Capitolo 10

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10.


Dobbiamo fermarci un paio di volte lungo la strada perché Ryu non riesce a sopportare la macchina, ma alla fine arriviamo alla spiaggia.

Mentre passiamo accanto a una grotta e continuiamo lungo la riva, Ryu si guarda attorno e aggrotta le sopracciglia. "Perché non ci fermiamo qui? Mi piace questo posto."

Osservo le onde infrangersi contro la sabbia e rispondo: "Questa spiaggia è stata chiusa molti anni fa. Dicono vi sia annegata una bambina. Da allora il sindaco, amico dei genitori della bimba, ha deciso di chiudere la spiaggia." Alzo la mano per puntare il dito in lontananza. "Conosco un'altra piccola spiaggia più in là. Anche lì non c'è quasi mai nessuno. E il vento non è così forte."

Lo vedo guardare in lontananza, verso le alte onde dell'oceano. "Qualcuno è in piedi in mezzo all'acqua."

Volto subito lo sguardo verso l'oceano e noto che qualcuno sta facendo surf. "C'è sempre qualcuno che infrange le regole." commento, e continuo a camminare.

Arriviamo alla spiaggia in pochi minuti. Oltre a noi c'è solamente una coppia con una bambina piccola. La bimba sta giocando con la sabbia assieme alla madre, mentre il padre legge un libro.

Ci mettiamo distanti da loro e io tiro fuori un telo dallo zaino, poi guardo Ryu. "Tira fuori il tuo asciugamano."

Ma lui mi rivolge un sorriso sbarazzino e lascia cadere a terra lo zaino che porta in spalla. "Non l'ho portato."

Porto entrambe le mani sui fianchi e lo guardo con disapprovazione. "Bugiardo"

Lui ride. "Oh, ne dubito. I Fae non possono mentire."

Stringo gli occhi mentre cerco di scovare il segno di una bugia nel suo sguardo. Rinuncio dopo un attimo e sospiro.

"Va bene, condivideremo il mio. Hai almeno messo il costume come ti avevo detto?"

Annuisce.

Mi sposto e mi tolgo i vestiti, lasciandoli cadere sulla sabbia. Nel momento in cui rimango in costume, mi volto verso di lui e lo trovo a fissarmi.

"Cosa c'è?" chiedo, leggermente imbarazzata.

Lui fa spallucce. "Niente... sono solo contento di essere venuto qui con te."

Mi siedo sul telo, tirando fuori la crema solare dallo zaino. "A proposito di questo. Perché hai insistito per passare una giornata da soli?"

Lui si toglie la maglietta e i pantaloncini, rimanendo in costume. "Nessun motivo in particolare. Voglio solo passare del tempo da solo con te."

Si siede accanto a me mentre io mi spalmo la crema sulle gambe. "Posso farti una domanda?" chiedo, e lui annuisce. "Perché mi hai dato il diario di Shira... ma non mi parli mai dei miei ricordi perduti?"

Il volto del ragazzo si fa di nuovo triste, ma non risponde.

Metto via la crema e lo guardo negli occhi. "Sono seria. Perché non mi racconti di ciò che ho dimenticato, invece di aspettare che io recuperi i miei ricordi da sola?"

Lo vedo distogliere lo sguardo, per rivolgerlo all'oceano. Attende qualche secondo prima di rispondere. "Non è facile, per me."

Aggrotto la fronte, incuriosita. "Cos'è, a non essere facile?"

"Parlare." risponde. "Di noi. Della mia vita. Di ciò che ho lasciato nella mia dimensione."

I suoi occhi continuano a non guardarmi ma io riesco a vedere la sofferenza farsi strada fra i suoi lineamenti.

"Perché è così importante che io torni? Non hai qualcuno che ti aspetta, laggiù?"

Una risata amara si libera dalla sua gola, come se fosse rimasta incastrata troppo a lungo. "Ci sono moltissime persone che mi aspettano." mi rivela. "Ho delle responsabilità nei loro confronti. Le ho lasciate senza una guida in un momento molto delicato."

Un parte di me vorrebbe fermarsi e smettere di fare domande. Vorrei fingere di non essere curiosa, di non voler avere nulla a che fare con tutto questo. Ma qualcosa mi spinge a continuare, a chiedere ancora, e ancora, e ancora.

"Perché hai lasciato tutto pervenire qui? Perché vuoi portarmi là?" E poi trovo il coraggio di chiedere: "Perché me?"

Lui si gira finalmente verso di me. Mi guarda con occhi leggermente socchiusi, due fessure luccicanti che mi scrutano dentro, scavano fino a farmi sentire vulnerabile, un castello di sabbia in balia delle onde del mare.

"Sei sempre stata tu." mormora. "Quando ero un bambino viziato e capriccioso e volevo sempre vincere ad ogni costo contro di te, ma tu mi battevi sempre." Sorride appena, come richiamando alla mente qualcosa di dolce. "Quando mi cacciavo nei guai e tu mi coprivi per non farmi finire in punizione, o rimediavi ai miei danni prima che qualcuno mi scoprisse. Quando stavo male ed eri lì a prenderti cura di me. Quando mi rimproveravi per i miei errori e mi spronavi a migliorarmi. Quando mi insegnavi a non giudicare dalle apparenze, a non covare rancore, a non pretendere di sapere sempre tutto." Si ferma un secondo, solo un attimo di pausa prima di sussurrare: "Sei sempre stata tu il motivo di ogni mia scelta. Ogni mia azione, ogni sbaglio, ogni rimedio. Tu sei ciò che ho scelto per me, la donna che ho voluto accanto per tutta la mia vita e con cui ho scelto di condividere tutto." Nota la mia espressione frastornata e distoglie lo sguardo, per puntarlo verso la sabbia. "Non mi aspetto che tu capisca." mormora. "Se non puoi ricordare, tutto ciò che provi per me non l'hai mai provato."

Sento le mani formicolare e gli occhi bruciare. "Mi dispiace" sussurro. "Non credo di essere la persona che cerchi."

Lo vedo chiudere gli occhi e deglutire, come a riprendersi da qualcosa di inaspettato. Sto per dire qualcosa, qualsiasi cosa che lo faccia sentire meglio, quando il mio cellulare squilla.

Esito per qualche secondo, poi lo afferro e rispondo senza neanche guardare chi è. "Pronto?"

"Amber! Dove sei? Michael ha detto di essere passato a casa tua ma di non averti trovato."

"Ciao Taylor" la saluto. "Sono in spiaggia con Ryu, mi ha chiesto di..."

"Spiaggia? Intendi quella del Lago o quella dell'oceano?"

"Dell'oceano, ma..."

Taylor m'interrompe con un "Perfetto, a fra poco!" e mi chiude la telefonata in faccia. Io allontano il cellulare dall'orecchio e lo guardo, stordita.

"Che voleva?" mi chiede Ryu, curioso.

"Ah..." Uno strano presentimento si fa strada fra i miei pensieri e il senso di colpa mi assale. "Mi ha chiesto dove fossi... e poi ha semplicemente chiuso la telefonata."

Ryu mi fissa dubbioso. "Non starà venendo qui, vero?"

Alzo le spalle in un gesto di scuse. "Non ne ho davvero idea, Ryu."

Il ragazzo sospira e si porta una mano fra i riccioli scuri, scuotendo la testa. "Un giorno. Chiedevo tanto?"

"Magari ho frainteso." dico, ma ci credo poco anche io.

"Lascia stare" esclama lui, poi si stende sul telo e chiude gli occhi. "Godiamoci la pace prima che arrivi"

Mi stendo anche io, pregando con tutto il cuore che non succeda quello che temo. Nel frattempo, tiro fuori il diario di Shira dallo zaino e mi immergo nel suo mondo. 

Di Ricordi SospesiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora