🌜Lettera di Chandra🌛

10.4K 829 88
                                    

Questa per me è la fine o forse l'inizio. Non so, ma chiunque tu sia, siediti per favore, e leggimi attentamente, se ti va.

Magari sei nessuno e sto parlando al vuoto.

Magari questa lettera verrà bruciata per sbaglio.

Magari finirà sull'asfalto e la pioggia cancellerà via l'inchiostro, rendendo le mie parole illeggibili.

Ma se tu sei qualcuno, per favore, abbraccia questa lettera. Stringila al petto come se fossi io, perché anche se nessuno mi stringe mai, vorrei che qualcuno abbracciasse le mie parole. Almeno per un istante. Almeno per pochi secondi. Almeno per una volta.

Per favore, non provare pena per me.

Non scrivo con la speranza che qualcuno mi noti prima della fine. Forse me ne sarò già andata o forse qualcosa è andato storto. Non lo so... Ma chiunque tu sia, mettiti la cintura di sicurezza e fatti un giro sulla giostra della morte. Sono le mie parole che girano intorno a te, si intrufolano nella tua mente e trovano rifugio lì, tra pensieri nuovi che si formano in questo preciso momento.

Ma chi sei? Chi sta scrivendo? Ti chiederai.
Io sono una sconosciuta. Un frammento dell'universo, perso nel nulla, che vortica intorno ad un dolore che mi risucchia lentamente come un buco nero.

Io sono quella che non sa più in che direzione andare, perché ormai le strade sono tutte bloccate. 

Sono quella che non può spiccare il volo, perché le ali non le ha mai avute.

Oh, ti prego, non dire "Poverina..."

Io rimango stesa a terra a piangere sotto la pioggia e a sperare che a volare sia la mia anima.

Mi avevano detto che tutto ciò sarebbe stato facile, sai?

Mi hanno riempito la testa con cazzate tipo "Con il tempo andrà meglio, ma devi impegnarti anche tu un pochino".

E sai cosa? Mi sono impegnata così tanto che alla fine dentro di me non esiste più spazio per una qualsiasi altra emozione. Il dolore si è preso tutto e mi ha abbandonata vicino ad un dirupo, come se volesse dirmi: Salta quando ti pare, tanto non hai più nulla da offrire.

E Dio, mi dispiace così tanto di essere così dannatamente patetica.
Ho rinunciato alla mia vita per fargli spazio dentro di me e adesso lui non fa più spazio alla mia voglia di vivere. Capisci?

Sono sparita già, ma sono ancora presente su questa terra.

Esiste ancora il mio corpo che si muove.
Forse vedresti la mia bocca fare dei movimenti strani, senza dire nulla di interessante.

Vedresti i miei occhi che cercherebbero di comunicare qualcosa, ma non riuscirebbero a sussurrare una parola.

Vedresti un corpo tremante che vorrebbe essere abbracciato, ma una carezza riuscirebbe a mandarlo in frantumi.
Sono tanto fragile e tanto forte allo stesso momento.

O forse lo ero.

Sono morta o sono ancora viva? Non lo so.
Mi sono recata ogni singolo giorno sul tetto della scuola, alla stessa ora, provando lo stesso desiderio del cazzo: morire.

09:36 perché li considero dei numeri perfetti. L'orario perfetto per sparire.

Ma al mattino non ci sono mai riuscita, quindi se trovi questa lettera, significa che ci ho provato di sera.

E se sono ancora viva, non importa. Ci proverò ancora.

Se c'è una cosa che il dolore mi ha fatto scoprire, è che sono molto resistente. Ho costruito una fortezza e mi ci sono rinchiusa all'interno insieme a lui. Lo tengo prigioniero e lui mi tiene prigioniera. Chissà chi dei due prende in giro l'altro...

Sto piangendo mentre sto scrivendo questa lettera, perché non voglio che sia mia madre a leggerla.

Vorrei che qualcun altro sapesse delle cose che avrei tanto voluto fare, ma che non ho fatto. Non ho avuto abbastanza tempo.

Chiedo scusa a me stessa e anche a te, perché probabilmente ti starai annoiando per colpa mia.

Il mio desiderio più grande è riuscire a guardare qualcuno senza avere paura.

Paura di cosa, ti chiederai. Vero?

Perché? Tu non provi paura quando qualcuno ti fissa a lungo? 
Non ti fa paura l'effetto che ti fa una persona quando ti guarda come se volesse leggerti?

E io ho paura per questo. Perché nessuno ha saputo leggermi e non voglio essere un libro noioso e incomprensibile. Non voglio essere letta.

Vorrei guardare il tramonto insieme a qualcuno. Ecco cosa voglio.

Vorrei ascoltare una canzone insieme a qualcuno.

Vorrei ballare insieme a qualcuno senza sentirmi osservata e giudicata. Un ballo lento, come se fosse con la morte.
Un ultimo ballo che sussurra: Assapora questo momento come se volessi viverlo per sempre.

E ballerei piano, con la testa appoggiata sulla spalla di quella persona e con la mano sul suo petto. Perché vorrei che il mio cervello registrasse il suono dei battiti accelerati di un cuore che non mi appartiene, da portare con me, quando non ci sarà più alcun rumore a tenermi compagnia.

Vorrei visitare un posto nuovo.

Vorrei fare un sacco di foto, stamparle e fissarle con le lacrime agli occhi. Penserei: Sono davvero io e non sono sola.

Ma sai qual è la cosa più triste?

Che sono sola adesso. E che questo non succederà mai. Capisci? Quella felicità che immagino rimane, appunto, soltanto immaginazione.

Forse è per questo che ho continuato a vivere in quella specie di realtà che ha creato la mia mente.

Abbracciami, va bene? Abbraccia le mie parole, perché voglio che almeno questo sia reale.

Spero che tu lo sia...

Abbracciami e viaggia attraverso il mio dolore. Fermati e poi portami da qualche altra parte.

Solo non lasciare che il mio ricordo rimanga intrappolato in questa brutta realtà.

Non bruciare via le mie parole. Questa lettera è ciò che rimane di me.

Portami con il pensiero sulla luna. Sarò felice, prometto.

Quando smetterò di respirare, sarò felice.

Tu, però, sconosciuto, portami sul lato oscuro della luna. 

Puoi abbracciare le mie parole un'ultima volta?

Anche al vuoto che sento nel mio petto fa paura la solitudine.

Un bacio dall'altra parte della lunaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora