07. Tizio scontroso e ossessionato dal suo skateboard

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Stare da soli non è da sfigati.
Non sei per chiunque e va bene così.



Il sole sta calando, striature color rosso e arancione permeano il cielo.

Nella mia bolla fatta di silenzio e solitudine, capto d'un tratto la voce di mia sorella, che si dilunga in tediose raccomandazioni e strani attimi di allegria smisurata.

Deduco sia impegnata in una conversazione al cellulare, con qualche sua amica.

Di sotto qualcuno suona alla porta.

«Vai ad aprire tu, sfigata!», grida lei dalla sua stanza, riprendendo poi la sua conversazione. 

Smetto di disegnare e richiudo il quaderno, riponendolo nel cassetto. Chi diavolo potrebbe essere a quest'ora?

Scendo rapidamente al piano di sotto e poi apro la porta, trovandomi davanti Riley.

«Ehi», esclama, passandosi la mano sudata sui leggings grigi. «Hai da fare?», chiede. Abbasso lo sguardo sulle sue scarpe sportive e sulla canottiera nera. Dalla fronte imperlata di sudore deduco che abbia appena smesso di correre.

«No», rispondo, accigliandomi. Riley non si è mai presentata a casa mia senza prima avvisare.

Ciondola su se stessa, un po' a disagio.
«Ti va di farti un giro con me?»
La sua domanda mi coglie di sorpresa.

«Ehm...», guardo il modo in cui sono vestita, ma Riley mi afferra per il polso e mi fa avvicinare a lei. «Stai bene, non preoccuparti», mi rassicura, come se mi avesse letto nei pensieri.

«Fammi prendere le cuffiette e le converse», le dico, ma scoppia a ridere.

«Non hai bisogno delle cuffiette. Mettiti le scarpe e andiamo», scuote il capo.

Prendo le converse che ho lasciato all'entrata e le indosso, afferrando in seguito le chiavi da sopra il mobiletto.

Sto per chiudere la porta e seguire Riley, ma accanto a me si materializza di colpo mia sorella. Ruth ha questo talento innato di spuntare all'improvviso senza fare il minimo rumore, facendoti perdere circa dieci anni di vita.

«Ciao, Ruth», pronuncia Riley, sollevando una mano. «Ho sentito che riprenderai le lezioni alla Radford in autunno. Forte!»

Lo sguardo di Ruth scatta immediatamente su di me. «Hai sentito bene. Suppongo che la fonte sia lei», mi indica con un cenno del capo.

«No, in realtà no», si affretta a rispondere, aggrottando leggermente le sopracciglia. «La tua migliore amica è mia cugina, ricordi?»

Ruth le rivolge un'occhiata scettica e poi guarda me. «Stai andando da qualche parte?»

«Le ho chiesto di uscire», risponde la mia amica.

«Ho chiesto a lei», afferma Ruth stringendo i denti.

«Ti direbbe la stessa cosa anche Chandra», si stringe nelle spalle con nonchalance.

«Non sono affari tuoi», rispondo invece. La presenza di Riley mi infonde un coraggio.

«Ehi, Riley», Ruth sogghigna. «Frena quella tua lingua prima che te la tagli», si avvicina a lei con fare minaccioso.

«Uuh, che paura!», pronuncia con tono cantilenante. «E tu che ne dici di gettarti in un fosso, faccia di merda?»

So che a Riley non è mai piaciuta Ruth. Secondo lei ha dei modi di fare troppo rudi con me. Non è la prima volta in cui avviene uno scambio di battute simile tra loro due. L'ha incontrata altre volte a casa di sua cugina. La voce circola in fretta.

Un bacio dall'altra parte della lunaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora