capitolo 5

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passai quella notte a fissare il soffitto della mia stanza offuscato dalle mie lacrime "andava tutto bene...perchè proprio ora che ero felice davvero?" mille domande attraversavano la mia mente mentre aspettavo solo che la luce di un nuovo giorno illuminasse la mia stanza.

salii sul bus e mi sedetti nei posti in fondo,di solito quando sono triste mi mantengo distante dai posti più "frequentati", vicino a me non si era seduto nessuno per fortuna,a metà strada salì un ragazzo e prima che mi resi conto che fosse il mio migliore amico lui si sedette accanto a me e mi strinse forte a se; sapeva bene quando ero triste,e sapeva bene cosa fosse successo, decisi semplicemente di chiudere gli occhi e lasciare che le lacrime solcassero il mio viso fino ad arrivare sulla sua spalla bagnandola.

"ei" mi disse dolcemente come solo lui sapeva fare "ei..." "bene cos'è quella voce ? e perchè stai sudando dagli occhi?" scoppiai in una fragorosa risata,lui mi guardò stupito come se avesse detto la cosa più naturale e normale del mondo "che c'è cosa ho detto?" mi disse stupito quanto la gente che mi guardava dagli altri sedili "o niente solo che non credo sia tanto normae dire a una persona che sta piangendo che sta sudando dagli occhi tutto qui" lui mi guardò per qualche secondo,e io ricambiai lo sguardo....scoppiammo a ridere all'unisono e tutte le persone sull'autobus si girarono di scatto;frustrata e infastidita da tutti quegli sguardi gridai "che c'è non avete mai visto due scemi ridere in fondo all'autobus!?" il mio migliore amico mi guardò come se avessi appena ucciso una persona,le persone invece,come immaginavo,si girarono un po a disagio e un po intimorite.

mi girai versoil mio migliore amico che stava per aprire bocca "emiliano non dire niente perchè se no qui ci prendono davvero per matti" mi guardò e mi disse "credo che prenderanno solo te per matta visto che hai appena urlato a degli sconosciuti di farsi i cavoli propri" "e allora? non ci trovo nulla di strano, sai bene che mi da fastidio la gente che si mette in mezzo a cose che non li riguarda o che semplicemente si gira per cercare di capire" "oh  giusto,giusto" mi disse alzando le mani in segno di resa.

"perchè non mi dici che è successo?" quella domanda mi fece irrigidire, abbassai lo sguardo e lui capì subito "è andata male non è così? annuii leggermente,lui mi strinse la mano e con un sorriso enorme mi disse "ma che importa dai!!! cadono tutte ai tuoi piedi,vedrai che ne troverai una migliore di lei,più bella di lei e sopratutto giusta per te!" strinsi la sua mano piùforte e irrigii la mascella,lo guardai con gli occhi lucidi e dissi "e se fosse stata lei quella giusta?" lui rispose alzando gli occhi al cielo "o mio dio benedetta, e se di qua e se di la, se il nostro mondo fosse fatto solo di supposizioni allora saremmo tutti nella cacchetta" io sorrisi e alzai un sopracciglio "cacchetta?" mi rispose con uno sguardo fiero di se "si cacchetta! o preferisci merdina?" io sorrisi e gli dissi "cacchetta è ottima direi".

"ora devo scendere bene" il mio sorriso si spense pe run attimo per poi riaccendersi sotto il suo sguardo severo "va bene,domani ci vediamo?" "direi di si cacchetta" rimasi un pò perplessa ma sorrisi e lo salutai.

era l'unico che mi faceva pensare ad altro quando la musica non c'era,era sempre così dolce e carino ed era sempre il primo in tutto;mi aveva sostenuta quando capii di essere lesbica,quando glielo dissi mi rispose "ascolta...tu per me sarai sempre benedetta la mia migliore amica se nonchè la mia sorellina perciò non mi importa, e poi....abbiamo un gusto in comune" non ricordo un giorno che risi quanto quello,mi sosteneva in ogni mia battaglia,in ogni mio complesso,in ogni mia stronzata; gli ero grata per tutto questo ma un grazie non sarebbe mai bastato.

arrivata a scuola l avidi li al solito muretto con le cuffie e il telefono in mano leggendo non so che cosa,la salutai normalmente e me ne andai,non sarei mai riuscita a guardarla negli occhi, sostenere il suo sguardo sarebbe come cercare di rompere un diamante a mani nude;era troppo per me,dovevo uscire da questa situazione al più presto e forse l'unico modo per farlo era parlare e sputare tutto fuori.....

un giorno come gli altriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora