Capitolo 3

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3.

Il mio primo ricordo risale al giorno in cui le guardie del re mi trovano nella foresta.

Ho sei anni, credo. Sola, completamente nuda e immersa nella neve fino alle ginocchia. Cammino lentamente, meravigliata dalla sinuosa danza dei fiocchi di neve che cadono giù e da come la luce dell'alba li fa risplendere.

Il rumore degli zoccoli mi fa voltare verso i sei uomini a cavallo che si avvicinano a me.

"Capitano, c'è una bambina qui!" urla il primo della fila.

Tutti i cavalli si fermano, tranne uno che continua a venirmi incontro. L'uomo in sella, con folti baffi biondi e le guance arrossate dal freddo, mi guarda per qualche secondo senza proferire parola, dopodiché scende in tutta fretta dal cavallo.

"Santo cielo!" esclama, "Cosa ci fai in mezzo alla neve senza uno straccio di vestito addosso?"

Si toglie il pesante cappotto, rabbrividendo, e si avvicina per avvolgermelo attorno.

"Starà morendo di freddo, capitano!" commenta un ragazzo giovane, coi ciuffi di un rosso carota che spuntano dal berretto di lana. "Dobbiamo portarla a palazzo prima che congeli."

Non ho bisogno del cappotto, perciò tento di restituirlo al capitano, ma quello lo stringe attorno a me e mi prende in braccio.

"Voi due restate qui e cercate i genitori!" ordina a due dei suoi uomini, mentre mi porta verso il cavallo. Mi fa sedere sulla sella e poi sale dietro di me.

"Tranquilla" mormora. "Sei al sicuro adesso."

Attorno a me la neve continua a cadere, e il mio mondo prende vita.

*

Sono avvolta nel cappotto del capitano quando entro a palazzo.

Ad attenderci vi sono inservienti e camerieri che si danno da fare per accogliere le guardie. Appena mi vedono, sgranano gli occhi e si affrettano verso di me. Il capitano mi tiene in braccio, non mi lascia andare un secondo.

"Oh, povera bambina!" esclama una donna corpulenta dai lineamenti dolci. "Cosa succede? Dove sono i suoi genitori?"

"L'abbiamo trovata nella foresta, Madama Erine" spiega il comandante. "Sola e nuda in mezzo alla neve. Non so neanche come faccia ad essere ancora viva."

Finalmente l'abbraccio del capitano si scioglie, e in un attimo mi ritrovo in braccio a Madama Erine, che mi scruta ad occhi socchiusi.

"Ha la pelle calda" mormora appena, toccandomi la fronte, poi mi guarda addolcendo gli angoli degli occhi. "Come ti chiami, tesoro?"

Non conosco la risposta alla sua domanda, perciò resto zitta.

Madama Erine continua a guardarmi, poi mi rivolge un sorriso dolce. "Non preoccuparti, troveremo la tua mamma e il tuo papà. Ora però andiamo a farci un bel bagno caldo, sei d'accordo?"

"Devo portarla dal re, Madama Erine." la interrompe il capitano.

La donna gli rivolge uno sguardo duro. "Davvero pensi di portarla dal re in questo stato? Senza neanche vestirla?"

Il capitano arrossisce e inizia a borbottare. "Ma è la prassi..."

"Al diavolo la prassi" sbotta Madama Erine. "Parlerò io con il re. La bambina ha bisogno di un bagno caldo e di vestiti. Poi potrà vedere il re."

Di Ricordi SospesiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora