Capitolo 3

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Superarono in volo il passo montano che si allontanava dalla Foresta Silente, ad Ovest, luogo considerato territorio di confine del Regno di Demacia.
Lì, sulla cima dei monti, non vi era molta vegetazione, ma picchi rocciosi e scoscesi lungo tutti i sentieri.
Visto il periodo, la neve era assente del tutto, e l'altitudine aiutò molto facilmente Shyvana a scorgere, non troppo distante, un imponente fortezza di confine con tanto di torri di Petricite, così come tutta la struttura dello stesso materiale.
Alle spalle del forte, una grande cittadina rurale piena di vita.
"Benvenuti a Demacia... mani in tasca, maghi." commentò sarcasticamente Angelus.
"E mani in alto, cervelli chiusi." aggiunse Xymella con un filo di amarezza a quel commento sarcastico.
Il primo ad atterrare sullo spiazzo esterno alla fortezza di Wrenwall fu il Lamabecco di Leif.
Parecchi soldati demaciani accorsero alla vista dell'armatura dorata di Jarvan, quasi temendo che fosse in pericolo di vita.
"Principe Jarvan!"
"Generale!"
"Lasciategli spazio per respirare." li allontanò Leif, sorreggendolo; "Gli abbiamo somministrato le prime cure, per ora se la caverà."
"Ti ho già detto che non è niente... posso... posso ancora combattere..." obiettò il Principe, cercando di divincolarsi dalla stretta apparentemente leggera del suo sottoposto.
"Vostra Altezza, siete fondamentale per Demacia. Non possiamo perdervi ora... fatevi curare." lo riprese nuovamente il giovane soldato...
Prima che i vari demaciani si facessero indietro a spade sguainate nel vedere un drago atterrare non troppo distante.
"Faccia attenzione! Alle vostre spalle!"
"E' lui, è il drago che ha terrorizzato i nostri confini!" fece un altro soldato, facendosi avanti...
Ma Leif li fermò.
"Deponete le armi! Non è lei, il mostro di cui parlate!"
Si fermarono dal puntare le lame solo quando videro Angelus e Xymella scendere dalla viverna...
Prima che questa tornasse nella sua forma umana.
"Che diavolo... quale diabolica stregoneria è mai questa?!"
Alcuni dei subalterni di Leif - cosa resa chiara dall'armatura color platino, simile a quella indossata dal ragazzo - puntarono le loro lance contro la nuova arrivata.
"Piano, ragazzi! Non vi fa niente!" esclamò Xymella tutta sorridente, posizionandosi davanti a Shyvana.
"Infatti... indietro e via le lance." li esortò lo stesso Angelus, una mano sull'elsa dello spadone alla sua schiena.
"Ci stai minacciando, stranie-?!"
"Adesso finitela!" esclamò Jarvan, chiudendo la storia prima che degenerasse; "Questi due stranieri sono coloro che mi hanno salvato la vita."
Quasi tutti i soldati all'unisono retrassero le armi, inchinandosi alla volontà del loro Generale e Principe.
Angelus abbassò la mano dall'elsa della Zweihander allo sguardo di Jarvan.
"Diamoci tutti una calmata..." esortò Leif; "Siamo tutti armati e coi nervi a fior di pelle, va bene... abbiamo perso uomini valorosi per mano delle imboscate noxiane, tra cui il buon Capitano Bouvelle... ma preoccuparsi ulteriormente non fa bene alla salute, se capite cosa intendo..."
"Molto spiritoso..." commentò sarcasticamente Angelus.
"Anche perché non è il caso di combatterci a vicenda... l'avete udito? Il drago che ha distrutto le città a Sud sta arrivando." aggiunse Jarvan; "Serve un piano di evacuazione per i cittadini e una difesa."
"Aspettate, cosa...?!" fece uno dei lancieri; "Sta davvero venendo qui?!"
"Eravamo qui per combattere Noxus, e adesso... un drago?" fece un altro soldato.
"Non disperate, uomini! Possiamo vincere questo scontro!" cercò di incoraggiarli il Principe; "Abbiamo assieme a noi persone in grado di tenergli testa."
"Sì... certo, se vi fidate di qualche trucchetto per proteggervi dalle sue fiamme." mormorò a voce bassa Angelus.
"Ma chi..." domandò una guardia smilza e leggermente gobba; "Quei due forestieri? E noi dovremmo affidare la nostra sorte a persone del genere?!"
"Potete anche ritirarvi e lasciarci fare, se volete." ribatté Samael; "Un minimo di riconoscenza per aver salvato il principino?"
Nessuno dei soldati stazionati lì disse nulla. Nei loro occhi era tuttavia ancora palpabile il senso di sospetto nei confronti dei nuovi arrivati.
Notando la loro reazione, Leif sbuffò e camminò a passi lenti verso i suoi compagni.
"Suppongo che il buoncostume demaciano sia ormai morto e sepolto, eh... che figura ci facciamo, con gli stranieri? Male, male, male... non concordate, Vostra Altezza?"
"E' ingiusto sospettare di persone che hanno messo in palio la loro vita per proteggere la mia." annuì Jarvan; "Fosse l'ultima cosa che faccio, non lascerò che quel mostro entri a Demacia. Dobbiamo fermarlo qui, o il Regno vivrà il periodo più nero della sua storia dal conflitto fra le due Sorelle, e le vite perse per permettere la mia sopravvivenza saranno state vane."
I vari soldati abbassarono lo sguardo come dei bambini rimproverati dai genitori.
Leif fece un lento applauso, per poi commentare:
"La vostra testardaggine mi fa quasi sentire la mancanza di quel vecchietto sboccato - pardon, il pluridecorato veterano noxiano. Ma Sua Altezza ha ragione... e abbiamo sacrificato già troppo in questa guerra per perdere tutto contro un abominio. Quindi forza, mostriamo che per Demacia 'potenza' non è solo una vuota parola, eh?"
"Esatto! Dimostriamo che ognuno di noi vale come dieci uomini!" aggiunse Xymella, battendo un pugno sul suo scudo.
Angelus sospirò ad occhi chiusi.
"Guardali, Shyvana... tutti pronti ad affrontare la morte a viso aperto, eh? Suppongo potremmo chiudere qui la questione..."
"Non voglio mettere in pericolo altre persone che non c'entrano nulla... non mi sembra giusto." obiettò la mezza-drago; "Quel drago è un mio bersaglio, è un problema mio."
"Temo che non sia proprio così, signorina..." replicò Leif con nonchalance; "Perché se quel drago entra nei nostri territori... beh, direi che è un problema anche nostro. E non un problemuccio da quattro soldi."
"Ma-!"
"Signorina... non si preoccupi." la tranquillizzò Jarvan stesso; "Voi avete fatto già molto per Demacia... questo è il minimo che possa fare per sdebitarmi."
Angelus abbozzò un sorriso.
"Fate le cose in grande, qui. Ve lo devo riconoscere."
"Dobbiamo fare le cose in grandi per forza, è lo stile di Demacia." gli rispose Leif, per poi scoppiare a ridere giocosamente.
Rendendosi conto dell'essersi attirato addosso la perplessità di tutti gli altri, si discolpò.
"Scusate, scusate... è solo che parlare di 'fare le cose in grande' e di Demacia mi ha fatto ripensare a una certa persona... un tipo molto chiassoso e possente, quasi ingombrante, ma in fondo un ragazzone dal cuore d'oro!"
Anche Jarvan, una volta compreso a chi si riferisse, ridacchiò coprendosi la bocca.
"Penso di capire di chi parli... se fosse qui, probabilmente starebbe in prima linea. Lui e tutta l'Avanguardia."
"Beh, io dico che possiamo farcela anche senza di lui... immaginate la faccia che farà quando saprà che abbiamo ucciso un drago? Rimarrà di sasso sicuramente!" commentò allora il cavaliere del Lamabecco con una sicurezza che sembrava quasi fuori dal mondo, data la situazione apparentemente drammatica a cui andavano incontro.
"Da come parli, Leif, sembra quasi che tu abbia un piano." lo interpellò uno dei suoi compagni di unità.
"Sei libero di parlare... ogni piano che possa dare ottimi risultati è ben accetto." disse Jarvan.
"E' una strategia rischiosa, ma se come questa giovane dice, il sangue draconico chiama a sé altro sangue draconico, possiamo sfruttare la cosa per far avvicinare il drago, e poi sfiancarlo dai bastioni con le nostre frecce... " rifletté il ragazzo; "Ovviamente, collaboreranno anche i Lamabecchi... insieme agli arcieri, siamo gli unici con abbastanza raggio da fronteggiare un drago in volo."
"Cavalcherò anch'io..." aggiunse Angelus; "Mi nasconderò sulla schiena di Shyvana ed attaccherò a sorpresa da lì."
Leif scosse la testa.
"Samael Angelus, giusto? Tu verrai con me sul dorso di Platina. La tua amica avrà già abbastanza nel piatto senza doversi preoccupare di badare anche alla tua incolumità."
Angelus mormorò a voce bassa...
Prima di annuire.
"Ma ti farò fare più degli altri. Non prometto di restare sempre in sella, se questo mi darà la possibilità di colpire quel drago in un punto cieco. E' una nostra questione personale."
Leif non apparve preoccupato da quell'affermazione di Samael.
"Avevo comunque intenzione di fare più degli altri... non cambierà poi molto per me. Come ho detto, se non fai le cose in grande, non aspettarti di avere grandi risultati."
"Farò disporre i migliori arcieri della guarnigione sulle torri e nelle feritoie." rispose Jarvan; "I cavalieri attaccheranno una volta che il drago si farà vicino."
"Attenzione alle sue fiamme... essendo un drago di fuoco, userà la sua forza disumana per sfondare."
"Xymella, lascio a te la protezione di Sua Altezza. Stagli vicino e assicurati che non corra pericoli... TROPPI pericoli, considerando quanto è scavezzacollo..." intimò poi Leif alla compagna con lo scudo.
"Lascia fare a me! Sta in una botte di ferro!" esclamò lei in risposta, mettendosi già vicino a Jarvan come se fosse un ombra.
Jarvan sospirò.
"Scavezzacollo, io? Beh, suppongo sia vero..."
Si girò e diede un pugnetto all'armatura di Xymella.
"Va bene. Chiedo alla migliore degli Scudi di proteggermi."
"Tra il mio scudo e la sua lancia, diventeremo una coppia solida." commentò con tono sicuro di sé la Spearglow.
"Allora è deciso..." dichiarò Jarvan, stringendo il pugno davanti al viso; "Iniziamo immediatamente ad organizzarci!"
Il gruppo di soldati fece un urlo deciso, avendo recepito forte e chiaro le parole del loro Principe, e si misero in movimento per organizzare il campo di battaglia per quello che sarebbe uno scontro titanico.

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