7. Tu... qui?

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"La pianti di urlare Deku? Mi scoppia la testa"

"Lo trattano in quel modo e neanche me lo dice Kacchan! Ti rendi conto?" Qualche giorno dopo aver scoperto dei maltrattamenti, Izuku era stato sempre più attento a suo figlio, cercando di fargli vuotare il sacco, ma quello non demordeva e continuava a ripetere che non fosse stato nulla di grave.

Izuku, quindi, aveva seguito il figlio fino a scuola ed era rimasto ad osservarlo in disparte per un po', rimanendo sconcertato da come veniva chiamato e strattonato da quelli che sarebbero dovuti essere i suoi compagni di scuola.

"Deku è figlio di quell'altr-" lo sguardo micidiale che gli lanciò Izuku lo gelò all'istante.

Mai lo aveva visto con quello sguardo da quando lo conosceva, così deciso e terrificante, cupo e rabbioso.

"Haruki è mio figlio e mio soltanto. Non ti permettere di dire che è di qualcun altro Katsuki!" il biondo sapeva perfettamente quanto possessivo fosse Izu con suo figlio, anche se possessività non era proprio il termine adatto per descrivere quel sentimento.

L'aveva cresciuto da solo ed era normale che si fosse instaurato un rapporto solido tra i due anche se ultimamente, Katsuki lo doveva ammettere, quel rapporto si era come raffreddato, molto probabilmente per i problemi del giovane a scuola.

Pure lui l'aveva notato, soprattutto da quando erano andati a vivere tutti insieme.

"Ora ti lascio lavorare, prenderò il pomeriggio di permesso per andare dal preside, questa storia deve finire oggi stesso!" affermò Izuku serio prima di uscire dall'ufficio del fidanzato senza neanche dagli un bacio.

Quel moccioso sta mandando a puttane tutto un'altra volta

Passata la mattinata, Haruki si diresse verso l'ufficio del preside.

Dopo pranzo aveva ricevuto un messaggio dal padre che gli diceva di aspettarlo lì e aveva capito benissimo il motivo.

Anche se non lo dava a vedere, Izuku sapeva essere molto testardo se ci si metteva d'impegno.

Nel percorrere il corridoio non si aspettò di incontrare di nuovo i suoi bulletti, che gli fecero lo sgambetto facendolo rovinare a terra.

"Piccolo stronzo hai fatto i nostri nomi al preside? Te la faccio pagare!" ringhiò il più basso strattonandolo per il colletto della giacca.

"Piantala, non sono stato io" ribattè Haruki alzandosi e pulendosi i pantaloni neri della divisa scolastica.

"Pezzo di m-"

"Un'altra parola e ti faccio saltare la testa" Tutti i ragazzi si ammutolirono e sgranarono gli occhi, Haruki compreso, non aspettandosi l'eroe esplosivo nella scuola, per di più nel suo costume da eroe.

"Tu.. qui?"

"Sono venuto io a risolvere la questione, ora muovete il culo e andate dal preside, dobbiamo fare due chiacchere".

La faccenda si risolse con Katsuki che minacciò poco velatamente il preside di farlo "finire col culo sulla strada", accusandolo di negligenza e di non proteggere adeguatamente i suoi studenti, avvertendolo che se il moro fosse tornato a casa anche solo con un capello in meno sarebbe passato alle maniere forti.

"Non dovevi scomodarti, avrai avuto di meglio da fare"

"Te l'ho detto, sono stanco di vedere tuo padre star male a causa tua"

"Grazie per.. questo. Non volevo creare problemi tra te e papà" Katsuki lo guardò con la coda dell'occhio e notò che il livido presente sul viso si stava lentamente schiarendo, ora di un colore verdognolo.

"Dovresti imparare a difenderti, non ci sarà sempre tuo padre a pararti il culo ragazzino"

"Non voglio che lo faccia, papà ti ama e voglio che sia tranquillo con te, se lo merita"

Dopo quella conversazione Katsuki lo accompagnò a casa e non si rivolsero più la parola per tutto il pomeriggio, fin quando Izuku non tornò a casa e abbracciò suo figlio, scusandosi per non essersi accorto prima di quello che stava affrontando da solo.

"Se dovesse ricapitare, voglio che tu lo dica subito o mi arrabbierò sul serio, chiaro Haru?"

"Non credo ricapiterà o quella scuola ti assicuro che salta in aria con il preside al suo interno" Izuku alzò gli occhi al cielo nascondendo un sorriso... il suo ragazzo non sarebbe mai cambiato.

"Le marmocchie dormono da mia madre, stasera andiamo a cena fuori e poi ti scopo come si deve Nerd" Izuku arrossì e borbottò frasi come non davanti a mio figlio oppure sei un ninfomane senza speranze.

"Haruki vieni anche tu con noi? Stiamo tutti e tre insieme"

"Veramente io credo che-"

"-Verrai... o tuo padre sono convinto che non mi darà il culo per tutta la settimana"

"Kacchan insomma!"

I tre si sistemarono e prepararono con calma, andando a mangiare in un ristorante nel centro città, frequentato molto spesso dagli eroi e dalle loro famiglie.

"Come mai questo ristorante Kacchan? Devi incontrare qualcuno?"

"No, non volevo rotture di palle a chiedere foto e rovinarmi la serata" Izuku gli sorrise baciandolo sulle labbra prima di studiare il menù e ordinare le pietanze da assaggiare.

"Haru hai già deciso in che liceo proverai ad entrare? Tra poco ci saranno i test di ingresso"

"Uhm non saprei... forse il liceo Tagemaki"

"Vuoi istruire poppanti? Hai davvero questa aspirazione?" chiese quasi sprezzante Katsuki, non amando per niente lavorare con i bambini.

"Non lo so di preciso, non avendo un quirk significativo non posso di certo fare l'eroe come te, quindi mi dovrò accontentare di qualcosa" Izuku lo guardò malinconico sapendo benissimo che fosse colpa sua il fatto che non avesse un quirk utile a salvare le persone.

"Senza quel potere tu non saresti qui e nemmeno le tue sorelle non sarebbero state qui" disse Katsuki quasi annoiato da quell'affermazione.

"Non sto insinuando che sia inutile solo.. non sufficientemente efficace contro i villan, quindi mi limiterò a lavori più tranquilli" spiegò calmo con un'espressione neutra sul volto.

Possibile che questo ragazzino sorrida solo con le mocciosette intorno?

Finito di cenare andarono a fare una passeggiata e Izuku sentì il cuore scaldarsi un pochino perché per la prima volta dopo anni, Katsuki stava avendo una conversazione semi-civile con suo figlio, senza snobbarlo e senza pronunciare parole cattive nei suoi confronti.

Nell'ultimo mese, notando il cambiamento comportamentale del figlio, il verdino si era confidato molto con il biondo, chiedendogli consigli e spiegandogli come si comportasse Haruki prima di cominciare a convivere.

L'eroe aveva parzialmente smesso di ignorarlo, rassegnato all'idea di doverlo avere intorno, ma comunque continuava ad avere quell'atteggiamento scostante nei suoi confronti, che comunque infastidiva Izuku.

In cuor suo continuava a sperare nel fatto che un giorno, forse, il suo ragazzo avrebbe considerato il figlio come parte integrante della famiglia e non come un estraneo ai suoi occhi come in quel momento.

"Haruki? Sei tu?" i tre si fermarono notando un ragazzo dai capelli azzurri avvicinarsi a loro con indosso un costume da Hero.


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Eccomi di nuovo qui! Scusate il ritardo!

Spero che il capitolo vi piaccia! Possiamo vedere un Katsuki che, per la prima volta, fa qualcosa di effettivamente utile per Haruki!

Che le cose inizino ad andare per il verso giusto? Lo scopriremo con i prossimi capitoli!

Buona notte!

Non è mio figlioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora