capitolo 14

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uscii da scuola aspettando impazientemente Jen, anche se ero felice, felice per lei per la sua libertà, e si, anche perchè odiavo a morte Vick.

la vidi, bella come sempre, insolitamente solare e raggiante, probabilmente anche lei era felice per ciò che stava per fare. mi salutò con il suo sorriso che poteva far impazzire un matto, ogni volta che lo vedevo il mio cuore si bloccava, la mia mente si bloccava e i miei occhi con essa, rimanevo a fissare le sue labbra morbide e i suoi denti perfetti ai miei occhi.

mi diede un delicato bacio sulla guancia che mi risvegliò dai miei pensieri " allora, gli ho detto che dovevo parlargli e che ci saremo visti alle scalette, naturalmente l'ho anche informato della tua presenza." alzai gli occhi al cielo, sapevo che dovevo esserci, che le avevo detto che le sarei stata accanto ma diamine il solo pensiero di quella faccia e quella voce che si ritrovava Vick mi faceva ripensare a tutto "Ei! me lo hai promesso!" mi disse alzando un pò troppo la voce "ok,ok basta che non strilli santo cielo" sorrise soddisfatta,mi prese la mano lasciando una scossa che percorse tutto il mio corpo," forza andiamo che quello ci ammazza se tardiamo di qualche secondo".

ci incamminammo verso le scalette, ed eccoli li Vick e i suoi "canetti da passeggio" li odiavo, tutti, dal primo all'ultimo, dovevano per forza stargli appiccicati come dei cani che aspettano di ricevere il loro osso? " ah scusate se non vi ho avvertito ho voluto portare solo dei miei amici, sapete, ho bisogno di compagnia" disse vick, sinceramente non capivo la sua affermazione, se voleva compagnia poteva portarsi il suo orsacchiotto no? mio dio ma come faccio ad essere ironici in queste situazioni? probabilmente se Jen mi chiamava mongola avrà avuto i suoi motivi.

"su forza piccola, cosa devi dirmi di importante?" ok...parliamone...uno doveva essere davvero stupido per non capire, due l'aveva davvero chiamata piccola? e tre, sul serio non gli ero ancora saltata addosso dalla gelosia?

strinsi il pugno talmente tanto forte che probabilmente le mie nocche erano diventate trasparenti, vidi Jen irrigidirsi a quelle parole, senza pensarci molto, il che è alquanto strano visto che di fronte a lui non lo avrei dovuto fare, presi la sua mano, la strinsi leggermente per farle capire che io sarei stata li qualunque cosa sarebbe accaduta, quai sussurrando disse "è finita Vick", il sorrisetto da idiota che si ritrovava svanì come per magia "che cosa scusa", lei lo guardò negli occhi e gli disse "hai capito benissimo quello che ti ho appena detto, ci si sente." con estrema velocità Vick afferò il braccio di Jen facendo staccare le nostre mani intrecciate, "o no no, decido io quando è finita troietta del cazzo hai capito?" "Vick mi stai facendo male smettila e lasciami andare", ed è stato in quel momento che la mia testa non ha più ragionato, è in quel momento che ho fatto la cosa che non avrei mai, e dico mai, pensato di fare in tutta la mia vita dopo quello che era successo, gli diedi un pugno, mio dio non ne avevo mai dato uno così forte, ma bastò per fuggire. Iniziammo a correre più forte che potemmo, finchè non li seminammo, e lei iniziò a ridere, o cazzo mi spezzava il fiato quel sorriso, aspetta..."perchè diamine ridi???" mi guardò e disse "bhè perchè ti sanguina la mano e poi non lo so!" mi guardai la mano, in effetti era vero ma non capivo ugualmente cosa ci trovava di così divertente in tutta quella storia. iniziammo a camminare mano nella mano, e naturalmente la mia mano bruciava come non mai "dai vieni a casa mia; ti bendiamo la mano e rimani a cena" io annuii leggermente e ci incamminammo verso casa. Non vedevo l'ora, l'avrei baciata, lo so, dovevo farlo, mi mancavano le sue labbra, le sue mani che accarezzavano il mio collo, ne avevo bisogno, e llo avrei fatto.

un giorno come gli altriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora