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"L'amore è vaporosa nebbiolina formata dai sospiri; se si dissolve, è fuoco che sfavilla scintillando negli occhi degli amanti; s'è ostacolato, è un mare alimentato dalle lacrime degli stessi amanti. Che altro è esso? Una follia segreta, fiele che strangola e dolcezza che sana."
- Romeo e Giulietta

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- Splendente come il tuo cuore -
Capitolo quinto

La casa dei Jeon era apparentemente avvolta nel silenzio che solo al vento era permesso rompere con soffi incessanti. Essi solleticavano le fronde degli alberi, sempre verdi che si ergevano tutto intorno alla piccola fattoria color panna, facendoli cantare.

La jeep grigio scura di NamJoon sollevò un grosso polverone quando arrivò, a tutta fretta. Polverone che fu velocemente spazzato via da quel soffiare incessante del vento freddo. Si fermò davanti alla veranda di casa e scese di corsa dando appena il tempo al motore di spegnersi e alla portiera di sbattere forte, per richiudersi.

<< dov'è? >> chiese alla donna che uscì subito ad accoglierlo con gli occhi di chi non sa più che fare << è nel casotto degli attrezzi. Sta dando di matto. Continua ad urlare che butterà giù la casa dei Park e in tutti questi giorni non lo avevo mai visto così determinato >> rispose tutto d'un fiato, mentre i lunghi capelli corvini venivano mossi da quel vento riflettendo lucenti, i raggi del sole. Ara seguiva il fratello che si dirigeva a grandi passi verso il retro della casa di legno, per andare dal nipote.

Le ultime due giornate erano state le più difficili. Tutti impegnati a trattenere l'impulsiva rabbia di HoSeok e la disperata voglia di tornare col suo JiMin. C'era qualcosa di "favoloso" in quello che stava accadendo ai due ragazzi. Era come se JiMin fosse la principessa tenuta prigioniera nella torre da un drago malefico e HoSeok fosse il suo cavaliere dalla lucente armatura.

E NamJoon ci aveva riflettuto parecchio; in un certo senso era sempre stato così fin da piccoli, Hobi aveva sempre salvato JiMin anche solo con un piccolo sorriso.

<< Ara, vado da solo >> le disse voltandosi, appena il capanno fu visibile << meglio se vado io >> e le sorrise questa volta.
<< va bene Nam, ma non fate cazzate >> e con "cazzate" intendeva che non voleva che il suo Hobi facesse incursione a casa Park con il suo aiuto.
Lui non le rispose, le diede un bacio e se la lasciò alle spalle, dirigendosi verso il capanno rosso dal quale provenne un forte rumore e lui sapeva che era il nipote su tutte le furie che distruggeva l'interno e la conferma la ebbe quando, avvicinatosi abbastanza, lo sentì imprecare << porca puttanata! >> seguito dal rumore di un nuovo calcio.

Lì dentro, ancora nascosto agli occhi del maggiore, il ragazzo era stanco. Col fiato pesante e i denti serrati, si sentiva un impotente spettatore della disfatta del suo amato e proprio non riusciva a starsene buono mentre in sua coscienza, sapeva perfettamente quello che JiMin stava passando. Sentiva l'impulso di proteggerlo, di salvarlo come poteva, perché questo è l'amore; un sentimento che ti spinge oltre il tuo limite per l'altro e davvero HoSeok non ci aveva mai riflettuto fino a quelle due ultime settimane che come lenti, stanchi e vecchi secoli dalla lunga barba e gli occhi socchiusi, erano passati mentre la sua rabbia cresceva e si accumulata come pressione in un vulcano attivo ed ora eccolo, mentre sfogata parte di quell'ira nel capanno del padre. Avrebbe voluto abbattere a quel modo le mura di casa Park, per poi salire tutti gli scalini fino alla stanza del castano e portarselo via ed era diventato egoista e crudele, neanche gli importava che JiMin non volesse lasciare la madre che si era aggravata.
Mentre il corvino tirava un calcio ad un sacco di mais, poggiato a terra, riaffiorò netto il ricordo di quando aveva detto, giorni prima "tanto morirà comunque, non lascerò che se lo porti con sé" e poi Hobi aveva pianto per la sua cattiveria ma c'era del vero; se lo stava portando con sé e lui non lo aveva visto con i suoi occhi, non poteva sapere fisicamente quanto fosse vero, ma NamJoon si.
Lui lo aveva visto. Grigio in volto, triste e dimagrito JiMin a stento si riconosceva se non fosse stato per il gran sorriso che aveva fatto quando aveva visto il maggiore, di certo Nam sarebbe passato dritto, senza notarlo.

Splendente come il tuo cuore {HopeMin}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora