Ben deve ammetterlo, gli piace l'estate. In particolare i tardi pomeriggi estivi.
Forse non va molto d'accordo con il suo personaggio di adolescente perennemente incazzato col mondo, ma è una cosa che ha sempre pensato: c'è questo particolare mix di angoscia e malinconia, una sensazione irripetibile, che si può sperimentare soltanto nelle serate estive.
E questa, forse, è la stessa sensazione che prova proprio adesso, mentre si veste nella stanza di Robin e poi si guarda allo specchio. Ben osserva la sua figura vestita di tutto punto e non capisce se gli faccia più schifo la sua faccia o il completo che ha addosso. Forse entrambe le cose. La camicia gli sta larga e mette in risalto la sua carnagione pallida - da Zombie, pensa con una certa ironia - i pantaloni sono quelli del tipo che indossa suo padre, e per finire il gilet, abbottonato solo per metà, più che un uomo elegante lo fa sentire una sorta di giullare medievale.
«Non stai male,» Robin sbuca dietro di lui, osservandolo tramite lo specchio. Sembra aver letto la sua faccia, a metà tra il nervosismo e l'orrore. «È solo... strano, vederti così. Molto strano.»
Ben si volta verso l'amico, rivolgendogli un'occhiataccia. Robin è vestito quasi come lui, ma ha la camicia tutta stropicciata e fuori dai pantaloni da un lato, i primi bottoni slacciati e una giacca troppo grande con le maniche arrotolate. È a metà tra avere stile ed essere un completo disastro, e Ben sa perché è conciato così.
«Sei stato di nuovo da Scott?» domanda snervato Ben. Alla risposta affermativa di Robin, aggiunge: «Pensavo se ne fosse già andato».
Lui scuote la testa, passandosi una mano sul viso e sulle occhiaie gigantesche che si ritrova. Prega tutte le divinità dell'universo che Ben non si accorga che ha pianto come una ragazzina per tutta la strada del ritorno, quand'era passato a prenderlo per prepararsi insieme.
A un certo punto stava anche sbandando, era quasi andato fuori strada. Un autista incazzato lo aveva fermato e si era messo a sbraitare contro il suo finestrino, e Robin si era voltato verso di lui con le cascate del Niagara che gli colavano giù dagli occhi.
«Scusa, amico,» aveva detto tra i singhiozzi. «Non ci vedo bene in questo momento.»
Robin scuote la testa, cercando di liberarsi di quei pensieri che lo fanno star male.
«In realtà ho fatto appena in tempo a salutarlo,» dice piano. «È un vero peccato che non siate riusciti ad andare a trovarlo nemmeno una volta,» aggiunge con una punta di risentimento.
«E Keira?» domanda Ben, provando ad annodarsi la cravatta, senza troppo successo. «L'ha lasciato andare via senza dirgli niente?»
Rob annuisce: «Le conveniva così, non credi?» Stringe le labbra, gli angoli si piegano appena all'insù, in un sorriso che non ha niente di vero né spontaneo. «Scott sapeva tutto, ma non ha mai voluto dire niente a riguardo.»
«E quindi è finita nel nulla, tra quei due.» Ben accenna una risatina: «Che coglione».
«Già,» dice Robin con voce spezzata, mentre di nuovo sente le lacrime salirgli agli occhi. Ormai è il suo meccanismo di difesa per ogni volta che qualcuno nomina l'amico. «Un vero idiota.»
I minuti successivi li passano in silenzio, Ben piega i vestiti che aveva prima, posandoli nello zaino, mentre Robin prende un tubetto di gel per capelli e inizia a pettinarseli all'indietro, suscitando una reazione di puro orrore da parte dell'altro.
Nonostante il vicendevole imbarazzo di vedersi vestiti così, Robin sembra trovarsi a suo agio conciato in quel modo, come se sentirsi adulto gli conferisse più potere. Per qualche motivo sa anche come annodare perfettamente la cravatta e ci tiene a farlo davanti a Ben, che invece si è arreso al primo tentativo. Dopo averla allacciata per bene, la allarga di proposito, come se avesse deciso di mantenere quell'aspetto trasandato anche per la festa.
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Favole dalla Discarica
General FictionQuando Ben torna dopo un anno di assenza a casa, si aspetta di ritrovare la Città così come l'aveva lasciata l'anno prima: un deserto di fabbriche e inquinamento, strade asfaltate per metà e rifiuti ovunque. Si aspetta di ritrovare i suoi amici, e s...