Capitolo 11

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- L'ho detto? -

Inizio a fare il finto tonto e la prendo un po' in giro. Non voglio che il suo sorriso, il più bello che abbia mai visto, vada via perciò cerco di farla divertire.

- Si, l'hai detto. -

- No, ti sbagli io non ho detto niente. -

- Invece si. Non negare l'evidenza. -

Conclude Maddy in tono ancora più divertito e puntandomi l'indice contro il petto che si alza e si abbassa molto velocemente sotto il suo delicato tocco, a causa del respiro corto che la ragazza mi provoca.

- Si, va bene. Lo ammetto. -

Dico rassegnato con un ghigno mentre Maddy non smette per un secondo di sorridere e posso notare le sue guance colorarsi di un rosso acceso.

È ancora più bella quando arrossisce.

- Forse è meglio che torniamo di sotto. -

Riprende a parlare Maddy, guardando davanti a sé e continuando sempre a sorridere.

- Aspetta, ti aiuto ad alzarti. -

Mi rimetto in piedi, poi le prendo le mani, che sotto al mio tocco sono così soffici e piccole, e la alzo delicatamente.

Ci troviamo a pochi centimetri di distanza l'una dall'altro e posso percepire il suo cuore battere così veloce e così forte contro il mio petto che potrei giurare che in questo momento lei sta provando le stesse emozioni che sto provando io.

Essendo un po' instabile, Maddy si aggrappa alle mie braccia, sui miei bicipiti che, appena le sue piccole e affusolate dita li sfiorarono, si contrassero provocando un suo sorriso.

Prendo il suo mento con l'indice e il pollice e, molto delicatamente, le alzo la testa così che il mio sguardo sia dritto nel suo, ma per sfortuna porta ancora gli occhiali non permettendomi di vedere quegli occhi misteriosi che devono essere proprio belli.

Lei si lascia fare, si lascia trasportare dal momento perché, nel profondo, sento che è quello che vuole anche lei.

Mi avvicino, lentamente alle sua bocca, facendo sfiorare prima i nostri nasi per poi far sfiorare leggermente le nostre labbra.

Io bramo le sue da questa mattina.

È una delle prime cose che mi hanno colpito di lei, il suo sorriso, le sue labbra così dannatamente perfette.

Muoio dalla voglia di assaporarle.

Quando faccio per incollare del tutto le sue rosee labbra con le mie, torturate e calde in contrasto col piercing freddo, la porta della camera si apre improvvisamente provocando un allontanamento immediato da parte mia.

- Maddy, mamma e pa.. -

Entra Jenna e subito si blocca alla vista di noi due così vicini.
Le mie guance vanno a fuoco, diventando sempre più rosse e calde.

- Scusate, non volevo interrompervi. -

- Invece l'hai fatto, certo che bussare proprio non si usa! Cosa volevi dirmi? -

Inizialmente arrabbiata ma alla fine desolata e quasi sconfitta, Maddy parla con la sorella mentre io rimango fermo, immobile perché troppo imbarazzato.

- Mamma e papà sono usciti per un imprevisto nel lavoro. -

- Va bene. -

- Credo sia meglio che io vada, si è fatto tardi e non vorrei far preoccupare mia madre. -

Asserisco molto gentilmente, cercando di tirarmi fuori da questa situazione particolarmente imbarazzante, lasciando che le due sorelle parlino tranquille.

- Ehm, ok. Ti accompagno alla porta. -

Il tono di voce di Maddy è triste e desolato, credo per l'interruzione da parte di Jenna.

Scendiamo le scale e quando arriviamo sul ciglio della porta di casa, mi fermo per poi voltarmi verso la mora che si tiene forte alla porta di legno bianca.

- Grazie per la magnifica serata. -

Le dico sfiorandole la guancia con la mano, che vicino al suo viso sembra così grande, e provocandole un fremito ben visibile. Sorrido per la reazione che ha perché sono io a provocarle questo effetto.

- Grazie a te per essere venuto. -

Mi avvicino e le lascio un dolce bacio sulla guancia mentre appoggio le mani attorno alla sua esile vita. All'inizio Maddy sembrava spaventata poi si rilassò quasi subito.

- L'ho fatto solamente per te. -

Le sussurrai dolcemente all'orecchio, potendo percepire i brividi che le attraversarono la schiena, per poi allontanarmi.

- Aspetta, Luke, non mi hai detto come fai di cognome. -

- Hemmings. Te? -

- Davis. -

- Allora, buonanotte signorina Davis. -

- Buonanotte Hemmings. -

Me lo disse con un sorriso così smagliante che ne rimasi incantato.

Chiuse la porta alle sue spalle e non potei fare a meno di ripensare a tutto quello che è successo questa sera.

Il suo sfogo, il suo aprirsi con me, il nostro 'quasi' primo bacio.

Senza accorgermene arrivo davanti al portone di casa mia, perso in questi pensieri e ricordando il sorriso di Maddy.

Apro con le chiavi cercando di non far rumore, per non svegliare mia madre che sicuramente starà dormendo visto quanto sia tardi, e richiudo ma una voce mi fa sobbalzare.

- Allora, bacia bene? -

- Mamma! -

La rimprovero, primo perché mi ha fatto prendere paura e secondo perché così mi mette in imbarazzo anche se siamo solo noi due.

Le ho sempre raccontato tutto e non le si può nemmeno nascondere una cosa che il giorno dopo la scopre.

La guardo e ha gli occhi lucidi e un sorriso stampato in faccia.

- Non è successo. -

Il mio tono è affranto e triste ma non posso dire di non aver passato una bella serata. È stata magnifica anche perché mi sono avvicinato tanto a Maddy ed è quello che volevo.

Avvicinarmi a lei per farle capire quanto sia importante per me.

I'm a mistake || Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora