Una rete di luci, smog e tendaggi unici riflettevano lo specchio di quel luogo praticamente dimenticato dal resto del mondo:
Un esteso distretto urbano che giace sulle profonde vallate di Piltover, senza alcun segno di sanificazione.
La luce che arrivava lì veniva filtrata dai vapori provenienti da grovigli di condotti corrosi e riflessa dalle vetrate decorate dell'architettura industriale.
La maggior parte delle strutture era formata da reticoli metallici, spesso forgiati nelle numerose officine della città o rimediate da materiali di scarto arrivati dai livelli superiori. Nonostante gli edifici della città siano un inno alla brutale funzionalità, i suoi abitanti riescono comunque a creare grandi meraviglie che svettano tra le nubi di smog, puntando il cielo.
Quella era Zaun, dopotutto. E se eri un ratto di Zaun dalla nascita, lo restavi a vita...
Questo almeno era il pensiero di molti della superficie che vivevano per le pompose vie della città del progresso tecnologico avvenuto solo un paio di anni prima dagli sforzi di un singolo beniamino "Prodigio" nella ricerca.
Ma non il suo. No, quello non lo sarebbe mai stato:
Conosceva bene la sensazione di nascere nella polvere e diventare una fenice, e non è stato l'unico a farsi una vita fuori da quegli appalti decadenti, ma perfettamente in funzione.
"Ehi, Germain... amore, vieni a divertirti un po'."
Il flusso dei suoi pensieri venne interrotto quando passò vicino ad un paio di vetrate colorate sul rosa, ed una giovane scollacciata prostituta dei piani bassi con un occhio metallico tentò di dissuaderlo dalla sua passeggiata lungo alla zona mercantile, a pochi passi dal Last Drop, un bar in voga di quel settore.
Il giovane uomo dalla pelle leggermente scura e lunghi capelli argentati a caschetto salutò con un cenno della fedora nera che portava sul capo.
"Sono di fretta, Betty... di alla Yordle che vengo stasera sul tardi a darle ciò che vuole." rispose subito dopo, mettendosi a posto con un gesto della mano, coperta da sottili guanti di pelle neri, il gilet scuro borchiato senza maniche che indossava sopra ad una camicia beige.
L'altra mano reggeva l'elsa di un bastone da passeggio finemente decorato, che poggiò tranquillamente al suolo umidiccio dei bassifondi non troppo distante dai suoi piedi, coperti da lunghi stivali neri. Pantaloni in pelle dello stesso colore terminavano il suo vestiario galante e misterioso allo stesso tempo.
"Aww, ma dove vai così di fretta? Ancora a fare gli occhi dolci alle signore di alto borgo?" chiese un'altra di loro, un travestito corpulento e simpatico completamente truccato.
Il giovane, Germain, alzò le spalle con una mezza smorfia.
"No, non sono il mio tipo... troppo zuccherose. Le lascio a Violet, quelle."
Violet. Quel nome fece sussultare entrambe le prostitute, con la più grossa delle due che sorrise giocosamente.
"Ti piacciono difficili, le gattine con gli artigli, hmm?"
"Sapete com'è, un uomo cerca il rischio. E se vieni da Zaun, quello è sempre stato di casa..."
Tirò fuori un piccolo cipollotto dalla tasca interna del gilet e strinse i denti un secondo, sibilando.
"Mi ammazza..." mormorò, prima di congedarsi.
"Torna presto, ciccino!" lo salutarono entrambe, cosa che attirò lo sguardo di diversi dei presenti nel mercato verso la figura ben vestita intenta a passare in mezzo come se fosse stato a casa propria...
E non era del tutto sbagliata come supposizione:
Germain non era Piltoviano, né Zaunita. Proveniva da Ixtal, ma era rimasto sin da bambino un povero trovatello sopravvissuto al Gran Sai e soccorso a Zaun da due poveri mercanti di oggetti di seconda mano. Lì dentro, non era diverso dall'annusare aria di casa, per quanto fosse stata rivoltante per molti.
In effetti, non a molti sarebbe piaciuto il malsano miscuglio di odori che era di gas di scarico, sbobba maleodorante e pesce rancido lasciato all'aria da diversi giorni, ma per Germain era la cosa che più dava un senso di appartenenza e di calore...
Perché l'avvicinarsi di quella particolare fragranza indicava un posto a lui fin troppo noto e che apprezzava da quando era ragazzo:
Il banco del suo vecchio amico ristoratore Jericho.
Era costui un rozzo e corpulento uomo pesce, del genere che avresti incontrato in qualche bettolaccia di Bilgewater:
Grande, grosso, dalle squame color verde acqua e dei vistosi dentacci aguzzi di cui uno dorato. Un unico occhio funzionante dorato e una benda degna di un pirata sull'altro, oltre che una vistosa collana con dei grossi denti di chissà quale predatore dei mari.
Germain si sedette ad una delle panche del suo bancone, dopo essersi tolto il cappello ed averlo posato su un piccolo attaccapanni lì vicino in ferro battuto, assieme al bastone.
Mise così in mostra un singolo occhio penetrante dallo sclera verde tendente al giallo, mentre l'occhio sinistro era coperto da una benda. Quasi rendendolo 'simile' all'amico pescione.
"Ehi, Jericho... gli affari girano?" chiese tranquillamente, accavallando le gambe e posando i gomiti sul banco.
Il corpulento uomo pesce se la rise, mostrando la dentatura aguzza e ringhiando giocosamente qualcosa nella sua lingua natia, per poi dare una pacca amichevole al ragazzo.
"Eh, anche su si danno da fare... sai, come l'arrivo del Giorno del Progresso e tutto. Se presentassero un pollo metallico, batterebbero comunque le mani." sospirò lui, comprendendo tranquillamente.
Jericho trovò molto divertente quel prospetto, poi chiese qualcosa a Germain, che nonostante la lingua diversa lui riuscì comunque a capire, un po' come tutti i suoi patroni abituali.
"Se mai facessero qualcosa di buono? Ma sai, adesso la gente si sorprende per ogni singola cosa, anche le più banali... tanto, non credo che il giovane Talis tirerà fuori qualcosa di interessante."
Fece poi finta di battere le mani quando imitò con voce imperiosa la creazione di una saponetta per le dita che non necessita di essere sfregata.
"Come se io battessi le mani perché il barista mi serve lo scotch, o tu, Jericho, mi offrissi ogni volta la tua magica sbobba di piovra."
Il pescione rideva di gusto assieme a lui.
"O che ne so... Vi arrivasse a prendere il té senza rompere la tazzina dello sceriffo preferita..."
Jericho notò qualcosa guardando Germain, poi cercò di trattenere una risata, col risultato di ridere in maniera decisamente meno sguaiata.
Il giovane, invece, si interruppe quando si sentì picchettare la spalla.
Deglutendo un secondo, il ragazzo si zittì e sospirò, girando lentamente lo sguardo con un leggero colpo di tosse.
Si trovò faccia a faccia con un gran esempio di giovane donna dai tratti puramente punk, con tanto di capelli rosa asimmetrici, occhi azzurri, piercing sul naso, orecchini, occhiali da geniera sulla fronte ed un vistoso tatuaggio sullo zigomo destro che recitava due lettere: "VI"
Vestiva una canotta bianca sotto ad una giacca di pelle marroncina con le maniche arrotolate, pantaloni in pelle e stivali borchiati.
"Beh, salve agente... c'è qualche problema?"
"Fammi pensare..." fece la donna, alzando lo sguardo con aria falsamente pensierosa...
Per poi sbattere la mano sul bancone.
"Oh, giusto! QUALCUNO ha deciso che fosse una buona idea prendersela comoda prima di venire da queste parti!"
"Sono in ritardo di qualche minuto, lo so... senti, ho dovuto terminare di ritirare la paga di un lavoro... tutto nella norma, ovviamente." cercò di scusarsi lui; "Posso... scusarmi con un pranzo offerto da me?"
La donna dai capelli rosati fece la sostenuta.
"HAH! Perché, pensi che non sia in grado di pagarmelo da me? Mi hai preso per una damigellina tutta sciccosa che 'oh, mio cavaliere, offrimi il pranzo'? Ma mi ci vedi?!"
"Non è quello che intendevo." alzò le spalle Germain; "Vorrei fare io un lavoro dove vieni pagato per menare le mani a gratis e senza nasconderlo... a meno di esagerare e ricompilare scartoffie. Peccato... a quel punto, i sicari che fine faranno?"
"Unisciti al club, allora! Che vuoi da me? Ehi, Jericho, vecchio mio! Ne è avanzato di pastone? Mi raccomando, bello unto e corposo come piace a me! Ho fame!"
L'uomo pesce rise di gusto, prima di afferrare dal reggicoltelli sulla sua spalla sinistra la mannaia e girarsi per cominciare ad affettare un grosso pesce gatto lì presente a fette spesse.
"Mettilo sul mio conto..." sospirò Germain, tornando a sedersi meglio; "E fammi la stessa cosa. Ma il doppio."
Lei gli diede un colpetto alla spalla.
"Ehi! Ti ho detto che me lo pago da solo! Non insistere che mi incazzo!"
"E fai come ti pare, allora. Tanto, a farti cambiare idea..." ribatté lui, alzando un secondo le spalle...
Prima di fissare un punto a caso del chiosco di Jericho, dove penzolava il tentacolo di un enorme polipo.
"Ho sistemato il problema della gang dietro all'evasione di quel tipo... Urgot, o come hai detto che si chiamava. Credo che non ci sarà più nessuno a dare grane né sopra che ai Baroni Chimici."
"Eh, ma questo alla fine non risolve il problema di fondo... solo la causa principale, o sbaglio?
Comunque, complimenti per esserne uscito indenne e col paltò completamente immacolato." replicò Vi quasi con noia, mentre aspettava che fosse pronto da mangiare.
"Non so nemmeno io ancora da dove sia partita l'idea, in generale... la vecchia signora del bordello sta facendo ricerche. Ci vorrà tempo." continuò Germain; "Non credo che fosse nemmeno un avvertimento per qualche genere di rappresaglia dovuta al Giorno del Progresso... ma non vedo proprio motivi per cui all'improvviso uno dei clan qua sotto voglia alzare la cresta e rompere l'equilibrio che si è riformato dopo i casini combinati da Silco..."
"Di pazzoidi che gli davano retta ce ne sono stati pure troppi... figurati se qualcuno non è sbucato fuori per riprendere da dove lui aveva lasciato." commentò la donna con una tinta di amarezza nella voce, oltre che negli occhi. "Già... in troppi si sono lasciati abbindolare da quello..."
Germain si guardò le mani un attimo, premute sul bancone.
"Sono vissuto da bambino bene qui quando c'era ancora Vander a far sì che tutto girasse come si doveva... la gente si sente abbandonata da troppo tempo. Mentre Piltover continua a prosperare per colpa di mister Talis il borioso, Zaun non si è ancora ripresa dallo Shimmer... a meno di non ricorrere al cambio corporeo e l'uso del Chemtech... o essere costretta a comprare i respiratori della Glasc."
Girò allora lo sguardo verso Vi.
"E ci hai messo un po' per riprenderti dal tuo incontro con quel mostro alla prigione... sia te che il nostro caro Sceriffo. Ho accettato senza chiedere nulla perché la questione è personale."
"Non sono una ragazzina, Germain! Non stare a farmi la predica."
"Non ti sto facendo una predica... ti dico solo che bisogna andare coi piedi di piombo." sospirò lui...
Prima che Jericho non poggiasse ad entrambi un enorme scodellone della sua specialità:
Una sbobba con vari animali marittimi galleggianti.
Molti avrebbero storto il naso davanti ad un piatto simile, ma non loro due.
"Ah, sei il migliore, bestione..." sorrise il ragazzo.
Il proprietario del banco si portò la mano libera al fianco e mosse il mestolo con l'altra mano come la bacchetta di un insegnante, bofonchiando qualcosa nella sua lingua ai due ragazzi, che arrossirono e si lanciarono occhiatine fugaci.
"Jericho, seriamente... ma mi ci vedi?" domandarono entrambi in simultanea, indicandosi a vicenda...
Prima di guardarsi nuovamente l'un l'altra ed arrossirono ancora di più con gran spasso del pescione.
Infatti, l'essere se la rise di gusto mentre Vi fece un brontolio frustrato prima di mettersi a mangiare quella sbobba con le mani, gustandosi ogni singolo boccone.
Aveva la delicatezza di un elefante in un negozio di porcellana:
Si sbrodolava, mugugnando quanto fosse un sogno mangiare quella roba ogni volta, a differenza di un più tranquillo Germain che evitava di andare troppo veloce e sorrideva ad occhi chiusi.
"La prima cosa che hai fatto quando siamo usciti di galera è stato venire qui con Pasticcino, ricordi? Aveva una faccia come se avesse visto una cipolla."
"Hai voglia! È stato qualcosa di impagabile e memorabile allo stesso tempo!" rispose con la bocca piena e un lieve ridacchiare, prendendo poi qualcosa da bere perché stava rischiando di ingozzarsi.
Sentì un deciso colpo della manona di Jericho sulla sua schiena, come per farle buttar giù il boccone di traverso.
Lo udì poi mugugnare qualcosa riguardo alla calma e alzò gli occhi al cielo.
"Lo so, lo so..."
"Sembri non mangiare da anni, ogni volta che vieni qui... il pasto della Guardia di Piltover fa così schifo?" domandò Germain; "Niente come le brodaglie della prigione, almeno."
"Niente si avvicinerà mai a quella merda che ci servivano lì dentro, e tu lo sai." tagliò corto la giovane con un dito ammonitore.
"L'ultima volta che abbiamo fatto visita allo chef della prigione, non ci hanno più permesso di avvicinarci alla mensa per almeno tre mesi. Non dopo essere andati a discutere amabilmente con quello che preparava lo schifo." ridacchiò lui; "E ti dissi di essere gentile con lui..."
Vi si lasciò andare a una risata.
"Ricordi il modo in cui lo feci volare nel pentolone di quella sbobba? Gli alzai il mento, gli chiesi GENTILMENTE scusa e... BAM! CENTRO PERFETTO!"
"Quante ce ne diedero? Ce ne siamo presi, di calci in faccia e allo stomaco, dopo quella cosa... due sbarbatelli di strada conosciuti in gattabuia che hanno fatto venire pelati i secondini." rise a sua volta Germain; "Dopo quello, però... ne valeva la pena."
"Il direttore soprattutto non la prese bene. Ora che ci penso, è da allora che continuò ad insistere per venire personalmente a darmi lezioni di disciplina con quel suo ridicolo stuzzicadenti."
"Con me andava avanti per ore..." alzò le spalle lui; "Prima faceva con uno, e poi con l'altra nella cella accanto. Uno a uno, palla al centro, come dicono sopra."
"Però col cavolo che gliela davamo la soddisfazione, eh?" domandò lei, dandogli una gomitata.
"Beh, dovevano reggerci altri due secondini mentre lui faceva... mi ricordo la prima volta che ci ha disciplinati. Ne uscimmo talmente bollati da non poterci nemmeno muovere."
Germain guardò sorridendo inquieto la sua zuppa, tornando a mangiare.
"Io piangevo... non riuscivo più a sentire nulla. E tu sebbene fossi ridotta ad uno schifo mi aiutavi dalla cella accanto. Ci siamo dati conforto per anni da dietro le sbarre..."
"Devo dire che all'epoca rimasi interdetta, sai?
Mi dissi: 'Vi, questo qui non camperà neanche una settimana se non fai qualcosa per aiutarlo'.
Non so per quale motivo lo feci, però... mi sentii una cosa dentro che mi implorava di farlo... quasi come se..."
Non concluse la frase, ma fece un lungo e profondo sospiro.
"Lo so..." sospirò lui, capendo dove andasse il discorso; "Ho capito solo dopo che mi hai raccontato il motivo per cui eri dentro il perché mi hai aiutato..."
Sorrise subito dopo, terminando il piatto e posandolo rumorosamente sul bancone.
"Ma sono contento comunque. Respiro grazie a te. Ed ora tutti temono i nostri nomi e ci rispettano."
Violet sorrise amichevolmente, per poi ironizzare:
"Anche se con quel vestitino sciccoso che indossi, tutto sei fuorché temibile. Sembri più adatto per l'ora del té pomeridiano!"
"Devi nasconderti dagli sguardi dei Piltoviani, quando le tue attività sono concentrate ai piani alti." rispose lui; "Poi, se vuoi andare in stealth, via il cappello, su il cappuccio e nessuno vede il mio viso, misteriosamente.
Ho capito come sfruttare alcuni strumenti per rendere il mio lavoro veloce ed efficiente."
Lei alzò lo sguardo, riflettendo sulle parole del compagno.
In effetti, aveva ragione:
Aveva constatato lei stessa di come spesso le fosse bastato nascondersi sotto un cappuccio per eludere quasi completamente qualunque occhio indiscreto.
"E poi, quando ti vuoi muovere rapidamente da un tetto all'altro rapidamente col parkour... o a sfuggire alla polizia, nei vecchi tempi... è sempre buona idea far sì che nessuno capisca di che volto sia il responsabile."
Parkour.
Sentirne parlare scatenò subito l'ilarità della ragazza, che si mise a ridere nascondendo la sua faccia fra gli avambracci, entrambi poggiati sul bancone.
"Ehi, lo uso ancora, tra parentesi." ribatté Germain; "Hai presente la noia di dover attendere che l'ascensore principale ogni volta che c'è la fila? Due acrobazie e sei già su... o giù, nel caso opposto."
"Scusa, scusa..." fece lei, cercando di calmare l'ilarità e asciugandosi le lacrime dagli occhi; "E' che stavo ripensando a quando Pasticcino ha provato a fare il parkour. Un vero disastro!"
"Ah, sì..." ridacchiò lui, scuotendo il capo; "Due ore ad attendere che scendesse da un tetto e l'altro... giuro di aver visto un vecchio signore che attendeva l'ascensore metterci lo stesso esatto ammontare di tempo."
"Ma la ciliegina sulla torta è stato vedere il continuo incitare di Micetta! Quella sì che rende il tutto più dinamico e divertente!" aggiunse Vi, facendo un enorme sospiro per calmare le risate.
"Ah... la Vastaya che vi portate dietro come mascotte, la piccola Tesmeria... non si è creata la propria zona nell'ufficio di Caitlyn?"
"Già... un angolino tutto suo, lucido e splendente... si vede proprio che è la nipote del vecchio Heimerdinger. Geniale e puntigliosa." rispose lei con un tono più tranquillo.
"Sì... povero Cecil. Ancora rimango basito dell'idea che la Consulta lo abbia bandito dal dirigere ancora Piltover... mister Talis e le sue belle invenzioni erano più importanti, a quanto pare." sospirò Germain.
Controllò nella tasca del gilet e lanciò una serie di monete d'oro nelle mani di Jericho.
"Per l'ottima sbobba. Ogni tanto è bello tornare a sentire sapore di casa."
Anche Vi voleva dare la sua parte, ma Jericho fece cenno che era tutto a posto, ringraziandoli e di ritornare presto.
"Però... qualcosa di peculiare l'ho notato. Sono tornati in città due combinaguai." ammise Germain, riprendendo sia il cappello che il bastone; "Stamani... li ho beccati ad ormeggiare nel porto alla chetichella."
"Due combinaguai? Di chi stiamo parlando?"
"I nomi Tobias e Malcom ti suonano familiari?"
La donna inarcò un sopracciglio e storse la bocca.
"Spero che per Tobias e Malcolm tu non stia parlando di Tobias Fate e Malcolm Graves...?"
"Conosci un'altra coppia sgangherata di ladri?" alzò le spalle Germain; "Ma sai com'è... i due scavezzacollo, stavolta, sono pronti al decollo se li colpisci forte."
"Allora cosa stiamo aspettando? Andiamo a dargli due castagne sul loro visetto!" esclamò Vi, stiracchiandosi le nocche.
"Sì, andiamo... ma ora potrebbero essere ovunque. Anche se, dopo il furto alla Banca Centrale di Piltover, le loro facce dovrebbero essere notate subito.
Se sono tornati, sarà per un buon motivo... dici che dobbiamo chiamare rinforzi?"
Vi lo guardò con un sopracciglio inarcato, gli occhi a mezz'asta e un sorrisetto furbo, come per chiedergli se fosse serio, visto che ormai doveva conoscerla abbastanza da sapere che era LEI tutto il rinforzo che serviva.
"Non importa, bastiamo noi due." sospirò lui; "Cerchiamo solo di non sfondare un edificio per errore."
"QUELLO E' STATO UNA VOLTA SOLA!" ringhiò lei, alzando con esasperazione le braccia; "E che cacchio, sempre a soffermarti su ogni dannatissimo particolare, tu!"
"No, è solo che poi l'orecchio tirato è anche il mio, stavolta." alzò le spalle Germain, camminando con lei fino ad uno degli ascensori laterali per salire al livello superiore.
Una volta dentro e premuto il pulsante, l'ascensore fece un piccolo balzo di avviamento, per poi dirigersi verso l'alto lentamente.
"Ah, lo sapevi? Quello scaricabarile di un Talis mi ha nuovamente chiesto di portare l'intrepido esploratore nuovamente in giro per Shurima a recuperare manufatti. Se lo portasse lui..."
Il giovane si mise meglio il cappello.
"Bel faccino che chiede di portare un altro bel faccino... sembra quasi una barzelletta. Com'è andata?" chiese Vi con una leggera curiosità.
"Sai com'è fatto Ezreal... mai fermo un attimo. Ho finito di fargli da babysitter un po' di tempo fa. Figurati se mi ha ascoltato quando gli ho detto di non violare i territori di Ixtal per via della gente che ci abita."
"Quello non ascolta nessuno, ma quando comincia a parlare... si salvi chi può. Solo Micetta sembra aver la pazienza di ascoltarlo tutte quelle ore."
"Ah, Tesmeria... lei ascolterebbe tutti. Ma, ricordandosi chi l'ha allevata non mi sorprende.
Cecil sembra in forma da quando è tornato ad insegnare all'Accademia di Piltover..." commentò lui, nel momento stesso in cui l'ascensore si fermò, aprendo le sue porte in un piccolo casolare in rovina che dava su un viale povero e quasi dimenticato.
"Sono andati per questa strada?" domandò lei mentre si misero a camminare, non guardandosi troppo in giro per via delle poche persone in vista.
"No, per nulla... saranno nei quartieri al di là del ponte." sospirò Germain; "Alla faccia dei cartelli da ricercati."
"Quelli si lamentano per la faccia affissata! Una volta avevo sentito che uno si era lamentato per il naso! Era troppo piccolo!" fu il commento della ragazzotta, continuando a camminare con passo spedito.
"Pss... ehi." le sussurrò allora lui a denti stretti, fermandosi di colpo.
"Cosa?"
Lo vide improvvisamente correre in uno dei vicoli lì presenti...
Prima di saltare abilmente sul muro, sfruttando diversi appigli per arrampicarsi con una velocità sorprendente.
Una volta raggiunta la cima dell'edificio, le sorrise leggermente guardando in basso, togliendosi il cappello...
E tirandosi su il cappuccio.
Vi ridacchiò, scuotendo un secondo il capo...
Prima di seguirlo senza problemi fino alla cima dell'edificio, coprendosi anche lei il viso con il cappuccio che aveva dietro.
"Che ne dici di rivivere un po' la città dai tetti, come un tempo?" domandò allora lui, senza smettere di sorridere.
"Per me va bene! Forza! Stammi dietro!"
In un singolo cenno della mano, indicando i secondi con le dita, i due presero la rincorsa...
E spiccarono un enorme balzo per raggiungere il tetto della casa vicina, atterrando magistralmente.
Continuarono a correre facendo diversi balzi e capriole sui tetti, spaventando anche alcuni passanti nel sentire quei rumori improvvisi sopra alle loro teste.
Alcune signore sui balconi, intente a spolverare gli stracci o stendere i panni, si spaventarono nel vedersi piombare quei ragazzotti saltellanti, e alcune inveirono contro di loro.
"Scusate!" esclamò Germain senza smettere di correre, prima di vedere un vecchio tubo per il passaggio di risorse idriche ed usarlo come scivolo stando in equilibrio sui piedi...
Per poi lanciarsi con precisione sul balcone successivo senza il minimo cenno di terrore.
Violet lo usò anche lei correndoci sopra, ma per i vari scossoni il tubo cominciò ad incrinarsi.
La ragazza arrivò in tempo sul balcone prima che il tubo crollasse da un lato.
"Problemi strutturali... capita."
"Pagherò i danni..." mormorò l'altro, mentre balzavano ulteriormente al prossimo tetto.
Dopo qualche tetto più avanti, si fermarono in una zona più luminosa rispetto a quando erano partiti.
Davanti a loro, spiccava in particolarità un lungo ponte che attraversava il mare, unendo le due baie dello stretto. L'ambiente oltre di esso era tutt'altra cosa rispetto a Zaun:
Una città illuminata dal Sole, in cui enormi grattacieli e lunghe file di distretti occupavano tutta la costa. Navi da ogni dove erano intente a passare sotto al ponte, riunendosi all'immensa baia del centro per eccellenza del progresso e delle scoperte.
Quella era Piltover.
"Non hanno mai brillato in intelligenza... avranno lasciato in giro degli indizi." mormorò Vi, mentre guardava il panorama, soffermandosi un secondo su quel ponte che collegava le due città.
Germain si accorse che l'espressione sul viso della ragazza si era incupita, un amaro miscuglio di tristezza e rabbia, mentre stringeva con decisione i pugni. La vide poi concentrarsi su un angolo del ponte, sul quale erano poste candele, foto e ritratti commemorativi.
Lui sapeva bene il perché:
Proprio lì, Vi aveva perso i genitori, uccisi durante una repressione della Polizia di Piltover, ed era convinta di aver perso molto di più col passare degli anni.
Avendo la sua stessa età, Germain aveva vissuto gli orrori della guerra di potere e le pretese dei dissidenti zauniti contro al potere incontrastabile di Piltover:
Miseria, fame, morti...
Tutti avevano perso qualcosa. E non potevano permettere che qualcuno potesse dimenticare il prezzo della vita.
Vi sospirò pesantemente, chiedendo poi a Germain di continuare a muoversi.
Lui annuì, prima di lanciarsi dal bordo e lasciarsi tranquillamente cadere in picchiata giù...
Solo per atterrare tranquillamente su un carro lì presente, pieno di cuscini usati ed altra roba in vendita.
Nessuno si accorse nemmeno della sua caduta, e di come il ragazzo ne uscì nuovamente col cappello in testa subito dopo.
"Forza, lumacona..."
"Arrivo! Arrivo!" Rispose lei facendo la stessa manovra e mettendosi al suo fianco come se niente fosse.
"Una volta passato il ponte ed entrati a Piltover, sarà meglio sfruttare un veicolo... l'ultima volta, hanno assaltato la tesoreria centrale. Stavolta non ne ho proprio idea." pensò Germain, mettendosi a correre lungo la strada.
"Lo chiederemo alla vecchia maniera!"
Quando Germain la fissò con gli occhi a mezz'asta, lei tergiversò con un sorrisetto furbo.
"Andiamo, mi conosci! Sono la diplomazia fatta persona! Ho due validi amici che mi aiutano, del resto!"
"Afferra e picchia?" domandò sarcasticamente lui.
"Esatto! Il classico afferra e picchia!"
"Ci sono cose che a volte non richiedono la forza bruta... sai, gentilezza." cercò di spiegare Germain con dei gesti delle mani...
Prima di notare una grossa quantità di buzzurri attraversare il ponte per andare verso Zaun.
"Ecco, tipo loro... proviamo a fermarli."
"Ricevuto!" gridò Vi, scattando come una gatta verso il bersaglio a pugni spianati.
Germain non ebbe neanche il tempo di registrare la cosa che alle sue orecchie arrivò il frastuono di una rissa abbastanza violenta.
"Argh, è troppo tardi..." mormorò con una mano sulla fronte, notando già l'enorme quantità di uomini a terra e bollati.
Vi si spolverò con nonchalance i palmi delle mani, salvo interrompersi quando si sentì addosso lo sguardo severo di Germain.
"Che c'è?
"Stavo giusto spiegando una lezioncina... a volte, sai, basta la gentilezza. Osserva..."
Il ragazzo prese il primo dei presenti, un buzzurro dalla pelata e strani tatuaggi sul volto, e lo tirò su per un piede.
"Perdoni la mia amica, buonuomo... ha per caso visto arrivare navi di Bilgewater di recente? Oppure sentito parlare di un uomo col cappello ed un tipo col sigaro perennemente in bocca?"
"Ah, chieda... chieda all'ufficio informazioni... seconda traversa a destra..." rispose lui in un misto di incertezza, paura e dolore fisico.
"Grazie..." esclamò candidamente...
Prima di lasciargli il piede, con il pelatozzo che cascò di testa sul terreno.
"Visto, Vi? Con la gentilezza si ottiene tutto."
"Gentilezza, certo... dopo che li ho pestati per bene." mormorò lei.
"Lascia stare. Facciamoli andare via almeno con le gambe per la cortesia."
Detto ciò, Germain fece sì di farsi seguire da Vi al luogo indicato.
Seguendo le informazioni, viderò un uomo di mezza età che stava timbrando permessi di entrata vicino a una piccola pensilina costruita in legno.
"Aspettami qua..."
Germain provò ad avvicinarsi per parlare con il gestore...
Solo per ritrovarsi tranquillamente la porta in faccia prima di poter fare una singola domanda.
La sua reazione fu di arricciare il naso e bussare rumorosamente.
"Andate via! Se siete qui per farmi domande riguardo a due di Bilgewater, ci ha già pensato la vostra amica a quattro zampe!" rispose il direttore con aria irritata.
"Simpatico come un calcio nel..." mormorò il ragazzo; "Tesmeria ci ha dannatamente preceduti."
"Ha detto anche che si trova al suo bar preferito se la cercate! Questo è quanto!" aggiunse l'uomo, mentre timbrava altri documenti con foga.
"E va bene, ce ne andiamo..." sospirò Germain, alzando le mani ed indietreggiando...
Per poi girarsi altrove e mormorare qualcosa che Vi comprese dal labiale come:
"Avaro taccagno."
"Quindi dobbiamo andare da Micetta?"
"Dovunque sia il suo bar preferito..."
"Ma sì che lo so! Alla fine, i gatti sono abitudinari!" gli fece Violet con una leggera pacca sulla spalla; "Tu seguimi. Basterà farsi vedere da lei, e non ci saranno problemi."
"Nel caso più probabile, basterà seguire la puzza di fumo e alcool." ci pensò su Germain.
"Direi anche di sangue, ma poi mi ricordo che le risse qui non le fanno... oh, beh..." aggiunse Violet quasi annoiata.
"Ma va..." mormorò lui; "Qui se alzi le mani è per bere una tazzina di tè... o se sei un uomo, lavorare nelle raffinerie Hextech come Jayce."
"Beh, tanto ci aspetterà di sicuro!" esclamò lei, dirigendosi verso un Bar non troppo lontano dalla zona in cui erano.
Trovarono all'interno una Vastaya dalle sembianze feline di altezza media con un fisico snello, pelliccia argentata e maculata di nero.
Portava dei pantaloni di pelle marroni abbinati a un corsetto, di cui si poteva notare una camicia a maniche lunghe di colore bordeaux e dei guanti bianchi lunghi sotto al gomito.
Lunghi capelli neri fino alle spalle con delle sfumature bluastre.
Era tutta intenta a mangiare tartine con sopra il salmone con una tazza di tè.
Una delle cameriere, una rossina riccioluta, la avvicinò cortesemente, chiedendole se fosse tutto a posto e se le servisse di riempire la tazza.
"La ringrazio per la sua gentilezza, ma no... tra poco, devo partire in una delicata operazione di cattura con dei miei amici." rispose con tono cordiale e ben impostato la Vastaya.
"Allora vuole che le porti il conto?" domandò tranquillamente lei, reggendo meglio il vassoio per togliere dal suo tavolino i piatti vuoti.
"Non c'è ne bisogno, ho fatto una stima di quello che ho ordinato, il resto è la mancia per il servizio gradevole." rispose Tesmeria, lasciando diverse monete sulla mano della cameriera.
Lei guardò il tutto e sospirò sorpresa.
"Ma... ma è troppo, signorina! Non posso accettare!" balbettò.
Lei tuttavia sorrise.
"Insisto... usali per il tuo futuro, so che sei una persona di buon cuore."
La cameriera rimase senza parole, a stringere quei soldi nelle mani mentre fissava la schiena della donna felina che usciva, lasciando dietro di sé solo il rumore dei campanellini dopo che aprì la porta.
Una volta fuori, la Vastaya si stiracchio la schiena e si mise a controllare il suo orologio da taschino.
"Siete in ritardo di sette minuti e dodici secondi."
"Sai, Micetta? Tenere troppo conto degli orari fa male al fegato! Impara a rilassarti, il tuo fisico ti ringrazierà!" rispose pacatamente Vi, facendo capolino da dietro l'angolo.
"Incredibile, visto che prima volevi pestarmi per aver fatto ritardo per un minuto?" domandò Germain.
"Prima era prima, ora è ora. Zitto, bel faccino! E poi, è diverso se una donna fa ritardo rispetto a un uomo!"
"In effetti, mi è stato insegnato in quel corso di buona educazione che l'uomo non deve mai essere in ritardo... però, non trovo carino che ci sia della perdita di tempo da entrambi i lati. Mi si arruffa la coda al solo pensiero." disse Tesmeria, pensandoci sopra.
"Allora... torniamo al caso, vi va?" chiese educatamente lui; "Tobias Fate e Malcom Graves... sono stati avvistati alla baia di Piltover mentre attraccavano con un peschereccio. Il problema è che i vermetti sono sfuggiti alla vista ed ora vagano chissà dove."
"Tipico di quelle anguillacce..." sbuffò Vi, poggiando l'avambraccio sul muro; "Specie Fate... quello sa davvero rendersi inafferrabile! L'unico posto in cui potrei immaginare siano andati sono i vicoli... ma anche lì..."
"Beh, non è ancora saltato in aria nulla... quindi è una situazione abbastanza stabile. E abbiamo tempo... io consiglierei di provare a beccare il più stupidone dei due."
"Dici Graves? Quello gli fai vedere una bella donna, una bella bottiglia e dei sigari e casca come un pesce lesso... neanche i topi al laboratorio sono così fessi nel cascarci." commentò Tes, mentre si leccava i baffi al solo prospetto di fregare un criminale.
"Prendi Graves e Fate lo attiri dove vuoi..." annuì Germain; "E allora ti fai spiegare come mai sono venuti qui."
"Sì... ma TF non è mai stato un amico di grossa sincerità. Potrebbe persino pensare di abbandonare Malcom così, tanto per diletto."
"Non credo... durante la caduta di Gangplank, ho sentito che Fate stesse cercando di salvare Malcolm." ribatté la Vastaya con un tono pacato.
"Quindi non lo abbandonerebbe... perfetto, allora è un'ottima esca." batté le mani il ragazzo; "Ora, però... non resta che capire dove si trovino, in questo momento."
Tesmeria cominciò a camminare, mormorando su come avrebbero lasciato degli indizi lungo la strada...
Finché, nello svoltare l'angolo, gli altri due la sentirono miagolare e soffiare in maniera strana.
Germain non ebbe nemmeno il tempo di commentare o fare domande che Vi lo zittì con un dito davanti al viso e le labbra allungate in avanti.
Lui sapeva cosa volesse dire:
Da piccoli, Vi la faceva costantemente quella faccia. E se accadeva, era ora di tacere!
"Calma, gattina... siamo solo di passaggio..." commentò la voce di uomo, profonda ma sensuale allo stesso tempo.
"Infatti! Non bisogna scaldarsi tanto!" aggiunse un altra voce maschile più graffiata.
"Li ho trovati! Li ho trovati!" esclamò Tes.
Violet rimase interdetta da quell'esito.
"Aspetta... di già?! Senza neanche buttarla un po' in caciara?! Niente risse?!"
Lasciò allora cadere le spalle, sconfitta.
"Magari non si arrendono di colpo come bravi bambini, ci hai pensato?" le pattò una spalla Germain.
Al che, lei incrociò le dita e chiuse gli occhi, esprimendo speranzosa il desiderio che i due resistessero all'arresto per poterli liberamente picchiare.
Attraversando l'angolo per una delle strade principali, ecco che videro Tesmeria in posizione 'gatto in agguato dal pelo dritto' davanti ai loro due sospettati:
L'affascinante uomo dal bel cappello ed i vestiti firmati, Tobias "Twisted" Fate, e il buzzurro col poncho inguardabile e il sigaro perennemente in bocca, Malcom Graves.
"Guarda, guarda, guarda... abbiamo davanti Tullio e Miguel."
"Chi sarebbero Tullio e Miguel?" chiese Malcolm.
"Ci stanno prendendo in giro... Signore, Signorine... come possiamo esservi d'aiuto?" domandò invece Tobias con fare da seduttore.
"Oh, non so... potreste cominciare tipo, con... SPIEGARE CHE DIAVOLO CI FATE QUI, DOPO QUANTO SUCCESSO ANNI FA?!" andò loro a naso Vi.
I due si scambiarono uno sguardo, prima che Tobias si coprisse gli occhi con la fesa del cappello, girandosi dall'altra parte.
"Avanti, diglielo tu. L'idea è stata tua."
"Ma... BRUTTO INFAME!" si girò Malcom, adirato; "Abbiamo pensato di mollare apposta Bilgewater, o no?! O quello che stava capitando con tutte quelle Mietiture non ti è saltato in testa?!"
"Tra quello è il rischio di essere sacrificati a una qualche divinità Buhru, meglio tenersi lontani... tutto qui." aggiunse Fate con la massima naturalezza.
Vi aggrottò le sopracciglia e incrociò le braccia.
"Vorreste farci credere che NON siete qui per rubare."
L'uomo col cappello fece una falsa reazione di shock.
"Rubare? Che brutta parola. Noi semplicemente siamo... nel campo del riciclaggio di oggetti. Le cose che alla gente non servono più le prendiamo e le riutilizziamo."
"Sì... come i soldi nelle banche!" esclamò Graves; "O l'oro! AHIO!"
Si interruppe quando una fitta al piede destro non lo sorprese:
Tobias l'aveva appena calpestato.
"Ma sei scemo?! Quello è il mio piede!" gridò l'uomo barbuto, quasi piagnucolando, per poi girarsi verso Violet quando la sentì schiarirsi la gola.
"Quindi siete qui per continuare COMUNQUE i vostri affari illeciti, EH!?"
L'espressione della ragazza era al limite dell'arrogante e minaccioso, mentre si reggeva le mani sui fianchi.
"No no no, assolutamente, signorina." cercò di tranquillizzarla Fate, mostrandole i palmi delle mani e sorridendo; "Quando siamo venuti qui, abbiamo deciso di cambiare registro."
"Ovvero?" chiese Tes.
"Una bisca in cui qualunque poll... er, cliente potrà venire a giocare e scommettere soldi, per dirne una. Rotte... secondarie di beni di importazione fra la città di sopra e i vicoli per dirle un'altra."
"Quindi... un attività di casinò truccati e contrabbando di merce Hextech e Chemtech?" domandò Germain.
I due si congelarono di colpo, con Fate che fece spallucce e sospirò.
"Io ci ho provato."
"Io dico di fiaccarli e di farci dare ulteriori informazioni." commentò Tes, preparandosi ad arrestarli.
"Oooh, è questa la parte che mi piace di più del mio lavoro." sogghignò Vi, già pronta a menare le mani.
"Contate che, in questo momento, noi-Ci vediamo!"
In mezzo secondo, ecco che Fate usò una carta nascosta per teletrasportarsi via da lì, lasciando Graves nelle grane.
"FIGLIO DI...!" imprecò a gran voce Malcolm, pestando il piede con rabbia.
Anche la donna dai capelli rosa non fu da meno.
"Ah, no! Non mi scappi mica! Lo troverò, lo stronzo!"
"Prima di tutto... prendetelo!" esclamò Germain, indicando Malcom.
Lui per poco non perse il sigaro dalla bocca...
Solo per girarsi e cominciare a scappare comicamente, inseguito da Tesmeria.
Quest'ultima cominciò ad attivare un meccanismo da dentro i guanti, che si illuminarono, facendo poi un gesto particolare come se dovesse acchiappare qualcosa nell'aria.
Graves non capì subito, ma si sentì fiacco, come se avesse corso per chilometri.
"Tobias... se mi senti... vaffanculo..." mormorò a denti stretti...
Solo per poi cadere in ginocchio e notare Germain correre sopra ad un tetto usando rapidamente degli appigli presenti in uno dei vicoli.
"L'ho visto! Non mi scappa!"
"Vai tranquillo! È sotto la mia zampa!" esclamò in risposta Tesmeria, mentre tirava fuori delle manette per arrestare Graves.
"Bel lavoro, gattina!" si congratulò Vi con una pacca sulla spalla; "La prossima volta, però, lasciami anche qualcosina, eh? Sai, qualcosina per... insomma... menare un po' le mani, eh? Beh, suppongo potrei rifarmi con Mr. Cappellino?"
Tes cominciò a fare le fusa per la contentezza.
"Prova... Twisted Fate è di sicuro più furbo..."
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Enemy in a Mirror: A League of Legends Story
AdventureAnno 990 dalla Fondazione dell'Impero di Noxus. Con la caduta del Generale Boram Darkwill dal trono e la promulgazione del Trifarix, il Gran Generale Jericho Swain porta una nuova era nell'Impero, mentre i suoi nemici temono quale possibile risvolto...