Giorno 17°Kirishima's pov
Non do neanche il tempo a Bakugou di fermarsi che scendo dall'auto. Corro verso l'ingresso, non so neanche come, credo che le mie gambe si stiano muovendo da sole. Un poliziotto mi ferma mettendo un braccio davanti a me, ha un cappello con la visera così bassa che quasi non riesco a vedere gli occhi
"Ragazzo non può entrare"
"ABITO QUA! ABITO QUA!" grido cercando di togliermelo di dosso e finalmente alza lo sguardo per guardarmi negli occhi
"Allora deve seguire me" mi prende per il polso ma riesco a liberarmi dalla sua presa. Prima di tutto devo vedere mia sorella, devo capire cosa cazzo è successo
"Con lei non vengo da nessuna parte. Dov'è mia sorella?" grido in panico
Lui non mi risponde e quasi non vomito, non dirmi quello di cui ho paura
"DOV'E?" poi sento la sua vocina urlare il mio nome. Il mio cuore perde un battito, mi giro di scatto e la vedo. È davanti la porta di casa, è in lacrime e singhiozza, la sua maglietta è strappata ai bordi come se avessero cercato di tirarla. Dietro di lei c'è la signora Shoko che cerca di calmarla. È viva, sta bene ed è proprio davanti i miei occhi. Corro mentre alcune lacrime scendono sulle mie guance, ho avuto così tanta paura di averla persa, credevo che il poliziotto mi avrebbe detto che non ce l'aveva fatta. Le gambe mi cedono e cado in ginocchio davanti a lei, la guardo meglio e vedo che ha un occhio nero. Sento la rabbia attraversarmi il corpo fino ad arrivare al cervello, faccio dei respiri profondi ma più osservo il suo visino ridotto così più vorrei spaccare tutta la casa. Ha osato toccarla quando ho detto mille volte che per sfogarsi deve prendersela con me. Io lo ammazzo.
"F-Fratellone..." singhiozza, subito l'abbraccio "Sono qua, sono qua" sussurro accarezzandole la testa. Sento Bakugou arrivare dietro di me ma non dice nulla
"Cosa è successo?" chiedo con un tono di voce così serio che non sapevo potessi farlo
"Non ha ancora voluto dire nulla, aspettava te. Io sono arrivata quando ho sentito le sue grida e lo so che non volevi ma ho dovuto chiamare la polizia. Mi dispiace" annuisco perché so che ha ragione, ha fatto quello che per lei era giusto fare
"Ragazzo, abbiamo bisogno di sapere dalla bambina come sono andate le cose e dopo deve essere controllata da un dottore" il poliziotto di prima mi guarda e so che sta provando pena, lo vedo dai suoi occhi
"Kaori, ti va di dirmi cosa è successo?" le chiedo, tira su con il naso e annuisce
"Mi sono svegliata perché papà urlava in cucina, tu non eri tornato e lui non smetteva di urlare. Volevo farlo calmare quindi sono scesa a controllare, stava buttando tutto quello che trovava a terra dicendo che gli avevi rubato l'alcol. Quando mi ha visto mi ha chiesto dove fosse ma io davvero non lo so, continuava a dire che ero una bugiarda e tu un gay brutto che andava la notte a fare cose. Quando ho provato a scappare mi ha tirato per i vestiti e mi ha dato un pugno nell'occhio. Mi sono messa a gridare per avvisare la signora Shoko che mi ha sentito, papà mi ha spinto a terra ed è scappato. Ho avuto tanta paura" riscoppia a piangere e la stringo di nuovo tra le mie braccia. Come ho potuto lasciarla sola? È solo colpa mia se è successo tutto questo, ero con Bakugou a fare finta che la mia vita potesse andare tutta rosa e fiori al posto di stare insieme a lei. Dovevo esserci io a dargli dei sonniferi, ma non c'ero. E se la signora Shoko non la sentiva? Se le faceva qualcosa di peggiore?
Lo sapevo che non dovevo farmi distrarre.
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The train - Kiribaku\Bakushima
Teen FictionOgni giorno più di un milione di gente prende il treno. Alcuni vanno a lavoro, altri a scuola, ma non puoi sapere per certo cosa fa ogni persona. Ognuna di loro ha una vita di cui tu non sai nulla e scendendo alla tua fermata ti dimenticherai anche...