CAPITOLO 13

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Altri 3 mesi erano passati. Eren e Levi erano sempre più affiatati, stavano bene insieme, la loro relazione andava a gonfie vele e al Paradise andava tutto per il meglio.

Levi:" dai Eren, sennò arriviamo in ritardo"
Urlò dalla cucina, continuando a controllare l'orologio e notando che segnava le 17.45.

Eren:" arrivo arrivo"
Disse scendendo le scale

Levi:" ho visto bradipi fare scatti migliori"
Disse ironico nei confronti del compagno.

Eren:" ho una brutta influenza su di te"
Controbattè ridacchiando.

E così si avviarono al Paradise. La sera passò tranquilla, monotona, una cosa però cambiò.

3 giorni prima entrambi i fidanzati, all'insaputa dell'altro, avevano chiesto ad Erwin di poter essere sostituiti dalle 11.30 in poi. Il biondo aveva risposto che non ci sarebbero stati problemi e così ottennero quelle ore di uscita.

Il primo ad abbandonare il locale fu Levi. Raggiunse nuovamente casa sua e si cambiò, mettendo un completo elegante formato da pantaloni, camicia, gilet, dei guanti ed un fazzoletto al collo.

Pochi minuti dopo fu Eren a raggiungere casa sua. Anche lui doveva cambiarsi e si mise dei pantaloni eleganti, camicia, gilet, giacca, cravatta e guanti.

Si avviarono, attraverso strade diverse, verso il Demon Dust.

Quella sera, c'era qualcosa di strano nell' aria. Un vento abbastanza forte entrava da vari punti, all'interno della città. Durante i seguenti 3 mesi non erano riusciti a capire chi fosse il secondo sicario, ma qualcosa gli diceva di andare comunque al capannone.

Tutto taceva. Un nero inquietante come l'oblio avvolgeva il luogo. Entrarono, sfalsati di qualche minuto, facendo cigolare leggermente una porta. All'interno, il buio vinceva su tutto. Solo una piccola finestra in alto, faceva entrare un piccolo e fievole fascio di luce.

Levi, andò a posizionarsi all'estrema destra del capannone, mentre Eren a sinistra, entrambi ancora nell'ombra.

Al di là del fascio di luce una sagoma si muoveva leggermente. Si poteva vedere la forma di un cappello da cowboy, portato da una figura abbastanza alta e muscolosa.

Kenny:" Re Di Cuori....Vedova Nera, grazie di avermi onorato della vostra presenza"
Disse l'uomo con voce roca.

Solo in quel momento i due sicari capirono di non essere soli.

Si sentirono il solito suono di quando si toglie la sicura ad una pistola, dopo di che, entrambi gli uomini fecero un passo nella luce, ritrovandosi con la pistola reciprocamente puntata contro.

Le vere identità. Mesi a cercarsi per poi venire a scoprire che chi dovevano uccidere era la persona che amavano.

Kenny:" ebbene sì, Levi è Il Re Di Cuori, mentre Eren è La Vedova Nera. Siete fidanzati vero? Non importa. Ora però dovete adempiere al vostro dovere di sicari. Dovete portare al termine il lavoro"
Disse ridendo.

Eren:" almeno spiegaci perché hai fatto tutto questo"
Disse il castano digrignando i denti.

Kenny:" hai ragione caro Eren, vi spiegherò come tutto è iniziato. Perché volere la morte di Eren Jeager? Semplice, tuo padre. Un pezzo di merda come pochi altri. Sai cosa faceva tuo padre? Probabilmente no, non l'hai mai conosciuto. Chissà se Leviuccio ti ha detto che lavoro faceva sua madre. Beh te lo dirò io...la prostituta. Levi, è un incidente di percorso. Non sarebbe dovuto nascere. Un cliente la mise incinta e dopo di che l'abbandonò. Due anni dopo la nascita del figlio, si ammalò. E ora la tua domanda sarà...cosa c'entra tutto ciò con mio padre, cosa c'entra con Grisha Jaeger? Era il proprietario del bordello dove lavorava mia sorella! La mia unica famiglia! Sapeva che era malata, più volte Kuchel gli aveva chiesto delle cure, un qualcosa, ma quel bastardo non ha mai fatto niente per cercare di aiutarla. Tu non c'entri niente è vero, ma quell'infame è morto e non è stato per opera mia...ho un vuoto ora dentro. Venni a scoprire per puro caso la tua esistenza e attraverso i miei scagnozzi scoprì la tua seconda identità. La Città Sotterranea è il mio campo di gioco, so tutto di tutti, non puoi sfuggire. Passiamo ora a mio nipote? Sai che tuo padre è tornato? No, ovviamente no. Anzi sarebbe meglio dire era tornato. E sapevi che gli escono le ricchezze anche dal buco del culo? Si, è ricco sfondato. È tornato per vederti e ti ha trovato. L'ho ucciso, per vendetta personale e dopo di che ho cercato di prendermi tutti i suoi averi, ma ha lasciato tutto al suo unico figlio, nonché al più piccolo degli Ackerman.  Devi morire. Io, tutti quegli averi li voglio come risarcimento e oltre tutto il fatto che tu pian piano, Re Di Cuori, stia iniziando a superarmi mi dà una motivazione in più per volerti uccidere. Spero non ti dispiaccia. Sapevo perfettamente che non sareste stati in grado di arrivare alle vostre vere identità. Su questo mi hai deluso Levi, te l'ho sempre detto che i sentimenti ti portano solo alla morte, sono un peso di cui non possiamo avere carico noi Ackerman."
Finì il discorso ridacchiando.

I due si guardarono, erano pallidi cadaverici, immobili. Due statue. Tante cose erano state rivelate. Eppure la cosa che gli faceva più paura era il fatto che se si stessero puntando l'arma contro.

Levi:" potevi ammazzarci te, perché hai messo in ballo i sicari?"
Chiese incazzato.

Kenny:" ma dove sarebbe stato poi il divertimento?"
Rispose con una risata malata.

Kenny:" sai Levi, non mi aspettavo di meno da te. D'altronde...buon sangue non mente mai. Devo essere sincero però, mai mi sarei aspettato che tu mi superassi così in fretta. Rispondi ad un mio quesito però. Cosa nei fai dei cuori?"
Chiese interessato.

Levi:" li metto sotto vetro e li colleziono"
Rispose tranquillamente.

Kenny:" magnifico magnifico, sei un Ackerman puro sangue. Mio nipote ovviamente"
Rispose continuando a ridere.

Tornò poi tutto d'un tratto serio.
Kenny:" ora però passiamo all'atto finale"
Disse riferendosi alla loro imminente morte

Gli sguardi dei due fidanzati si incrociarono. All'interno dei loro occhi si poteva notare paura ma allo stesso tempo amore. Un amore che non sarebbe mai sparito.Al capannone c'era un'aria talmente pesante che ad entrambi, sembrava di non poter più respirare. La pressione aumentò, molto lentamente, sul grilletto della loro pistola. Sempre di più. Kenny nel mentre rideva.

Il silenzio regnava sovrano quella notte al Demon Dust ed anche in tutta la città sotterranea. Solo dal Paradise si poteva sentire le musiche che i ballerini ballavano. Risate all'interno di quel locale che, nonostante tutto gli aveva regalato ad ognuno di essi l'amore. Chi prima, chi dopo.

Il vento si era placato, come la quiete prima della tempesta. Un'insolita calma avvolgeva l'atmosfera della città.

Tutto ciò che si poté sentire dalle abitazioni vicine al Demon Dust, fu il suono di uno sparo....anzi due, che si univano.

Rubini RossiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora