Capitolo 20

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- Cosa? -

Luke indietreggia, incredulo delle parole che ha appena sentito pronunciare dalla ragazza in piedi di fronte a lui.

- Luke, sono cieca. -

Il pianto che ha cercato di trattenere la mora, diventa più grande di lei e scoppia.

Le guance del biondo vengono rigate dalle lacrime salate che scendono dai suoi occhi azzurri, improvvisamente diventati più scuri, bui come la vista di Maddy.

- Da quando? -

- Dalla nascita. -

- No, non può essere.. -

- Invece si Luke, non vedo niente. Niente! -

A quel punto i ragazzi con Jenna escono dalla porta e rientrano in garage per cercare di calmare Luke che al momento tira qualche pugno qua e là, per poi stringerli lungo i fianchi e cercando di trattenere un pianto dal quale potrebbe non uscirne più.

- No cazzo! No! -

Il biondo si passa freneticamente le mani tra i capelli per poi uscire dal garage.

- Luke, per favore resta. -

Le parole escono come un sussurro dalla bocca schiusa della ragazza, dopo che le sue gambe hanno ceduto, non sopportando più il peso del suo corpo, e finì a terra, con il viso tra le mani, piangendo.

Luke inizia a correre senza una meta precisa per le strade deserte di Sydney con il tempo che minaccia di piovere. Scappa come Maddy pensava avrebbe fatto. Come tutte le persone che quando l'hanno saputo sono fuggite.

Si allontana lasciando la ragazza in un pianto disperato e sola, come tutti hanno sempre reagito.

Era quello che aveva frenato Maddy. Che aveva fermato l'impulso di raccontare tutta la verità al ragazzo che la fa stare bene in un modo diverso dai suoi amici così di sapere che per un po' non l'avrebbe abbandonata anche se vivere col pensiero di farlo annegare nelle sue domande senza risposte ogni giorno, la divorava e la spegneva perché si sente male quando Luke soffre.

Perché sente che la parte migliore di lei, quella parte che la completa, che le fa sembrare di avere due occhi funzionanti, anche se non è vero, crolla, sprofonda nel buoi trascinandola con lei e sentendo tutti i dolori che prova.

Luke è la sua medicina, i suoi occhi, la mano che la porta via da tutti i brutti pensieri e ricordi dolorosi che non hanno fatto altro che incupire la vita di Maddy fino al giorno del loro incontro.

•LUKE•

No, non può essere!

Non posso crederci! Come ho fatto in questi mesi a non accorgermi di niente!

No, è impossibile!

La prima persona che amo, che mi fa capire il significato della parola 'Amore', che mi fa dimenticare di tutto, del mio passato e mi fa vivere a pieno il presente. La prima persona che fa aumentare i battiti del mio cuore inaspettatamente, con solamente una carezza o con uno sguardo che credevo mi rivolgesse.

Quando aveva la testa girata nella mia direzione credendo che mi stesse guardando mentre dietro a quegli occhiali da sole c'era solamente il buio.

L'unica persona che, anche solo a sfiorarla, scosse infinite mi percorrevano la schiena per prolungarsi in tutto il corpo e i brividi che mi provocava quando si teneva ben stretta a me.

E tutte quelle volte che le nostre labbra si sono sfiorate ma non si sono mai toccate perché c'era sempre qualcuno che ci interrompeva.

Ero troppo perso in questi pensieri per accorgermi che ha iniziato a piovere e ora sta diluviando, ma non mi interessa.

L'unica cosa di cui mi importa veramente l'ho abbandonata in quel garage mentre piangeva e io sono stato troppo fifone per restare anche solo un minuto.

In quel momento mi sono sentito il mondo crollarmi addosso. Scoprire che la persona che ami non potrà mai vederti ti distrugge completamente.

È da venti minuti che corro senza una meta precisa. Corro per le strade deserte di questa città che improvvisamente è diventata così soffocante e l'aria si è fatta più pesante.

Mi maledico mentalmente per averla abbandonata ma se fossi rimasto non so cosa avrei potuto fare.

La rabbia e il dolore si mescolavano e creavano un sentimento che era difficile reprimere quindi, prima che qualcuno si facesse male o succedesse qualcosa di irreparabile, corsi via.

Corsi via da quel luogo che in questi mesi mi aveva regalato momenti meravigliosi. Per esempio quando suonavamo, i sorrisi di Maddy mi illuminavano, la sua risata mi faceva battere forte il cuore.

Ora mi ritrovo tutto inzuppato a causa della pioggia che ricade sulle mie spalle, sui miei capelli, sul mio corpo come i rimorsi che mi stanno divorando per aver lasciato la persona che amo, sola come lei tanto volte mi aveva pregato di non farlo.

Tutte quelle volte che non capivo perché mi diceva quelle parole ma subito deviava il discorso. Ora capisco perché.

Urlo e piango.

Urlo perché la rabbia e il dolore sono troppo forti per tenerli dentro e questo è il modo migliore per esternarli.

Piango perché sono soltanto un codardo che al primo ostacolo, scappa. Ma piango anche perché sapere che Maddy sta soffrendo a causa mia, mi distrugge. Non voglio che stia male. È la persona più importante della mia vita eppure io stesso la sto ferendo. Io, che dovrei tenerla stretta tra le mie braccia per difenderla, per farle capire quanto ci tenga a lei.

Arrivo a casa e mi dirigo in camera mia.

Ma prima che possa fare anche soltanto uno scalino, la voce di mia madre mi ferma.

- Luke cosa succede? Perché sei tutto bagnato? E perché hai gli occhi rossi? Hai pianto? -

Dovrei raccontarle tutto perché sa sempre che consigli dare in tutte le situazioni ma se soltanto aprirò bocca, credo che scoppierò di nuovo a piangere.

Mia madre si avvicina e mi guarda con occhi malinconici. Non credo di avere un bel aspetto.

- Io.. -

Non riesco a pronunciare una parola di più che un singhiozzo mi blocca il respiro in gola e scoppio, nuovamente.

- Shh, calmati. Siediti e spiegami cosa è successo? C'entra Maddy? Avete litigato? -

Non riesco a parlare.
Come se un nodo mi si fosse formato in gola e mi impedisse di far esternare tutti i miei pensieri.

Mi limito ad annuire mentre mi copro il viso con le mani. Non voglio che mia madre mi veda soffrire, ha già sofferto abbastanza in vita sua per colpa di mio padre.

Mi abbraccia, trasmettendomi tutto il calore materno che tanto mi mancava, dandomi la forza e il coraggio per parlare.

- Raccontami, lo sai che sono qui per te. -

- Lei.. lei..-

Singhiozzo e fatico a respirare.

- Tranquillo.-

- Lei è.. è cieca. -

Mia madre spalanca gli occhi e impallidisce improvvisamente, come se avesse appena visto un fantasma.
Faccio un respiro profondo e continuo a parlare.

- Lei è cieca e io sono scappato, l'ho abbandonata, l'ho lasciata sola a piangere. Quando le facevo tutte quelle domande sul perché portasse sempre gli occhiali e cose del genere mi aveva avvertito più volte che sarei andato via da lei, ma io non capivo. Poi oggi mi ha rivelato tutto e ora, perché sono codardo e fifone, sono scappato. Ma io la amo e mi sento uno stupido per non essere restato lì con lei. -

Mi passo più volte le mani tra i capelli bagnati e mi tiro così forte il piercing che mi ferisco il labbro e quasi mi strappo l'anellino di metallo ma non faccio caso al dolore, perché quello che ho dentro è più forte.

- Se la ami veramente, non restare qui, vai da lei, corri. Falle capire che ci sarai per lei, che non l'hai lasciata sola. Perché ora crederà che l'hai abbandonata. -

I'm a mistake || Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora