CAPITOLO 8

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"Ho portato a casa Matthew dall'ospedale e, sapendo che ha l'abitudine di strafare, preferirei che qualcuno lo aiutasse a salire le scale."

Austin Winwood la guardò come se fosse un'aliena. Kaea udì il rumore degli stivali di Matthew sui gradini dietro di lei.

"Ce la faccio da solo."

Lei alzò gli occhi al cielo.

"E poi ti lamenti che io tenga alla mia indipendenza..."

"D'ora in poi, posso aiutarlo io," si offrì Austin. "Grazie per avergli dato un passaggio, ma puoi tornare da dove sei venuta... Mio fratello..."

"Austin... Lei rimane," annunciò Matthew.

Il viso di Austin si raggelò.

"Lei... cosa?"

"Starò qui solo per qualche giorno," si affrettò ad aggiungere Kaea. "Credimi, sono a disagio quanto te, ma vostro fratello ha bisogno di aiuto almeno per un po' e non è giusto che voi vi occupiate di lui quando si è fatto male mentre veniva a trovare me."

Poi si voltò verso Matthew che le teneva una mano sulla schiena.

"Hai un aspetto terribile. È meglio che ti sieda."

"Grazie," disse lui con un filo di voce. "Non avrai intenzione di diventare una donna dispotica che pretende di darmi ordini tutto il giorno, vero?"

Kaea sorrise, allegra.

"Certo che no. Sarò una donna positiva che ti ricorda le cose che devi fare per guarire in fretta. Ricordati, prima guarisci, prima me andrò via da questa casa."

«Se qualcuno si sdraiasse accanto a me, forse riposerei meglio," azzardò Matthew, con voce carica di sottintesi.

Lei sentì un'ondata di calore e una fitta d'imbarazzo, ma rifiutò di darlo a vedere.

"Allora, dobbiamo trovarti un orsacchiotto di peluche."

Lui si mise a ridere, poi sussultò e si tenne le costole.

"Oh, ti prego, se hai pietà di me, non farmi ridere."

"Allora, non cercare di sedurmi quando non riesci neanche a muovere un dito," lo rimproverò lei in tono gentile.

"Piccola," replicò Matthew con una luce pericolosa negli occhi, "non dire così. È come sventolare una bandiera rossa davanti a un toro."

Kaea si sforzò di mantenere la calma.

"Non voglio assolutamente svegliare il toro che c'è in te."

Così dicendo, si voltò verso Austin che continuava a guardarla con freddezza.

"Credo che dovremmo metterlo a letto. Lo aiuti?"

Austin era muto, gli occhi sospettosi. L'impazienza di Kaea raggiunse il limite.

"Okay... Ne ho abbastanza di questa ondata di gelo che arriva da parte tua. Non sono qui per fare del male a nessuno. Sono stata sincera e ti ho detto la ragione che mi ha portata in questa casa. Perciò non riesco a capire cosa ti preoccupa? Hai paura che vi accoltelli nel sonno? Sfortunatamente, non sono agile come una volta e sono sicura che mi sentiresti avvicinare."

"In realtà, mi preoccupa cosa faranno i tuoi fratelli quando scopriranno che sei qui..." disse Austin.

"Non sanno che sono qui. Mio fratello Blaze e la sua famiglia sono andati a New York e Hunter abita a Forth Worth. Inoltre, sono persone civili. Non sarebbero capaci di..."

UN AMORE MIRACOLOSODove le storie prendono vita. Scoprilo ora