5. Sora

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"Questa è la tua camera, non tingere le pareti, non appendere nulla non rompere niente o ti faccio esplodere"

"Grazie Katsuki"

"Tch, sii ordinato, non mi piace il disordine e soprattutto non scopare in casa mia" Il biondo uscì ed entrò Izuku sorridendo al figlio mentre per la casa si udivano le grida di gioia delle piccole della famiglia.

"Papà sei sicuro che a Katsuki vada davvero bene che io stia qui?"

"Sapeva che non sarei venuto senza di te ma non l'ho costretto, è stata una sua decisione fare un passo avanti nella nostra relazione e si è occupato di tutto lui stesso" continuarono a parlare finchè le gemelle non richiesero la presenza del padre dai capelli verdi, che dopo un bacio al figlio maggiore si dedicò alle due piccole.

Riuscirono a sistemare tutte le loro cose in una giornata, arrivando alla sera distrutti, tanto che le gemelle crollarono subito dopo cena, mentre i due fidanzati si rilassarono sul divano davanti alla tv con il ragazzo moro.

"Tesoro che hai fatto al braccio?" chiese Izuku osservando una macchia scura poco sopra il polso del suo bambino.

Haruki guardò il lembo di pelle che si era scoperto nel poggiare il telefono sul tavolino di vetro davanti al divano e si maledisse interiormente dandosi dell'idiota.

"Ho sbattuto al mobile di camera l'altro giorno"

"Sembra far male, perché non me-" il verdino fece per afferrare il braccio del figlio quando questo si alzò di scatto prendendo il telefono sotto lo sguardo ferito di Izuku e quello duro di Katsuki.

"Non è niente papà, passerà. Ora scusate ma sono stanco e domani ho scuola. Buona serata"

Izuku sospirò e sprofondò nel divano chiudendo gli occhi, avvertendo due braccia stringerlo dolcemente.

"Ultimamente è strano, Katsuki"

"E' un adolescente Deku, avrà i suoi problemi del cazzo"

"Mi preoccupo è mio... non è il mom- Kach-ah" Izuku non potè esprime le sue preoccupazioni perché Katsuki lo sovrastò con il suo corpo e cominciò a baciare il collo sensualmente, denudandolo subito dopo.

"Dobbiamo inaugurare la convivenza caro Nerd dei miei stivali"


"Papà fare tardi a scuola! Sbrigati!" Izuku quella mattina si era svegliato in ritardo e stava correndo a destra e sinistra per cercare di radunare tutto quello che sarebbe servito alle gemelle nella loro uscita ad un tempio antico appena fuori Tokyo.

"Arrivo piccole, dovevo prendere i permessi! Haruki tu sei pronto? Stiamo uscendo"

"Papà vado da solo, accompagnale o ti picchieranno seriamente" ridacchiò il maggiore facendo l'occhiolino alle sorelle che lo baciarono sulle guance uscendo successivamente di casa.

Il ragazzo prese lo zaino e se lo mise in spalla afferrando il telefono in carica vicino al biondo.

"Buona giornata Katsuki, io... vado"

"Ragazzino, vedi di non far preoccupare tuo padre" gli disse Bakugo mettendo le stoviglie a lavare.

"Come?"

"Non mentirgli"

"Non gli sto mentendo" il biondo lo guardò qualche attimo prima di voltarsi di nuovo, riprendendo a lavare i piatti senza ricambiare il saluto.


"Sai apatico, l'ultima volta non ci hai detto se hai il quirk di tuo padre"

"Lasciatemi in pace" il solito gruppetto di ragazzi lo stava importunando ancora una volta e lui cominciava davvero a non poterne più di quella situazione.

"Non hai ancora capito che non puoi rifiutarti? Stupido idiota" e ancora un volta i tre ragazzi lo presero a pugni solo per puro diletto, non contando il fatto che Haruki non si stesse minimamente divertendo, rannicchiato a terra, cercando di riparare almeno il viso dai loro colpi.

Le lezioni erano appena terminate e, nonostante si fosse sbrigato ad uscire da scuola, questo non gli aveva risparmiato di essere trascinato nel parchetto vicino all'edificio dai suoi bulletti, il tutto sotto la pioggia.

Avvertiva dolore alle braccia, segno che non si stessero risparmiando nel colpirlo e questo lo preoccupava e non poco poiché non avrebbe potuto nascondere i lividi alle braccia ancora per molto.

Aveva inoltre timore che Katsuki avesse capito qualcosa e non poteva permettersi di essere odiato anche perché debole.

Uno di loro lo mise in ginocchio e gli tenne ferma la testa tirandogli i capelli all'indietro.

"Non voglio rovinarti il faccino ma odio chi non mi risponde e tu mi stai stancando... vogliamo verificare se puoi rimanere gravido come la cagna di tuo padre? Ho proprio voglia di scopare"

"Non voglio con te, lasciami!"

"Non ho mai detto che dovessi essere consenziente" Haruki sgranò gli occhi e tentò di liberarsi senza risultato.

Non avrebbe mai pensato che potessero arrivare fino a quel punto.. arrivare a tanto solo per un loro sfogo personale.

Mai avrebbe voluto avere un rapporto sotto costrizione, ma non riusciva davvero a liberarsi da quella stretta ferrea e senza accorgersene gli vennero calati i pantaloni e venne spinto con la faccia a terra, sul prato umido e sporco di fanghiglia.

"Questo no per favore, D-Dynimight lo verr-" un pugno si scontrò contro il suo volto immacolato, zittendolo e facendogli venire gli occhi lucidi.

"Per lui puoi anche scomparire dalla faccia della terra, non ti vuole nemmeno con la sua famiglia... ha accettato una cagna, non può di certo tenersele due" i bulli cominciarono a ridere rifilandogli schiaffi sul sedere privandolo anche dell'intimo che portava, pronti ad abusare del ragazzo indifeso.

Una leggera nebbiolina scese improvvisamente attorno a loro e cominciò a fare particolarmente caldo, tanto che i ragazzi cominciarono a sudare di punto in bianco senza un apparente motivo.

"Ma che cazzo sta succedendo? Perchè c'è questa nube di vapore acqueo? Sei tu schifoso?" chiese sprezzante un bullo tirando un calcio nello stomaco alla sua vittima preferita, un gemito di dolore ad uscire dalle sue tenere labbra.

"Siete voi quelli a fare schifo" uno ad uno vennero sbalzati lontani da un getto di acqua calda, liberando finalmente Haruki, che nel trambusto si alzò velocemente l'intimo e i pantaloni, sospirando di sollievo.

In quel momento notò delle goccioline fondersi per creare una sorta di sfera gocciolante e i tre ragazzini scapparono a gambe levate non curandosi del quindicenne.

"Stai bene?" le nebbiolina si stava diradando e la sfera si dissolse a poco a poco, scomparendo sotto lo sguardo stupido del figlio di Izuku.

Quest'ultimo si voltò verso la voce che aveva udito, constatando che provenisse da un ragazzo apparentemente più grande di lui e decisamente attraente ai suoi occhi, con i suoi occhi verdi e i capelli leggermente allungati di un azzurro chiaro che incorniciavano perfettamente il suo volto candido.

"Grazie" il ragazzo dai capelli azzurri gli si parò davanti e gli scrutò il viso, accarezzandogli lo zigomo gonfio.

"Mi dispiace per non averti evitato questo"

"Sono abituato, non preoccuparti" entrambi i pozzi versi si fissarono un po' prima che il ragazzo più alto gli tendesse una mano per aiutarlo ad alzarsi.

"Non dire che sei abituato, un bel ragazzo come te non dovrebbe essere abituato a questo trattamento."


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Spazio a me!

Il nome Sora significa "cielo".

Le cose per il nostro giovane protagonista vanno sempre peggiorando, anche se stavolta è arrivato un angelo a salvarlo.
Purtroppo non sempre tutto va come dovrebbe andare e ricordate, la violenza non è mai la risposta!

A domani,

Hanami!


Non è mio figlioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora