16. Bentornato

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"Ciao Haru! Siamo di nuovo noi! Ti abbiamo portato un altro disegno!"

Le gemelle attaccarono un disegno colorato alla parete di fronte al letto sul quale giaceva il fratello da una settimana, sedendosi poi sulle sedie che le infermiere avevano messo nella stanza appositamente per loro.

"Ti ho portato il pranzo Izuku, non puoi andare avanti con i cibi precotti" Mitsuki poggiò una busta con del cibo fresco sul comodino accanto al ragazzo dormiente, lasciando una carezza sulla guancia di quest'ultimo.

"Grazie, ma non ho molto fame comunque"

"Papà devi mangiare! Guarda che Haru poi si arrabbia se lo viene a sapere" Izuku sorrise alle figlie, un sorriso tirato e finto che si sforzava di fare per non rattristirle troppo.

"Ci sono novità?" chiese la donna sedendosi accanto a lui, ascoltando il rumore della macchina che permetteva al paziente di respirare.

Izuku chiuse gli occhi, rivivendo nella sua mente il giorno più devastante della sua vita.

Quando riuscirono a liberargli la gamba, strinse i denti e si precipitò fuori per cercare la sua famiglia, notando immediatamente il gran numero di feriti che riversava a terra e l'enorme quantità di eroi che stava aiutando le ambulanze a caricare tutti coloro che necessitavano di cure immediate.

"Haru! Misa! Izumi! Dove siete?" zoppicava urlando i nomi dei suoi figli, sperando di trovarli sani e salvi, anche vicino a un'ambulanza qualsiasi.

"Papà siamo qui!" nel sentirsi richiamare, il verdino corse per quanto potesse verso la voce che aveva udito, riconoscendo subito le gemelle sedute in grembo a Denki.

Izuku si gettò sulle ginocchia, portandosi le figlie contro il petto, scoppiando a piangere dalla felicità nel vederle salve.

"Perdonatemi piccole non dovevo lasc- che vi ha fatto il Villain? Una donna mia ha detto che-"

"Le ha lasciate andare dopo che è arrivato Bakugo, ci sta pensando lui con altri eroi"

"Ma dove sono, non li vedo"

"Stanno combattendo da un'altra parte, a forza di esplosioni Katsuki l'ha spedito dall'altra parte della città per sistemarlo era... fuori di se dalla rabbia"

Izuku sgranò gli occhi e si guardò intorno notando la mancanza di una persona.

"Dov'è Haru? Perché non è con voi" vedendo che le sorelle si stringevano tra loro singhiozzando, Izuku capì che fosse successo qualcosa al suo primogenito.

Puntò lo sguardo su Denki e lo vide con la testa china e gli occhi lucidi.

"Dove... no-n è possibile.. dov'è mio figlio Denki!"

Haruki era stato portato in ospedale da IIda, un collega di Katsuki, dotato di super velocità, per evitare che morisse dissanguato tra la neve.

Aveva ancora vivide nella mente le immagine di suo figlio sul letto d'ospedale, mentre i dottori cercavano di fermare l'emorragia con i loro quirk e le classiche medicazioni.

E in quel momento era lì: steso sul letto, attaccato alla macchina dell'ossigeno con un sacco di bende attorno al suo corpo addormentato e un paio di flebo per aiutarlo a nutrirsi e idratarsi.

Il giorno di Natale era passato e in un paio di giorni sarebbe iniziato il nuovo anno.

Ovviamente non avevano festeggiato, nonostante Izuku avesse insistito per farlo celebrare almeno alle gemelle, loro si erano opposte fermamente, chiarendo che avrebbero festeggiato il Natale una volta che il fratello si fosse svegliato.

Non è mio figlioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora