da una strana sensazione di freddo e calore allo stesso tempo...
E dietro di lei, un uomo comparve dalla Nebbia Oscura:
Un giovane uomo dai lunghi capelli bianchi, occhi verdi penetranti con lo sclera nero e coperto di un'armatura leggera aperta sul davanti, mostrando un corpo muscolosetto e pallido, come quello di Angelus.
Reggeva un enorme Zweihander in una mano, ancora più lunga della precedente arma di Samael, e sulla fronte portava una strana corona, o almeno... un simbolo a tre linee luminose sul verde.
Solo Eldred notò la figura e finì per arretrare per lo spavento.
"In nome degli Dei! Un sortilegio oscuro!"
Ma qualcosa si scosse nell'animo di Angelus, che sentì la fanciulla dentro di lui trasalire, e pronunciare come un respiro una sola parola... o era un nome?
"... Viego...!"
"Viego...?!"
Angelus ebbe un fremito attraversarlo...
Per poi rendersi conto di un particolare:
Le anime... non lo stavano più ascoltando.
Sotto gli occhi di una sofferente Shyvana, vide gli esseri assaltare il corpo del suo compagno, che mollò la presa dalla spada e cominciò a reggersi la testa in preda a grida di agonia.
"Sa... Samael...?! Che ti prende?!"
Cercò di muoversi per aiutarlo, ma fra le catene e le ferite, le riuscì solo di gemere e stringere i denti per il dolore.


Maledizione... devo aiutarlo! Devo fare qualcosa! Ma come faccio?!


"Hai fatto buon uso di un mio prezioso oggetto, servo... ma pensavi di sfuggirmi e metterti in mezzo al vero amore portandomela via?" sospirò soddisfatto la nuova figura con una voce quasi roboante, giovanile e sensuale.
Le anime continuarono ad attaccare lo stesso Angelus, che tuttavia resistette con la pura forza di volontà nel non cedere al tocco gelido della morte.
"Attaccatelo, idioti!" esclamò Eldred, coi Maestri Cercatori che concentrarono le loro magie di luce stavolta sullo stesso Viego...
Ma lui nemmeno schivò:
Gli bastò defletterle via con un solo fendente, in modo che i colpi tornassero loro indietro, bloccandoli sul posto.
"Inchinatevi al vostro Re, razza di stolti!"
Fece allora un poderoso fendente dall'alto verso il basso, schiantandosi sul terreno, e colpendo tutti i cercatori con una poderosa onda d'urto. Tutti loro gridarono per il dolore e l'agonia, mentre dal loro corpo esanime si innalzarono dei fuochi fatui verdolini.
"No! Non è possibile..."
Eldred indietreggiò terrorizzato, guardando con orrore mentre i Maestri Cercatori, i maghi più potenti al suo servizio, cadere senza più alcuna vita nel corpo con facilità.
Samael cercò di riprendere velocemente il controllo del suo corpo per fronteggiare quel Viego...
E quello che gli venne in mente fu sbattere la fronte contro al muro più volte.
"Via... dalla mia testa! IO VI COMANDO!" ringhiò adirato, per poi prendere in mano l'Insanira e girarsi verso al misterioso individuo.
"Isolde... perché stai con quel servo?"
Fu allora che Angelus si accorse di un particolare, che in quel caos gli era sfuggito:
La fanciulla aveva completamente smesso di parlare o di far sentire la sua presenza, come se si stesse nascondendo da quell'individuo di nome Viego. Ebbe dunque una realizzazione:
Il "lui" da lei menzionato doveva essere quello strano spadaccino canuto.
Non gli importava comunque:
C'era quell'essere fra lui e Shyvana... e lui l'avrebbe salvata a tutti i costi.
Si mise in posizione, sfilando l'Insanira per prepararsi a farla schioccare contro di lui.
"Ti ribelli dunque a me?" esclamò con enfasi quell'essere umanoide; "Non ti basta rubare una mia proprietà... non ti basta portar via la mia sposa... ora devi anche sguainare la spada contro di me?!
Miserabile verme... ti strapperò l'anima dal corpo! Mi ridarai ciò che é mio!"
"Tu ti toglierai di mezzo..." sospirò Angelus; "E ti allontanerai da ciò che è mio!"
Infuriato, Viego scattò verso di lui a spada sguainata, e gridò:
"Tu non hai NIENTE, ladro! E niente di quello che ho varrà niente senza di lei! Quindi RIDAMMELA!"
"Allontana la tua bocca da vipera da Shyvana!"
Angelus attaccò usando la frusta e arrivò ad usare i poteri di essa per combattere alla pari con l'essere.
Sembrava che il loro potere fosse allo stesso livello mentre continuavano a scambiarsi colpi con la più assoluta spietatezza, entrambi che non volevano dare il minimo quartiere all'avversario.
Arrivarono pure ad uno stallo di forza non troppo distante da dove Shyvana, ancora incatenata, si trovasse.
"Non avrai ciò che è mio di diritto..."
"Non mettere in mezzo chi non centra nella tua storia!"
"Lei entrerà nelle mie file! Così come lo farai tu! Voi mi ridarete la mia Isolde!" esclamò Viego, facendo un movimento di spada per sbattere violentemente Samael contro un muro.
"Lei non appartiene a nessuno!" esclamò a denti stretti Angelus, con la Nebbia Oscura che avviluppò entrambi all'interno.
Shyvana poté solo sentire il rumore di spade che cozzarono e vari colpi fisici di pugni e calci, rimanendo in tensione visto che non sapeva come stesse andando.
Dopo un esplosione di pece nera, vide tuttavia Angelus con gli occhi spalancati mentre si reggeva il fianco, in quel momento impalato dalla Zweihander di Viego...
E cadde in ginocchio quando quest'ultimo la estrasse.
"Non hai mai avuto speranza." disse con astio Viego mentre camminava lentamente verso di lui. "Del resto, un servo non potrà mai sovrastare il sovrano. Te lo chiedo un'ultima volta, finché ancora sei in grado di muoverti e respirare:
Restituiscimi la mia sposa... restituiscimi Isolde!"
"Ggh...! Non hai ancora vinto..."
Provò a rialzarsi reggendosi sulla spada, ma le gambe traballavano e la sua visione vacillava...
Ma non poteva svenire lì. Non in quel momento.
"Se ancora ti ostini a non ridarmela... allora vorrà dire che me la prenderò da me!"
Puntò la massiccia Zweihander contro Samael, la punta che iniziò a brillare di verde mentre Angelus si sentì addosso un dolore lancinante, come se una forza invisibile cercasse di strappargli gli organi interni.
"SAMAEL!" esclamò la voce dentro di lui, quella di Isolde, mentre veniva trascinata forzatamente via da lui...
Almeno, lo avrebbe fatto, se non si fosse messo in mezzo lo stesso Re Jarvan, facendosi prendere al suo posto.
"SIRE!" gridò Angelus.
Jarvan III allungò la mano verso la ragazza, che allungò la sua chiamandolo a sua volta.
"Fanciulla! Resta vicina al giovane Samael! E non farti catturare da questo bruto!
E tu, Samael... occupati tu del resto! Libera la mente di mio figlio dall'odio che gli adombra il cuore!
Proteggi lui, Demacia e tutti gli altri!"
"Sire!" chiamò ancora una volta Samael...
Prima di notare la sua anima andare a scontrarsi un ultima volta contro alla lama di Viego, e respingerlo letteralmente via.
"No... NO! Adesso non posso più assorbire la mia amata da te!"
"Peccato... ti è andata male..." digrignò i denti Angelus; "A questo punto, cosa pensi di fare?"
Viego strinse il pugno con tanta violenza da farlo fremere dinanzi al viso con da fare tragico.
"Non ti illudere, servo! Me la riprenderò, in un modo o nell'altro! E non ti darò pace finché non la riavrò! Preparati a dormire con un eternamente aperto, folle!"
"Non so da dove tu sia uscito e perché tu ce l'abbia con me... ma forse è meglio che qualcuno ti rispedisca nel buco da dove sei uscito... Viego, come-ti-chiami..."
Tuttavia, quel tipo si dileguò com'era apparso, richiamando a sé una folata di quella Nebbia Oscura.
E per un attimo, ad Angelus parve di vedere un'altra figura fra la foschia... qualcuno di piccolo, con orecchie simile ad un coniglio. Ma forse era solo l'emozione del momento che gli aveva dato le traveggole.
Si mosse allora verso Shyvana, o almeno ci provò, sentendo come le gambe quasi sul punto di cedergli:
Aveva quasi perso la vita, e l'anima di Jarvan si era sacrificata al suo posto.
La rabbia fu abbastanza da alzarlo in piedi e camminare a stenti verso Shyvana, ancora incatenata alle braccia e rialzata dal terreno.
"Resisti... adesso andiamo via... andiamo lontani, e nessuno potrà più farci male..." mormorò a lei, cominciando a lavorare con la spada per sbloccare le pesanti polsiere di Petricite.
Si guardò un secondo e si rese conto che Eldred fosse scappato, ma poco aveva importanza in quel momento:
Doveva salvarla! Portarla da tutti.
"Samael..." la sentì mormorare debolmente; "Sei impazzito...? Perché sei venuto qui...?"
"Hai il coraggio di chiederlo?" le domandò, mantenendo stabile il suo respiro:
Avrebbe voluto svenire, ma la sua volontà lo manteneva in piedi e sveglio mentre sbloccava una delle due polsiere, il braccio di Shyvana che penzolò giù, sorretta per metà da Samael.
"Sono qui per te... è questo il motivo per cui sono qui..."
"Potevano... ucciderti... sei stato... avventato!" commentò con un filo di voce la draconica, mentre sentì l'altro braccio libero, e poco dopo le gambe.
Hai inviato
Fu grazie ad Angelus che non cadde a terra, con quest'ultimo che la sorresse di peso con le sue sole forze.
"Va tutto bene... siamo vivi, tutti e due. Visto? Possiamo ricominciare... tutti i tuoi amici della Guardia ti aspettano. Sono liberi... anche Spearglow è qui... Estelle ti aspetta..."
Sentiva il corpo della ragazza stranamente più freddo del solito, ed era preoccupante.
"Non mi mollare, adesso... okay?"
Lei non rispose, ma il suo respiro si fece più flebile, come se la sua volontà di vivere si stesse avvicinando allo zero assoluto.
Samael fece per accelerare il passo più che poteva, viste le sue condizioni, finché non ritornò nel corridoio precedente alle celle.
Sentendo il rumore di passi che si stavano avvicinando, temeva che fossero dei soldati Demaciani, ma invece si ritrovò davanti i suoi alleati dell'Artiglio e della Guardia del Drago. Avevano uno sguardo decisamente preoccupato per la condizione dei due.
Si fecero avanti la stessa Yessenia e un paio di Ursidi pronti a sorreggerli per portarli all'esterno.
"Per gli Dei! Ana! Samael! Cercate di resistere!!!" esclamò la giovane donna.
Samael sorrise ad occhi chiusi e mormorò qualcosa mentre lasciava Shyvana a Yessenia in modo che la potessero curare...
Prima finalmente di cadere in avanti a terra, prono, la spada che gli cade dalla mano ed il sangue che cominciò a cadere a fiotti dal fianco.
Venne tuttavia girato di schiena, mentre poteva vedere la stessa Xymella togliersi il guanto dalla mano destra rendendolo incandescente e con delle piccole corna rosso fuoco che si formarono sopra la sua testa.
"Scusa, Samael... ma nessuno dei due morirà oggi, non davanti ai miei occhi."
Finendo di dire quelle parole, piantò quella mano sul fianco del giovane.
Angelus spalancò gli occhi e strinse i denti, tirando un pugno al suolo più volte mentre il fuoco ardente gli bruciava la pelle.
Una volta finito, chiese agli altri le condizioni di Shyvana.
"Pessime! Madre Xymella, la sua temperatura è molto bassa!" rispose una delle guerriere del suo clan.
"Non abbiamo tempo da perdere! Tenete Shyvana ben distesa su un carretto! E voglio le persone più vicine a lei al suo fianco!" esclamò la rossa in risposta, mentre stringeva i pugni per la rabbia che provava verso la Capitale che aveva servito come una stupida.
"Dobbiamo andare via..." mormorò Angelus, usando la spada per rialzarsi in preda alla sudorazione; "Manca poco... e tornerà..."
La Spearglow, nel sentire quelle parole, esortò allora l'accellerazione dei preparativi, ordinando la ritirata.


Quando arrivarono dagli altri, ci mancò poco che Endar uscisse di brocca nel vedere Shyvana in quello stato.
Ci volle uno sberlone sonoro di Yessenia per fermarlo dal buttarsi verso la Rocca dei Re e fare un ecatombe.
"Non c'è tempo... bisogna andare via, oppure-!"
Angelus si fermò quando percepì nuovamente le anime dentro di sé pretendere altre morti, proprio come prima...
Ma si trattenne abbastanza da notare qualcosa avvicinarsi incontrastato proprio verso le truppe dell'Artiglio e della Guardia:
Come un'onda anomala, fitte nubi oscure con strane luminescenze verdi...
E in mezzo ad esse, sbucarono strani esseri rachitici e mostruosi.
"Creature delle Isole Ombra..."
"Intendi... come quando c'è la Mietitura?! Ma non è possibile! Non qui, non adesso!" gridò sconcertata Yessenia.
Endar si girò allora verso Samael.
"Tu ne sai qualcosa, vero?!"
"Io... li ho già affrontati." commentò in risposta lui, reggendosi la testa; "Questo tipo, poi... l'uomo che mi ha ferito. Continuava a dirmi di restituirgli l'amata, o qualcosa di simile..."
"Non ci sto capendo un cazzo, ma stanno freschi se pensano che mi lascerò ammazzare da loro!"
Endar fece per attaccarli, ma Yessenia lo fermò, con Jerik che disse accipigliato: "Sono troppi, e abbiamo dei feriti... e guardate come sta avanzando senza freni quella nebbia. Se non ce ne andiamo alla svelta, non solo Samael e Ana moriranno... tutti noi li seguiremo."
"Concordo! Dobbiamo levare le tende! Muoviamoci!" esclamò Xymella, visibilmente tesa al solo prospetto di affrontare quelle creature.
"Maledizione! Ritirata!" esclamò allora Yessenia, richiamando a cavallo tutta la Guardia del Drago.
"Proteggete il Capitano a qualunque costo!" esclamò Gregem, incaricandosi retroguardia assieme ad un manipolo di soldati.


Una volta impostata la formazione di marcia, fu lo stesso Steffen a comunicare la avanzata per ritirarsi da una Demacia che veniva divorata dall'oscurità.
"Uomini! Avanti tutta!"
La nebbia, tuttavia, si muoveva rapida e veloce come una folata di vento... o forse per volere di qualcuno che la spingeva a forza nel ricoprire tutta la città come un serpente dalle mille spire...
E le orde da essa generata si muovevano rapide e veloci verso di loro, ancora più di quanto permettessero le loro cavalcature e il carretto.
"Stiamo andando dritti verso la Nebbia, così!" ribatté Endar, cavalcando davanti al carro che trasportava Shyvana, sorvegliata da un ferito Angelus e da Yessenia, intenta a fasciarle le ferite come meglio poteva.
"Che gli Dei abbiano pietà di noi..." mormorò Jerik; "Ma veramente tanta pietà di noi..."
I ruggiti e gli stridii intorno a loro si facevano sempre più forti e numerosi, e si poterono vedere tanti occhi luminescenti di colore verde chiaro che sbirciavano nella foschia.
Non ci volle molto perché gli abomini della nebbia arrivassero vicino a loro, cominciando un assalto selvaggio e colpendo senza alcun criterio chiunque gli capitasse a tiro, fosse uomo o animale.
"Teneteli lontani con tutto quello che avete!" esclamò Angelus, estraendo l'Insanira dal fianco e cominciando a muoverla per colpire qualsiasi abominio provasse a salire sul carro o si avvicinasse troppo; "Se vi afferrano è finita! Respingeteli e non fermatevi!"


La battaglia divampò tutt'intorno.
Sebbene difficile da vedere a causa della foschia, i suoi rumori erano netti e concisi:
Fendenti, artigliate, colpi contundenti, ruggiti e gridi di agonia da parte dei guerrieri sia della Guardia che dell'Artiglio che venivano straziati dagli artigli, le zanne, e le appendici taglienti di quegli esseri.
Jerik colpì con la sua spada uno di quei mostri...
Solo per notare all'ultimo la retrovia venire sfondata, con Gregem che venne disarcionato da cavallo, rotolando a terra per parecchi metri.
"Gregem!" esclamò; "GREGEM!"
"Andate avanti! Per il Capitano, non fermatevi!" esclamò, girandosi poi con la spada in mano e gridando alla lotta mentre andò addosso a quei mostri.
La sua voce che si perse in mezzo alla foschia mentre andavano spediti il più lontano possibile via da lì.
Yessenia lo chiamò un'ultima volta, tendendo il braccio verso di lui...
Solo per lasciarlo poi cadere, sconfitta, e gemere sottovoce, con la consapevolezza che per lui non ci fosse più niente da fare.
"Maledizione!" mormorò Angelus, stringendo i denti; "E' colpa mia, dannazione! Io lo distruggo, quel dannato!"
Sotto lo sguardo sconcertato e triste di Xymella, molti dei suoi uomini caddero per proteggere l'avanzata del carro.
Anche Endar stesso, per un momento, sembrò non farcela, quando una di quelle creature gli piantò una delle appendici affilate come falci prima in una coscia e poi in un braccio.
Lui, tuttavia, fece appello a tutta la sua furia e lo sconfisse, togliendosi di dosso anche un altro paio di inseguitori minori, sebbene questo l'avesse lasciato quasi privo di forze.
Yessenia vide la scena e lo chiamò a gran voce, notando come il cavallo ferito arrancasse, quasi rischiando di cadere...
E allora lei si appoggiò al bordo per afferrargli il polso e tirarlo via dal suo destriero prima che cadesse dritto nella Nebbia, ormai morto.
Finì sopra al carro e rotolò un secondo sul legno, non troppo distante da dove Shyvana giaceva ferita ed ansimante, come se avesse la febbre.
Indebolito ulteriormente da quel ruzzolone, Endar lanciò uno sguardo al Capitano in quello stato penoso, e si maledisse di non poterla aiutare ulteriormente.
Sentì poi la voce di Yessenia che lo chiamava, guardandolo con preoccupazione, e le fece uno stanco e malinconico sorriso.
Lei strinse gli occhi ed Endar la vide perdere due vistose lacrime dal viso...
Per poi asciugarsele con la manica e scuotere il capo.
"Resisti... adesso ti fascio in qualche maniera."
Lui rimase folgorato nel vederla piangere in quel modo, e quel bisogno iniziale di alzarsi e riprendere a combattere si spense, anche solo per non arrecarle ulteriore dolore.
"Yess... scusami..." mormorò sottovoce
Mentre Yessenia stava curando il ragazzo, Xymella si era morsa il labbro inferiore, facendolo sanguinare per quanta rabbia e dolore stesse provando...
Finché non scoppiò in un grido, maledicendo chiunque fosse dietro a tutto quel massacro.
Ormai solo più lei, Jerik e suo marito Steffen erano rimasti a cavallo, a protezione del carro ora trainato da Angelus dopo che un mostro della Nebbia si portò via il cocchiere della Guardia del Drago.
"Quando finirà questa dannata storia?! Quanto ancora volete perseguitarmi...?!" ringhiò Samael, guardando avanti e scacciando con una frustata alcuni mostri in arrivo, distruggendoli in mille pezzi.
Nella sua mente, poté nuovamente sentire la voce di quella fanciulla spiritica... quella il cui nome era apparentemente Isolde.


"Mi dispiace... mi dispiace... Samael... è colpa mia... tutta colpa mia.."


"Chi diavolo è quell'uomo...? Si può sapere perché ti vuole così tanto?!" domandò lui; "Anzi, no... non rispondermi ora... prima vediamo di uscirne vivi, metaforicamente parlando."
"Guardate...!" gridò uno spossato Jerik; "Uno spiraglio... la Nebbia si sta diradando!"
"Per l'Artiglio!" esclamò Steffen, dando un colpo di redini al suo destriero; "Sopravvivremo! E doneremo le anime dei caduti al Volibear!"
Yessenia allungò una mano verso quella del braccio ancora sano di Endar, come per rassicurarlo, ma fu lui a dire parole di incoraggiamento a lei.
"Va tutto bene... fra un po' è finita..."
"Sì..." annuì la ragazza, non più con quella voce mascolina, ma una più dolce e delicata; "Andiamo a casa, va bene?"
"Certo... andiamo a casa..." rispose Endar con un sorriso stanco, prima di chiudere gli occhi per riposare.
Per un momento, Yessenia si spaventò nel vederlo perdere i sensi in quel modo, temendo da subito il peggio...
Ma tirò un sospiro di sollievo quando si rese conto che si era semplicemente addormentato, come sottolineava il silenzioso alzarsi e abbassarsi del suo petto.


Una volta usciti dalla nebbia oscura, Xymella si guardò attorno, vedendo l'ambiente che conosceva da sempre sorriderle, lontano da quell'incubo di nebbia e morte...
Ma si mise comunque a piangere, chiedendo scusa a tutti quelli periti in quel salvataggio.
Steffen tirò le redini del cavallo della moglie e continuò a far avanzare la carovana ridotta a quei quattro cavalli ed il carro, mentre Angelus non intendeva fermarsi fino a quando non sarebbero tornati dal dottor Mayne a Wrenwall.
Curiosamente, la Nebbia non sembrò inseguirli, ma parve continuare ad accanirsi sulla Grande Città di Demacia, continuando a stritolarla nelle sue spire nere dai riflessi verdognoli.
"Sire... mi dispiace molto." mormorò Angelus, abbassando poi la testa e trattenendo delle lacrime.
"No... Samael..." lo consolò internamente Isolde; "Se vuoi biasimare qualcuno, biasima me, che ho portato a tutto questo..."
"Smetti di darti la colpa, e comincia a parlare... chi è Viego? Che cosa vuole da te, e da me?"
La ragazza sospirò, affranta.
"Ti dirò la verità. Vedi, quell'uomo... Viego... fu il mio consorte... secoli e secoli fa.
Inoltre... hai mai sentito parlare di un antico regno chiamato Camavor, lontano ad Est?
Era il sovrano di quel luogo."
Angelus rimase basito un secondo, mentre incitava i cavalli a marciare.
"Quindi tu saresti stata... una regina?"
"Non originariamente, no... in origine fui una misera sarta... ma questo non importò a Sua Maestà, che si innamorò di me malgrado la nostra differenza sociale.
Fu la prima volta che un sovrano sposò una plebea nella storia di Camavor."
"Ma qualcosa è andato storto, vero...?" domandò con un sospiro lui.
"... Io... sarei dovuta morire quel giorno... il giorno che qualcuno attentò alla sua vita con un pugnale avvelenato.
Ma Viego non accettò la cosa... mi amava troppo... e in maniera estrema... quindi tentò l'impossibile, traversando il mare per raggiungere le Isole Benedette, deciso ad immergere il mio corpo nelle acque sacre per riportarmi in vita."
"E allora non sei in vita per quale motivo?" si chiese Samael, guardando un attimo indietro per controllare come stessero i sopravvissuti.
"Non... ho ricordi chiari di quanto accaduto..." sospirò Isolde. "So solo che non volli tornare in vita in maniera così forzata, sentivo un forte desiderio di porre fine a quella pazzia contro natura... così io... io..."
La sentì singhiozzare sommessamente.
"Nel mio stato di non morte, mentre sentivo la mia anima come straziata e fatta a pezzi, trafissi il suo cuore con la sua stessa spada... ma quella spada non era una spada comune, e la sua magia, unita al potere delle acque, diede il via ad una orribile reazione a catena, scatenando la rovina su tutte le Isole Benedette... la terribile Nebbia Oscura che avete appena visto..."
"E lui stranamente non sembra ricordarsi di ciò... allora ecco cos'ha trasformato le Isole Ombra." sogghignò Angelus; "Isolde, te lo dirò francamente... che diavolo ci vedevi in quell'idiota piagnone?"
Con un lieve imbarazzo, la sarta rispose:
"Quando lo conobbi, era così dolce... e aveva questo faccino dolcissimo, due occhioni da cerbiatto... non immaginavo certo che fosse così... così... viziato ed egoista!"
"Ecco, la prossima volta glielo dici tu che non vuoi averci nulla a che fare... ma perché stava cercando di turbare Shyvana?" le chiese allora lui.
"Presumo che volesse sfruttare i suoi sentimenti distrutti per renderla sua serva... se tardavamo ancora di qualche istante..."
"Per quello, dobbiamo ringraziare tutti il Re." terminò Angelus; "Lasciamo quella parte a dopo..."
Lo spirito di Isolde fece un semplice cenno della testa, mentre i sopravvissuti arrivarono a Wrenwall, con Xymella che si mise a urlare il nome del vecchio professore.
Anden uscì fuori dalla Fortezza di Wrenwall e raggiunse di corsa quella carovana quasi del tutto distrutta.
"E... e gli altri?" domandò, guardandosi in giro.
"Siamo rimasti noi..." rispose Angelus con un mezzo sospiro; "La Nebbia ha reclamato tutti. Ma... abbiamo salvato Shyvana."
"Santo cielo... dobbiamo portare tutti i feriti dentro. Chi è sano mi aiuti nel trasportarli." commentò lui con fare frettoloso.


Diversi altri uomini situati nella Fortezza accorsero ad aiutare i feriti, prima fra tutta Shyvana, con Angelus che la accompagnò fin dentro la sua stanza.
Non la lasciò sola nemmeno quando Anden cominciò ad operare per ricucirla con calma.
"Ha subito molti attacchi magici... queste sono ferite da parte degli incantesimi dei Cercatori." commentò il vecchio ricercatore, indicando alcuni punti della pelle più scuri; "Non sono curabili se non con il tempo..."
"E' colpa mia... se fossi rimasto con lei, in quel momento..."
"Ora è troppo tardi per crucciarsi, pensiamo a stabilizzarla." rispose Anden con fare concentrato, mentre continuava a fare un movimento rapido per cucire e disinfettare le ferite più profonde.
"Ho visto l'interno di quelle... prigioni. E dove trattenevano Shyvana... incatenata e torturata come un mostro... senza nessun rispetto di lei."
Le mani tremavano mentre Angelus cercava di mantenere la calma.
"Eldred... Tianna... un giorno la pagheranno cara. Estinguerò la loro espressione dal Valoran per sempre."
Intanto, Yessenia stava aspettando fuori dallo studio di Anden, seduta nervosamente a terra, quando vide qualcosa che la fece sussultare.
"Endar! Sei impazzito?! Non sei ancora in condizioni di muoverti! Torna a letto o ti si riapriranno le ferite!"
"Col cazzo! Non posso starmene a dormire mentre il capitano... mentre lei... Oof...!"
Si lasciò cadere in ginocchio per il dolore alla gamba.
I due cominciarono a discutere, finché non viderò Xymella con uno sguardo truce avvicinarsi al ragazzo e sbatterlo con forza sul letto.
"Non fare il cretino! Rimani a letto! Ascolta la tua amica!"
"Aaaaahiiiiiii...." piagnucolò lui; "Fai piano! E che cazzo, fa male!!!"
"Dove ti fa male?" chiese il donnone con aria da madre severa.
"Il braccio e la gamba, forse?! Non le vedi le bende, dannata energumena?!" gridò lui, cercando di rimettersi seduto.
"Non intendo il dolore fisico, ragazzino! Intendo dove ti fa male veramente per continuare ad alzarti!" precisò lei con aria irritata.
"Eeeeh?!"
Il guerriero storse la bocca con da fare minaccioso.
"Ma si può sapere che vai sparando?! Parla chiaro!"
La Spearglow si tolse l'armatura per far veder meglio le sue cicatrici che aveva sul corpo.
"Queste sono un dolore fisico che puoi sostenere! Ma quando lo spirito viene ferito a causa di altri... o ti rialzi, o ti spegni!
Ti piacerebbe se Shyvana venisse a sapere che stai facendo il bambino capriccioso con quelle ferite? Le faresti male nello spirito!"
"Non sto facendo il bambino, dannazione!" le inveì contro, per poi distogliere lo sguardo con frustrazione; "Ma queste ferite non sono niente... rispetto a quello che ha subito lei... e le sofferenze che sta ancora provando... io non ho potuto fare niente mentre le facevano quelle cose!
Per questo non posso permettermi di starmene qui a macerare a letto! Non me lo perdonerei mai! Il mio orgoglio e la mia coscienza non me lo perdonerebbero!"
Xymella lo vide stringere il lenzuolo con la mano sana.
"Quindi saresti disposto a perdere fino all'ultimo goccio di sangue pur di starle vicino?"
"Sì. Se può aiutarla a lenire il suo dolore, sono anche disposto a strapparmi gli arti dal corpo uno a uno!" rispose Endar senza remore; "Lo so che lei non reciproca... lo so bene! Ma non mi importa! Le starò accanto fino alla morte... anche da lontano!"
"E credi che questo faccia piacere agli altri che ti stanno attorno? O a me?" gli domandò Yessenia, rimasta ad ascoltare fuori dalla porta; "Vedi di restare tutto intero, se vuoi essere utile, scemo."
Endar si girò verso di lei, e si sentì in colpa quando la vide con gli occhioni lucidi e il broncio. Evidentemente quel suo modo di fare la faceva stare davvero male.
"No... hai ragione... solo che non sopporto di vederla così in quel letto... voglio starle accanto, Yess. È il mio capitano, e io ci tengo a lei."
"Tanto so che la ami..." rispose la ragazza, incrociando le braccia; "E sei furioso perché Samael ha preso il posto nel suo cuore."
"Fosse per me, quello dovrebbe spiegare cosa ne sa davvero della dannata Nebbia Oscura che è arrivata fino a Demacia!
Non è lui che è andato a trafugare cose alle Isole Ombra?!"
"Sì, l'Insanira... quella frusta lo ha tramutato in ciò che è adesso, ma si parla di tempo fa, quando lo incontrai a Bilgewater." rispose Xymella, cercando di spiegare ai due quello che sapeva a riguardo.
"Quindi... se lui non avesse trafugato quella frusta... non sarebbe successo niente..."
Endar si coprì gli occhi con l'avambraccio sano e digrignò i denti.
"Merda... e ora guarda in che situazione ci troviamo... dovrei prenderlo a pugni!"
"Però, è anche vero che non sapeva le condizioni di Shyvana in quel momento, e aggiungiamo il fatto che Demacia non ci ha trattato effettivamente bene... né loro, né me, né voi." rispose Xymella.
"Credo che non sarebbe cambiato nulla, comunque..." aggiunse invece Yessenia; "Se doveva capitare, è capitato non solo qui..."
La Spearglow ci pensò sù e disse che era molto probabile che stava colpendo le maggiori capitali attualmente conosciute, come se fosse alla ricerca di qualcosa o di qualcuno.
"La cosa che più mi preoccupa è chi cade sotto il giogo del gran capoccia..." "Cadere sotto al giogo? Ma se stava divorando chiunque gli capitasse a tiro." ribatté Endar; "Ne siamo usciti per pura fortuna."
La Madre delle Cicatrici cadde in un silenzio di tomba, ricordandosi tutti quelli del suo Clan morti a causa di quelle creature.
"Certo che tu sai proprio far ritornare l'umore a pezzi." lo riprese Yessenia; "Tanto vale prenderla a calci, la poverina."
"Anche se addolciamo la pillola, pensi che cambi qualcosa?! Non possiamo certo tornare indietro nel tempo e fare in modo che non sia accaduto! E' inutile pensarci!" rispose lui per discolparsi.
"Ha ragione... ma devo espiare le mie colpe, come da tradizione nell'Artiglio d'Inverno." mormorò la rossa con aria triste.
"E come farai?" domandò Yessenia; "Facendoti un'altra cicatrice?"
"Sì, non vedo altri metodi."
"Aspetta, aspetta!" la richiamò Endar; "Non potrebbe esserci un modo più pratico... che so... combattere insieme a noi e fare il culo a spicchi a quel pezzo di merda che ci ha portato in questa situazione?"
Nel sentire quella domanda, Xymella rispose con un sorriso stampato sul volto.
"Certo, quello è compreso nel prezzo! Gli spezzerò le ossa una per una come grissini, lasciandolo bere dalla cannuccia!"
"Ecco, brava! Abbiamo già versato abbastanza sangue per oggi... sì?" la tranquillizzò il guerriero.
Yessenia si schiarì la voce.
"Disse quello che parlava di strapparsi gli arti per Ana... voi uomini siete dei pallonari, è questa la verità!"
"Non sono pallonaro! Solo che non vorrei che si rovinasse ulteriormente il corpo con altri tagli!" esclamò Endar con un broncio.
"Quindi stai dicendo che sono una gnocca stratosferica?"
L'ex-noxiano emise un buffo verso incomprensibile mentre arrossì come un pomodoro.
"Ma che razza di domande sono da fare così di punto in bianco?!"
Xymella si mise a ridere talmente di gusto che si stava tenendo il costato, cosa che sollevò il morale generale dei presenti.
Intanto, il povero ragazzo, agitatosi per quella situazione, aveva ripreso a lamentarsi per il dolore dopo essersi mosso a scatti in preda all'imbarazzo.
"Ecco, bravo, fatti pure male..." mormorò Yessenia, sorridendo nonostante tutto e dandogli una mano a stendersi meglio.
"Ehi... Yess..." la chiamò poi con un respiro profondo; "... se la caverà, vero? La Guardia del Drago... non è niente... senza il Capitano..."
"Se la caverà, è una donna molto forte." rispose lei con un sorriso, rimanendo al fianco del ragazzo.
"Certo..." sospirò lui, chiudendo gli occhi con un sorriso; "... Non la butterà giù... di sicuro... si riprenderà..."
Si addormentò pacatamente dopo quelle parole.
Yessenia fece un sospiro e si sedette al fianco del letto, ancora reggendosi il viso un secondo.
"Sono morti tutti... siamo rimasti noi... non voglio nemmeno vedere la faccia di Shyvana appena lo saprà... non riuscirà più ad alzarsi."
Xymella le mise una mano sulla spalla.
"Tutti noi abbiamo bisogno di un supporto per rialzarci, ma ritorneremo a combattere, questo è un dato di fatto."
"Cosa possiamo fare contro qualcosa di simile? Non abbiamo mai affrontato creature oscure e spettri!" cercò di spiegare Yessenia, la testa piegata in avanti mentre la scuoteva.
"Di sicuro, ho capito che certe tipologie di armi funzionano contro di loro... io posso costruirle, mal che vada."
Yessenia si rilluminò in volto.
"Potresti davvero? Se davvero è così, allora forse una piccola speranza ce l'abbiamo!"
"Certo! La nuova spada di Samael gliel'ho forgiata io!" esclamò tutta pimpante la rossa.
"E se l'è cavata piuttosto bene contro quegli abomini! Stai dicendo che potremmo averne TUTTI?" si sorprese lei.
"Certo! Avrò bisogno poi di dormire per un paio di giorni, ma posso farlo!" rispose lei a quella domanda.
La trombettiera fece un saluto militare.
"Ricevuto. Fino ad allora, baderò ai feriti e li veglierò finché non sarò esausta!"
"Non ti stropicciare troppo! Altrimenti ti verranno fuori delle rughe assurde! Guarda me! Lo diresti che ne ho quasi quaranta e sono anche mamma?"
Nel dire quelle parole, la Spearglow le fece un occhiolino.
Lei arrossì basita e guardò poi con gli occhi altrove.
"Mai l'avrei detto..." rispose poi, scuotendo il capo subito dopo; "Comunque sia, la prego di aiutarci in tutti i modi."
"Lo farò... stanne certa. Vado a preparare il necessario." rispose la donna mentre usciva dalla stanza con un passo deciso, andando a chiamare suo marito.
Yessenia allora si limitò a congedarla con un inchino e tornò a guardare Endar sorridendogli, una mano che gli carezzò il capo...
Prima di essere messa in allarme da un grido improvviso dall'altra stanza, seguito dal rumore di attrezzi cadere:
Era la voce di Shyvana, a cui si aggiunsero quelle sia di Mayne che di Angelus, che la intimavano a stare ferma.
La trombettiera si girò di scatto verso la porta...
Poi tornò con lo sguardo verso Endar, ancora addormentato e, sorridendogli, gli sussurrò:
"Torno subito. Tu dormi tranquillo. Vado un momento a vedere cosa sta succedendo..."
Gli diede un ultima carezza ai capelli e uscì di corsa dalla stanza.

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