31. Smettila di pensarmi

5.7K 544 75
                                    

And I wanna kiss you, make you feel alright
I'm just so tired to share my nights
I wanna cry and I wanna love
But all my tears have been used up

-Tom Odell, Another Love

Mentre cerco di sfogarmi con un pezzo di foglio, che probabilmente poi custodirò tra le pagine di un libro, una voce interrompe il mio momento.

«Ehi tu!», mia sorella entra nella mia stanza e la guardo da oltre la spalla, inarcando un sopracciglio. Lei si appoggia con la spalla al muro e mi fissa imperturbabile.

«Che vuoi, Ruth?», chiedo senza sostenere a lungo lo sguardo. Non mi lascio intimidire, ma guardarla negli occhi e percepire ogni volta l’odio che prova nei miei confronti mi fa male.

«Ti è morto il gatto?», mi punzecchia, ridacchiando. Sospiro e riporto lo sguardo sul foglio bianco. Graffio nervosamente con l’unghia del pollice il tappo della penna e sento Ruth avvicinarsi con cautela a me. L’ansia si annida nella mia pancia, sono vigile. C’è qualcuno dietro di te che probabilmente sarebbe in grado di pugnalarti. Tieni gli occhi aperti!

«Ho sentito che ci sono state delle discussioni tra te e mamma», mi fa sapere e alzo gli occhi al cielo. Lei non sa niente. Non sa nemmeno che nostra madre se la fa con un altro uomo o che nostro padre non era come ce lo immaginavamo. Dio, darei qualsiasi cosa pur di dimenticare le parole di mia madre. Vorrei non vedere più le sue lacrime e il suo sguardo accorato. Vorrei cancellare dalla mente tutto ciò che è uscito dalla sua bocca e continuare a vivere grazie ad una bugia. Ma non riesco… Adesso nella mia testa la famiglia perfetta non esiste più e mio padre è una figura sfocata che non riesco a vedere come prima. È diventata un’immagine sporca in mezzo a tanti ricordi felici e io vorrei urlare e strapparmi il cuore dal petto, perché lui era l’unica persona che volevo raggiungere. Pensavo che sarei stata al sicuro lassù insieme a lui. Dio, pensavo fosse davvero il mio supereroe. Non riesco a vederlo come il cattivo della storia. Lui è ancora lì che mi sorride e mi prepara la colazione. È lì che mi insegna ad andare sulla bici per la prima volta. Ed è lì che… batte i pugni sul tavolo quando si innervosisce e perde la pazienza. Vorrei poter ricordare qualcosa in più, ma c’è buco bianco nel quale non posso immergermi.

«Dove sono le foto di papà?», la sua voce cambia all’improvviso, diventando più aggressiva. Una tonalità fin troppo familiare.

«In qualche scatolone, nel garage», spiego con un nodo alla gola mentre cerco di trattenere le lacrime.

«Perché? La sua morte ti ha già annoiata?», come un felino si avvicina alle mie spalle, ma scatto in piedi e la guardo truce.

«Esci fuori dalla mia stanza e vai a parlare con nostra madre, se ci tieni tanto a sapere il perché».

Ruth incrocia le braccia al petto e sbuffa una risata sarcastica, poi fa un altro passo verso di me, puntandomi il dito contro la fronte. «Se desideri così tanto andare via…», avvicina la testa alla mia, la sua bocca sussurra al mio orecchio: «come mai ci stai mettendo così tanto?»

La sua frase mi fa gelare.

«Perché intendo darti il tormento», rispondo con un sorriso autoironico, rilassando le spalle.

Ruth si tira indietro e mi fissa negli occhi. «Perché non vieni ad una festa con me questa sera?», inclina di poco il capo, assottigliando lo sguardo.

«Dov’è la fregatura?», per poco non le scoppio a ridere in faccia.

Scrolla le spalle. «Nessuna fregatura. Non sono cattiva come pensi».

«Esci fuori dalla mia stanza e non farti più vedere», sibilo, indicandole la porta.

Lei si abbandona ad una risata sguaiata e poi dice: «Pensavi fossi seria? Non mi farei vedere con te in giro nemmeno se mi pagassero. Non dopo che mezzo mondo continua a ricordarmi di quanto la povera Chandra sia rimasta traumatizzata dalla morte di papà. Perché “Poverina, è morto tra le sue braccia”. Non gira tutto intorno a te, Chandra. Io sto soffrendo più di te», preme l’indice contro il suo petto. «E forse se non ti avesse accompagnata a scuola quella mattina, non sarebbe successo».

Un bacio dall'altra parte della lunaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora