15. Rabbia

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Izuku si ritrovò a terra ricoperto di schegge di vetro.

Cercò di alzarsi, ma si rese subito conto che uno scafale gli stava bloccando una gamba, impedendogli ogni tipo movimento.

"Signore sta bene? Mi sente?" il verdino annuì positivamente e chiese alla donna di aiutarlo a liberarsi.

Doveva raggiungere immediatamente i suoi figli.

"Non ho la forza di aiutarla, ma i primi hero sono già arrivati, stanno cercando di annullare il quirk di quel mostro, ha preso in ostaggio la figlia di Dynamight e ha ferito tantissime persone."

Izuku sbarrò gli occhi e chiese ancora una volta aiuto alla donna, ansioso e preoccupato come mai prima di allora.

"Lai non capisc-"

"Sono sicura che il suo ragazzo stia arrivando, non gli permetterà di far male a vostra figlia"

Allora quella donna l'aveva riconosciuto!
Tuttavia questo non lo fermò dal tentare di alzarsi.

Era preoccupato sì per le gemelle, ma ancor di più per suo figlio, che non aveva niente in comune con il padre delle sue figlie e che quindi non l'avrebbe aiutato sicuramente.

Il Villan afferrò Haruki per il collo e gettò la sorella addosso all'altra, che la prese al volo per non farla cadere sull'asfalto.

"Finalmente ti ho tra le mani figliolo. Ho aspettato per anni questo momento."

Haruki lo guardò schifato e riuscì, seppur con molte difficoltà, a tirargli un pugno, cadendo a terra nel momento in cui la presa sul suo collo venne meno.

"Piccolo bastardo." Ghignò con occhi quasi fuori dalle orbite, prendendo il paletto infilato nel suo fianco, facendolo ruotare e scavare ancora più in profondità la carne.

Haruki non resistette e urlò dal dolore, avvertendo l'acciaio farsi strada nella sua carne.

"Haru!! Gli fai male smettila!"

Izumi aprì la mano davanti a sé, lanciando una sfera di calore contro il volto del Villan.

"Maledetta mocciosa! Ti ammazzo!" gridò con la faccia per metà ustionata l'uomo, caricando un attacco in direzione delle bambine.

La verdina abbracciò la sorella e chiuse gli occhi per non guardare cosa sarebbe accaduto da li a poco.

Scusa Misa, perdonami fratellone pensò addolorata per non aver fatto niente per aiutare il fratello e la sorellina.

Dopo pochi attimi aprì gli occhi e lanciò un urletto, felice di vedere il rosso con l'indurimento davanti a sé, in un chiaro segno di protezione.

"Zio Eijiro!"

"Ci siamo noi 'Zumi, ora ci pensiamo noi, allontanati con tua sorella"

"No zio! Haru è-"

"Andrà tutto bene. Denki portale via" il biondino prese le gemelle in braccio e si mise a correre dall'altro lato della strada, lasciando alla bambina la visuale di quello che stava accadendo dietro di sé, lasciandola sorpresa.

"Sei qui" sorrise debolmente poggiando la fronte sulla spalla dello zio biondo, sollevata dalla sua presenza.

"Ne dubitavi pupetta? Non avrebbe permesso che accadesse il peggio"

"Non ti vergogni ad aver ferito due bambine indifese?" il Villan si mise a ridere tenendosi la pancia con un braccio.

"Indifese? Quella stronza mi ha bruciato la faccia. Ora che le avete tratte in salvo come dei principi azzurri, io tolgo le tende con ciò che mi appartiene"

Non è mio figlioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora