Ricordi

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L'auto di Robin puzza ancora dell'ultima volta che hanno fatto sesso là dentro. Erano sui sedili posteriori e Keira aveva guardato fuori dal finestrino per tutto il tempo, mentre Robin ansimava e sbuffava come un maiale, la teneva ferma per i fianchi come se lei non se ne stesse già lì, passiva e immobile. In quei momenti è come se non fosse lei. Come se uscisse dal corpo e osservasse la situazione da estranea, mentre Robin fa il suo sporco lavoro e lei non dice niente.

E ora, beh, ora è la stessa identica cosa. Keira sta accarezzando sovrappensiero i capelli rossicci di Robin; li intreccia tra le dita, mentre il ragazzo le bacia il collo e strofina il naso contro la sua mascella, ancora scosso dall'orgasmo.

«Non ci credo che hai convinto quella ragazzina a uscire dalla roulotte, ieri,» esclama Robin. «Ma hai visto la faccia che ha fatto Ben quando hai detto che era un profeta?»

Dopo il ritrovamento dell'unica sopravvissuta all'incendio di quella sottospecie di setta, Keira aveva deciso di ospitarla a casa, rifilando ai suoi, che comunque erano sempre a lavoro, una banale scusa su un'amica venuta a trovarla per l'estate. Le aveva prestato i suoi vestiti, anche se le andavano un po' grandi, le aveva fatto usare il bagno del piano di sopra e l'aveva fatta dormire del sacco a pelo che in genere usava June quando si ritrovavano da lei. E per un po' si era sentita a posto con la coscienza.

«Non era difficile, siete voialtri ad avere la sensibilità sotto i piedi,» esclama Keira, mentre si abbassa la maglietta di scatto, come se si fosse appena resa conto di essere mezza nuda davanti a Robin, che invece si mette a ridere come un idiota, confermando la sua affermazione di poco prima.

«E adesso? La terrai a casa come un animaletto domestico, e poi che succederà?»

Keira alza le spalle e prende una sigaretta che Robin le sta offrendo.

«Non ne ho idea. Appena si sarà ripresa un po' voglio parlarle. Voglio arrivare fino in fondo a questa storia della setta.»

«Come ti pare, Nancy Drew,» fa Robin, incrociando le braccia dietro alla testa. «Almeno tu non sei impazzita del tutto come June.»

Keira accenna una risatina: «Guarda che tra noi due sei tu quello che assomiglia di più a Nancy Drew».

Robin sposta lo sguardo verso di lei, portandosi una mano tra i capelli con aria offesa; nonostante l'osservazione di Keira non sia di scherno, il colore dei propri capelli è un argomento delicato per lui, dopo aver passato anni a vergognarsene per qualche strano motivo.

«Comunque, non vedo perché dovremmo occuparcene noi,» esclama dopo qualche secondo di silenzio, sbuffando fumo dappertutto. «Dovevamo mollarla alla prima stazione di polizia e scappare di corsa.»

«E invece dobbiamo farlo,» ribatte caparbia Keira. «Nessuno ha fatto niente fino ad ora. A nessuno importa abbastanza per indagare.»

Robin vorrebbe dirle che la regola non scritta da quelle parti è proprio quella: farsi gli affari propri. Ma alla fine decide di far cadere lì la conversazione, e si limita a borbottare un come ti pare, mentre stringe tra le labbra la sigaretta.

Keira guarda davanti a sé mentre Robin si allaccia la cintura. In un eccesso di sicurezza cerca di fissarla all'ultimo buco, e di conseguenza la pancia gli sporge ben oltre i jeans. Imbarazzato, si affretta ad allentarla, ma l'altra sembra essere così presa dalla faccenda della setta che non se ne accorge nemmeno.

«Dobbiamo riunirci di nuovo al più presto. E deve esserci anche Florence. Possiamo provare a farci raccontare tutto, in fondo qualsiasi cosa ci dirà sarà un passo avanti.»

«E va bene. Tanto lo sai che riusciresti a convincermi di fare qualsiasi cosa,» esclama Robin, poi si sfiora una guancia e si rende conto di avere un nuovo brufolo. Cercando di centrare il riflesso della guancia nello specchietto retrovisore, prova a schiacciarlo.

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