capitolo 2-L'orgoglio.

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Killua nei giorni seguenti raggiunse la spiaggia non più per entrare in acqua ma per vedere se chi aveva visto sarebbe tornato, però non c'era e questo lo confondeva molto perché non sapeva se credere che quel sorriso gentile e angelico fosse stato davvero un sogno " Dove sei bambino dal sorriso angelico?"

Sentiva che gli mancava. Non sapeva spiegare che cosa facesse il suo pensiero, ma non smetteva di ricordare quel sorriso solare che l'aveva colpito al cuore. Era stregato, affascinato, voleva rivederlo, non solo per quel fattore ma anche per dirgli una cosa che gli premeva da dopo il risveglio, ma lui mancava e intanto erano passati due giorni.

Il bambino senza nome era sempre seduto sulla roccia solamente che si era reso invisibile a lui perché era quello che doveva fare se avesse aiutato un umano.

Molte volte gli dava uno sguardo.
Poteva leggere il quanto volesse rivederlo e anche lui voleva, ma non voleva illuderlo in un'amicizia persa in partenza - No, Gon, hai già fatto troppo. Papà non accetterebbe! Ignoralo. Si arrenderà anche se non smette di cercarmi. -

Killua il terzo giorno si stancò di attendere una sua mossa. Si stava spazientando - Se lui non si mostra, io lo farò.-

Non si volle dare per vinto, quindi entrò in acqua per arrampicarsi sulla roccia. Aveva bisogno di vedere se c'erano tracce di qualcuno che si era seduto là - La sua canna deve aver lasciato una traccia. - Ricordava che lo straniero aveva affondato essa sulla roccia, creandoci un buco per poi raggiungerlo senza toccare l'acqua - Sarà un alieno, ma non mi arrendo! Ne va del mio orgoglio famigliare!-

Gon si alzò di scatto a vederlo nell'impresa" Ma che vuole fare?!" Era la prima volta che qualcuno voleva spingersi a tanto pur di vederlo. " NON AVVICINARTI!!" Fece un gesto di mano agitando il mare stesso.

Killua vide un onda anomala che lo prese, trascinandolo a riva, ma questo non lo fermò, quindi riprese a nuotare - Da dove arrivano queste onde? É un caso?- Toccò la roccia tornando ad arrampicarsi " Bambino, se ci sei, fatti vedere!
Perché mi hai salvato? Io non ci sto.
Non si salva la gente debole! Dovevi lasciarmi affogare! Hai capito? Non lo accetto! "

Gon aveva già sentito quella regola. Probabilmente suo padre gliela aveva detta - Mi spiace, ma non posso!-

Fece un altro gesto di mano che aumentò la potenza delle onde, ma stavolta Killua si tenne saldamente come un ragnetto sulla superficie rocciosa affondando le unghie affilate nella pietra, non badando a come si stesse ferendo le mani a causa delle cozze, attaccate sul muschio. Quello era il nulla in confronto alle piscine elettriche e le frustrate che riceveva.

Gon aveva la bocca spalancata a vederlo ferirsi pur di salire. Era tenace, avventato.
- Perché non rinuncia?
Non deve sapere di me, è una regola di papà e io l'ho infranta. Se fosse stato un adulto l'avrei lasciato in acqua, ma è piccolino, come me. Ma lui si sta ferendo per me, ma perché, cosa lo spinge a cercarmi?-

Killua aveva le mani insanguinate, certo soffriva, ma aveva un obbiettivo " Fa venire anche il maremoto, la tempesta, il diluvio universale, io non me ne andrò finché non avremmo parlato!" Raggiunse la cima della roccia, si raddrizzò per cercare una prova dell'esistenza della creatura.

Gon indietreggiò man mano che si avvicinò a lui, fino a che non raggiunse la fine della superficie. Poteva volare ma in quel momento non se lo ricordava. - Mi ha bloccato. -

Killua non lo vedeva ma a tentoni sentì il suo corpo. Era a due passi da lui.

Gon s'immobillizò per come fossero a stessa altezza- Se non mi muovo non mi sentirà.- Ma i suoi cuori battevano e facevano un gran rumore che Killua riuscì a captare grazie al suo udito allenato.

[KILLUAXGON]Emozioni a sensazione YAOI [HXH*7DS] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora