Capitolo 8

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***

8.

Sto ancora cercando di allacciare il vestito da sola quando mi trovo Ryu davanti.

Sobbalzo per lo spavento e mi tengo il vestito stretto al corpo. "Ryu! Cosa ci fai nella mia stanza?"

Ormai ho imparato ad aspettarmi le sue visite a sorpresa, ma pensavo che si stesse preparando anche lui per il ballo di questa sera. Invece è già perfettamente vestito e pettinato. Indossa una camicia di flanella che cade morbida sul suo corpo e un paio di pantaloni marrone scuro che gli fasciano le gambe.

Negli ultimi due anni, il suo corpo è cambiato. A tredici anni era ancora un ragazzino magro e allampanato, con i capelli sempre spettinati. Ora invece, quando scappiamo dal castello per andare a fare il bagno al fiume, a volte mi incanto a guardare il modo in cui i suoi muscoli guizzano sulle spalle quando si piega a slacciarsi gli scarponi. Ora è molto più alto, più definito, più imponente. Le sue braccia sono forti e non riesco più a batterlo quando lottiamo l'uno contro l'altra. Anche i suoi occhi sono di un verde più profondo, e a volte mi guarda in un modo strano, che mi fa rabbrividire.

"Sono venuto a dirti che fuori c'è una pioggia di stelle cadenti." mi informa Ryu, interrompendo i miei pensieri. "Prima della fine del ballo, a mezzanotte, intendo sgattaiolare in giardino e godermi il cielo notturno. Sei con me?"

Annuisco, arrossendo appena. Sto ancora tenendo il vestito per evitare che cada giù. "Avresti potuto aspettare che fossi vestita, per dirmelo." gli faccio notare.

Lui sbuffa e mi gira attorno, mettendosi dietro di me. Afferra i lacci del vestito e comincia a tirarli con mani esperte. "Mio padre vuole che arrivi prima, per poter accogliere tutti gli ospiti con lui. Dice che quindici anni è l'età giusta per cominciare a intrattenere rapporti diplomatici."

Il mio cuore batte troppo forte mentre sento le sue mani sfiorarmi la schiena. In pochi secondi Ryu mi allaccia il vestito come se fosse la cosa più normale del mondo. In un certo senso, lo è sempre stata, tra di noi. Eppure ora sento uno strano disagio ogni volta che mi tocca, anche per sbaglio.

"Tuo padre ha ragione." concordo. "Un giorno sarai re. Dovresti aver già cominciato."

Lo sento sbuffare. "Sei sempre d'accordo con lui. Quand'è che sarai d'accordo con me?"

Sorrido. "Quando comincerai a ragionare come un adulto."

Lui mi gira di nuovo attorno e mi lancia un sorriso sbarazzino. "Ma io non sono ancora un adulto."

Mentre scompare attraverso il passaggio segreto, strappandomi la promessa di andare a guardare le stelle con lui, tutto ciò che riesco a pensare è il modo in cui le sue dita mi sfioravano pochi secondi fa.

Non sei neanche più un bambino, Ryu.

*

La sala è affollata, troppo affollata. Non riesco quasi a camminare e la pista da ballo è così piena che gli invitati continuano a sbattere l'uno contro l'altro, nonostante la leggiadria tipica dei Fae.

Di Ricordi SospesiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora